I dati del Ministero dell’Istruzione e del merito: oltre 326 mila certificazioni in Italia, tante nel Nord-Ovest del Paese. L’esperta al QdS: “Fondamentale la presenza degli adulti, con supporto e terapia si possono sviluppare competenze”
PALERMO – Cresce in maniera costante il numero delle certificazioni di disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) nelle scuole italiane. Secondo l’ultimo rapporto realizzato dall’Ufficio di statistica del Ministero dell’Istruzione e del merito, in riferimento all’anno scolastico 2020-2021, gli alunni a cui è stato diagnosticato un disturbo d’apprendimento si sono attestati a 326.548 per una percentuale pari al 5,4% del numero complessivo dei frequentanti. L’anno precedente le certificazioni erano state 318.678 per una percentuale del 5,3%.
Sempre il Mim evidenzia marcate differenze territoriali circa il rilascio di certificazioni di disturbi specifici di apprendimento. Il Dicastero, con dati che fanno riferimento all’anno scolastico 2020-2021, sottolinea che nel Nord-Ovest la percentuale di alunni con Dsa sul totale dei frequentanti è stata del 7,9%, superiore alla media nazionale.
Si registrano percentuali più alte rispetto alla media anche nelle regioni del Centro e del Nord-Est, rispettivamente pari al 6,7% e al 5,8%. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda il Sud dove la percentuale si ferma al 2,8%. In Sicilia, nell’anno scolastico 2020-2021 gli alunni con Dsa sono stati il 2,3% dei frequentanti in regione. Un dato in leggera crescita (+0,1%) rispetto all’anno precedente, quando il valore era stato del 2,2%.
La Legge n.170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, tutela il diritto allo studio degli alunni con certificazione di Dsa e l’accesso a misure educative e didattiche di supporto. Tra le mura scolastiche, la principale figura che interviene in aiuto di un bambino con Dsa è certamente quella dell’insegnante di sostegno. Ma non l’unica. Altri specialisti, come per esempio lo psicologo e il logopedista, possono essere dei validi alleati del piccolo per riuscire a intraprendere un percorso terapeudico e di apprendimento.
Ma come procedere lungo questo tragitto? Per comprenderlo, il QdS ha intervistato la dott.ssa Gabriella Daniele, logopedista dello studio di riabilitazione e psicoterapia “Ricapitolando” a Monterotondo, in provincia di Roma.
Dott.ssa Daniele, quali sono i disturbi specifici dell’apprendimento e in che età si manifestano?
“I disturbi specifici dell’apprendimento, indicati con l’acronimo Dsa, sono disturbi del neurosviluppo in cui si presentano difficoltà nell’acquisizione della lettura, calcolo ed espressione scritta, si parla quindi di dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia. Queste difficoltà si manifestano durante gli anni di formazione scolastica e secondo le linee guida, sono diagnosticabili a partire dalla fine della seconda elementare (dislessia, disgrafia e disortografia) e alla fine della terza (discalculia)”.
Cosa si può fare per ridurre le ansie e il senso di inadeguatezza che emergono nell’animo dei bambini che si apprestano a iniziare il nuovo anno scolastico e, specialmente, quando vi è il passaggio a un nuovo ciclo scolastico?
“I nuovi inizi, si sa, spaventano un po’ tutti, grandi e piccini. Proprio per questo andrebbero normalizzate le emozioni e i sentimenti negativi che li accompagnano. Ritengo sia importante che gli adulti di riferimento del bambino – quindi i genitori, le insegnanti ed eventuali terapiste – facciano sentire il piccolo supportato e ascoltato, accogliendo le sue emozioni negative come parte integrante del processo di crescita e, al tempo stesso, valorizzando gli aspetti positivi tipici del nuovo anno scolastico, ossia la possibilità di imparare cose nuove, rivedere i compagni di classe e sentirsi un pochino ‘più grandi’ dell’anno precedente”.
L’innovazione tecnologica può essere un valido strumento per il lavoro del logopedista e lo sviluppo del linguaggio nei Dsa?
“Personalmente non utilizzo l’innovazione tecnologica durante la terapia. Tuttavia, ritengo che possa essere uno strumento utile in ambito scolastico, solo se utilizzata per ampliare il bagaglio di conoscenze del bambino e non come strumento dispensativo. Questo perchè risulta fondamentale che un bambino Dsa possa apprendere la letto-scrittura e il calcolo, indispensabili strumenti per affrontare, non solo il percorso scolastico, ma soprattutto la quotidianità presente e futura. Quindi, per esempio, se a un bambino dislessico forniamo un audiolibro invece di supportarlo nello sviluppo della lettura, non solo gli comunichiamo indirettamente che crediamo che non sia in grado di leggere (e che probabilmente non lo sarà mai) trasmettendo così un messaggio pericoloso per la sua autostima, ma stiamo anche bloccando le sue potenzialità. Bisogna sottolineare che, con il giusto supporto e la terapia, un bambino Dsa è assolutamente in grado di acquisire e sviluppare le abilità di letto-scrittura e calcolo”.
Il rapporto umano rappresenta quindi una componente fondamentale per permettere al bambino con Dsa di diventare padrone delle proprie capacità e, un giorno, del proprio futuro. La stessa dottoressa Daniele sottolinea che, nel rapporto tra il logopedista e il piccolo paziente, è importante che quest’ultimo possa “avere la sensazione di sentirsi a casa e non in un ospedale”, come in “una grande famiglia accogliente”. D’altronde in studio “non usiamo né camici né divise”, indica ancora la logopedista. Un messaggio chiaro, dunque: meno camici ma più cuori aperti.