Su Amazon Prime Video arriva "Time" - QdS

Su Amazon Prime Video arriva “Time”

Francesco Torre

Su Amazon Prime Video arriva “Time”

giovedì 01 Aprile 2021

Un film conserva in maniera totalmente integra l’autenticità di un messaggio d’amore trasfigurato nell’attesa di un ritorno auspicato e adesso possibile

TIME
Regia di Garrett Bradley.
Usa 2020, 81’.
Distribuzione: Amazon Prime Video

Sibil Fox Richardson e il marito vengono incriminati per una rapina in banca. La donna patteggia, viene condannata a dodici anni, ne sconta tre e mezzo. L’uomo invece si rifiuta e viene punito quasi con il massimo della pena, sessant’anni. Tornata a casa dal carcere, con due gemelli in grembo, Sibil inizia a filmare con la propria videocamera piccole scene di vita quotidiana per il marito e dopo vent’anni – con i figli già diplomati, una carriera di imprenditrice di successo, strenue battaglie per i diritti civili, a un passo dalla liberazione dell’amato per sconto di pena – a filmare per lei (anzi, per loro) c’è la regista Garrett Bradley.

Alternando filmati di famiglia a riprese professionali all’interno di un montaggio di accentuato lirismo, il film conserva in maniera totalmente integra l’autenticità di un messaggio d’amore trasfigurato nell’attesa di un ritorno auspicato e adesso possibile, e trova continuità e unità nella scelta etica ed estetica del bianco e nero. Mentre il racconto si sviluppa (l’introduzione dei personaggi, il tentativo di rapina, il carcere, il senso di colpa, la rabbia sociale che spinge verso un percorso di consapevolezza di una forza interiore che nasce dall’urgenza e dal senso di responsabilità) le riprese costruiscono geometrie spaziali, tracciano associazioni semantiche, si inerpicano su sentieri simbolici pur intersecandosi in modo del tutto concreto con gli ambienti urbani e soprattutto extraurbani della vicenda.

Mantenendo sullo sfondo questioni razziali e ideologiche di sempre cocente attualità, il film travalica le pur evidenti intenzioni politiche e sociali e, come fa sempre la vita, fotografa la complessità di un’esistenza scandita dal tempo delle emozioni, dall’alternanza di vuoti e pieni, tra contraddizioni e fragilità. Tenendo fuori dall’inquadratura la ritualità contemporanea della comunicazione digitale, la regista punta lo sguardo verso la rappresentazione di agorà reali, come si dice oggi in presenza (la famiglia, la chiesa, le sale in cui Sibil parla da leader di un movimento contro gli abusi giudiziari), con volti, espressioni, emozioni pulsanti e concreti, e trasforma un film sul tempo in una storia senza tempo, drammaturgicamente affine alla tragedia, capace di riflessioni sui temi di giustizia e libertà, sul giusto limite tra il diritto collettivo alla sicurezza e quello individuale alla felicità (diritto che negli Stati Uniti è pure inserito in Costituzione), sulla rappresentazione e sulla percezione non lineare del tempo – di vita e di memoria – in termini metacinematografici.

Voto: ☺☺☺☺☻

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