Assicurazioni, l'Ania chiede al Governo un cambio di passo - QdS

Assicurazioni, l’Ania chiede al Governo un cambio di passo

Assicurazioni, l’Ania chiede al Governo un cambio di passo

martedì 20 Ottobre 2020

Ieri l'Assemblea annuale ha visto l'intervento in streming del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La presidente Farina: ""No all'assistenzialismo, serve un cambio di passo, dare risorse adeguate"

La “congiuntura economica” è “avversa nonostante il nostro sistema produttivo e finanziario stia dimostrando grande resilienza, contenendo la caduta del Pil e della disoccupazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo in streaming all’Assemblea annuale dell’Ania.

“E’ mia premura – ha precisato il premier – tenere sempre vivo il dialogo con associazioni come la vostra, anche per tenere insieme gli orizzonti del domani: il governo è ben consapevole del fatto che la programmazione di impresa richiede tempi lunghi e anche certezze. Siamo coscienti che è ancora necessario garantire un forte sostegno all’occupazione in questa fase che rimane ancora intrinsecamente incerta”.

Conte ha ricordato che nella manovra approvata in Cdm sabato scorso “abbiamo incluso misure come l’esenzione del versamento dei contributi previdenziali a carico delle imprese per le assunzioni di lavoratori under 35 su tutto il territorio nazionale, abbiamo istituito un fondo di 4 miliardi di euro a sostegno dei settori maggiormente colpiti durante l’emergenza e abbiamo stanziato 1,5 miliardi in favore dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. Sono state prorogate le moratorie sui mutui e l’accesso alle garanzie pubbliche e le misure a sostegno della patrimonializzazione delle Pmi”.

La presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, nel suo intervento, ha sottolineato che il settore assicurativo “non è rimasto immune dallo shock” causato dal coronavirus, con un calo drastico della raccolta netta nel primo semestre (-15%). “Nel 2019 – ha spiegato – la raccolta premi aveva superato i 140 miliardi di euro, con una crescita del 3,7% rispetto all’anno prima: +3,9% nel vita e +3,2% nel comparto danni. Il trend di crescita, confermato nei primi due mesi di quest’anno, ha bruscamente virato in negativo all’esplodere della pandemia”.

“Nel trimestre del lockdown (da marzo a maggio) – ha proseguito la presidente all’assemblea annuale dell’Ania – il decremento dei premi vita è stato del 35% rispetto al 2019. A giugno, con la fine delle misure eccezionali, c’è stata una prima inversione di tendenza, cui ha fatto seguito l’ulteriore consolidamento nei mesi di luglio e agosto, quando la raccolta è tornata sui livelli degli stessi mesi del 2019”.

“In questo contesto – ha aggiunto Farina – è da segnalare il fatto che la raccolta netta sia rimasta in territorio positivo anche nella prima metà dell’anno, sia pure su valori ampiamente inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019 (-15%)”.

Per uscire dal tunnel della crisi, l’Ania ha chiesto al Governo un cambio di passo, “evitando che l’economia italiana si trasformi in un moltiplicatore di assistenzialismo improduttivo”.

“Occorre un cambio di passo anche ideologico – ha sottolineato la presidente – non più rinviabile. Vanno riattivati i polmoni produttivi della nostra economia per rimettere in moto il circuito virtuoso: investimenti, occupazione, produzione, spesa”.

È necessario “mettere mano a riforme di sistema che rivedano in profondità alcuni meccanismi regolatori e siano in grado di imprimere una svolta e una trasformazione decisa al paese. Prima ancora dei singoli progetti, è peraltro l’idea stessa di società e di rapporti tra le sue diverse componenti e con l’ambiente che vanno ripensati”.

“All’inalienabile principio di solidarietà – ha spiegato la presidente – proprio di una moderna democrazia, vanno affiancati strumenti fiscali e contrattuali che permettano di contare su una economia che viaggi a una velocità adeguata alle necessità di sviluppo interno e alla concorrenza sui mercati del mondo.
Garantito nella prima fase il giusto sostegno a famiglie e imprese, ora la sfida è non permettere che l’economia del paese si trasformi in un moltiplicatore di assistenzialismo improduttivo”.

“È seguendo questa logica – ha aggiunto Farina – che, senza voltarci a giudicare un passato tante volte analizzato, riteniamo necessarie decisioni di concreto sostegno al sistema produttivo, all’occupazione e al variegato mondo dei lavoratori autonomi.

Nessun favore, nessuno sconto, niente finanziamenti a pioggia ma misure che garantiscano risorse adeguate all’emergenza, che rivedano il pesante regime fiscale, abbattano le infinite barriere della burocrazia, mettano a disposizione una rete efficiente e moderna di infrastrutture”.

“Se il tema della crescita – ha detto Farina – si pone come cruciale nella prospettiva di una politica economica di rilancio, non meno importante è rafforzare l’intera architettura del welfare, che già oggi evidenzia debolezze e criticità. Squilibri destinati, senza adeguate correzioni, ad amplificarsi nei prossimi anni con ricadute negative sotto l’aspetto economico e sociale. Paure e sfiducia di larghi strati della popolazione avrebbero evidenti ripercussioni sul quotidiano dell’intero paese”.

Per la previdenza, “il sistema già fortemente provato rischia di subire un progressivo deterioramento con il passare degli anni.
La crisi del mercato del lavoro, innanzitutto, sta riducendo il flusso contributivo destinato a pagare le pensioni già maturate e quelle future. Nello stesso tempo, si pone il problema di garantire una pensione dignitosa proprio ai giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro”.

“È di tutta evidenza – secondo la presidente dell’Ania – che il solo sistema pubblico, per ragioni oggettive, non sarà in grado di sostenere il peso di una previdenza adeguata alle esigenze del futuro. Si pone quindi con forza il tema di incentivare il sistema misto pubblico-privato che, nel rispetto delle reciproche peculiarità e con un fisco adeguatamente rivisto in chiave di detassazione nella fase di accumulo, almeno sui rendimenti, garantisca una sostenibilità di lungo periodo. Risultato necessario per assicurare a tutti una dignitosa terza età e utile per indirizzare il risparmio privato nel circolo virtuoso degli investimenti produttivi”.

Un altro aspetto “particolarmente delicato e ancor meno presidiato, è quello del progressivo incremento della non autosufficienza degli anziani. Occorre mettere in atto, in tempi ragionevolmente brevi, meccanismi che garantiscano anche agli anziani delle fasce economiche più deboli un’assistenza qualificata, costante e sostenibile. Si potrebbe, ad esempio, creare un fondo di avviamento strutturale che renda più accessibili alla popolazione più giovane e, in generale, alle fasce economiche più deboli, piani di accantonamento finalizzati a questo scopo. Il concorso dell’offerta assicurativa potrebbe, anche in questo caso, efficientare la quota di spesa privata a supporto e vantaggio del sistema nel suo complesso”.

Anche il sistema sanitario “messo a dura prova dall’esplosione pandemica e proprio per questo in fase di ripensamento e adeguamento, ha bisogno di trovare equilibri nuovi e di prospettiva. L’affiancamento della sanità privata a quella pubblica è tema di costante riflessione e confronto nell’ottica di offrire alle famiglie italiane il massimo di fruizione dei servizi di prevenzione e cura. Passi importanti, sotto questo aspetto, sono stati fatti, ma è convinzione diffusa, se non unanime, che il percorso possa essere reso più fluido ed efficace”.

“Si tratta – ha aggiunto Farina – di allargare quanto più possibile la platea di coloro che hanno bisogno di rivolgersi al sistema sanitario, senza che il fattore economico sia un insormontabile ostacolo e che le tempistiche siano inadeguate.

Senza preclusioni di carattere ideologico e nell’unica prospettiva di migliorare l’offerta di sicurezza per la salute, una rinnovata e organizzata collaborazione pubblico-privato è l’unica in grado di dare risposte soddisfacenti e su larga scala.
Anche in questo caso la leva fiscale potrebbe attivare risorse importanti sia nella fase di prevenzione che in quella di cura, compresa la lungodegenza, uno degli aspetti più delicati e critici dell’intera filiera sanitaria”.

Abi: “Bene Ania, regole più flessibili per il settore finanziario”

Giudizio positivo dell’Abi sulla relazione della presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, all’assemblea annuale dell’associazione delle compagnie assicurative. “Una relazione di ampio respiro – afferma il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – condivisibile nella visione e nelle proposte”.

Visione e proposte, ha sottolineato Sabatini, “convergenti con quelle rappresentate dal settore bancario per il tema della flessibilità delle regole e della loro semplificazione e maggiore proporzionalità affinché il settore finanziario, nella più ampia accezione, possa sviluppare in pieno tutte le forme di supporto a imprese e famiglie per la ripresa duratura e sostenibile dell’economia”.

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