L’Osservatorio provinciale sulla sicurezza si è riunito in Prefettura per avviare un programma di sensibilizzazione contro il lavoro nero. L’84% delle aziende, nel 2024, presenta irregolarità
TRAPANI – Torna a riunirsi l’Osservatorio provinciale permanente sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a Trapani e punta forte sulla sensibilizzazione per prevenire infortuni nel settore agricolo. In Prefettura è stato organizzato un tavolo tecnico specifico, nel corso del quale si è deciso di mettere in campo una campagna di sensibilizzazione partendo dalle scuole, informando i ragazzi sui rischi e i loro diritti.
Al tavolo tecnico hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria Confagricoltura, Coldiretti e Cia Sicilia occidentale, il presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro e il Collegio dei periti agrari, la vicepresidente dell’Ebat Trapani (l’ente bilaterale agricolo territoriale), nonché le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. Nel corso dell’incontro è stata sottolineata la necessità, oltre i doverosi controlli, di un profondo cambiamento culturale che parta dall’alfabetizzazione degli studenti delle scuole sulla legalità e sicurezza del lavoro e che coinvolga con specifiche campagne di formazione e informazione, anche in lingua straniera, la manodopera stagionale, in particolare extracomunitaria, sempre più presente nelle operazioni di raccolta in questo territorio.
Intervenire sulla cultura della legalità
“Bisogna intervenire sulla cultura della legalità a partire soprattutto dal lavoro e quindi dalla stabilità del lavoro – ha affermato Liria Canzoneri, segretaria provinciale della Cgil -. La non applicazione dei contratti nazionali non significa soltanto avere salari più bassi, ma comporta anche gravi carenze per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori”. In tale contesto si inserisce la recente iniziativa della diffusione di opuscoli informativi, tradotti nelle lingue più diffuse, in materia di sicurezza del lavoro nel settore agricolo, attività informative e formative nelle scuole e presso le associazioni. Nell’occasione è stata anche richiamata l’importanza della sinergia tra le Forze dell’Ordine, le pubbliche amministrazioni, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e gli ordini ed i collegi professionali, per prevenire e contrastare cattive pratiche in materia di regolarità e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Programmato un calendario di incontri
È stato quindi programmato un calendario di incontri, tenuti dalle associazioni datoriali e sindacali, nonché dagli enti ispettivi e previdenziali e dagli ordini professionali, diretti non solo agli associati, per rafforzare la consapevolezza sui temi della regolarità e sicurezza, a tutela della dignità della persona. È necessario, infatti, non solo reprimere ma anche avviare un cambiamento culturale, che metta al centro il lavoratore e le sue condizioni lavorative e non il profitto ad ogni costo. Purtroppo, i dati messi a disposizione dall’Osservatorio per la sicurezza nei luoghi di lavoro e contrasto al lavoro nero e irregolare, istituito presso la prefettura di Trapani, mostrano una situazione preoccupante: relativamente alla prima metà del 2024, l’84% delle aziende controllate dall’ispettorato del lavoro presenta irregolarità, mentre il 26% dei lavoratori è risultato impiegato in nero.
Il peso del lavoro nero e “grigio”
“Trapani, come la Sicilia, è una delle province in cui il lavoro nero e grigio si sviluppa con maggiore intensità – ha affermato Canzoneri -. I settori più colpiti sono l’edilizia, l’agricoltura e il turismo, ma anche nuove forme di occupazione, come i riders, presentano criticità”. Accanto al lavoro nero, la provincia soffre del cosiddetto “lavoro grigio”: lavoratori formalmente in regola ma che vedono i propri diritti violati in maniera sistematica. Ad esempio, ricevendo meno di quanto scritto in busta paga. In agricoltura, poi, rimane forte il fenomeno del caporalato, soprattutto nei confronti dei lavoratori immigrati: “Penso per esempio al fenomeno di Campobello e Castelvetrano – ha denunciato Canzoneri – ma è un problema diffuso in tutta la provincia. Spesso questi lavoratori diventano invisibili, non godono di nessuna tutela e sono oggetto di sfruttamento da parte dei caporali”.
I primi mesi del 2024 sono riassumibili anche attraverso i numeri forniti dall’ufficio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asp: al 24 agosto sono state ispezionate 130 aziende, di cui 70 nel settore edile e 25 in quello agricolo. Le ispezioni hanno portato a 133 verbali di prescrizione per contravvenzioni penali, otto verbali per illeciti amministrativi e 54 disposizioni in assenza di un precetto sanzionatorio. Otto aziende sono state sospese e quattro hanno subito sequestri, con sanzioni per un totale di 250 mila euro. Accanto alle azioni già proposte, gli investimenti previsti dal Pnrr per l’emersione del lavoro sommerso e le politiche attive del lavoro rappresentano un’opportunità importante per arginare il fenomeno. Spesso, infatti, le persone cedono al ricatto del lavoro nero perché non hanno alternative. Il Pnrr può contribuire a creare nuove opportunità di occupazione regolare, offrendo la possibilità di lavorare in condizioni dignitose e di uscire dal circuito del lavoro sommerso.