La Squadra Mobile diretta dal
V.Q.A. Giovanni Minardi e il commissariato di Canicattì al comando del
Commissario Capo Francesco Sammartino, dopo accurati servizi di appostamento e
osservazione, traevano in arresto B.G.S. licatese di anni 36, per detenzione e
coltivazione ai fini di spaccio di cannabis e porto illegale di arma e
munizioni comuni da sparo.
A riscontro di attività info investigativa del commissariato di Canicattì, si individuava una piantagione illegale di cannabis in un fondo ubicato nella contrada Corrige Sanfilippo, agro di Canicattì, accuratamente celata in un vigneto munito di apposito impianto di irrigazione.
Successivamente si appurava che la coltivazione era composta da circa 4.200 piante di marijuana del peso complessivo lordo di oltre 2 tonnellate per un valore di circa € 250.000.
Il soggetto, veniva bloccato e disarmato all’interno del casolare rurale insistente nello stesso fondo, poiché teneva alla cintura una pistola cal. 7,65, munita di caricatore con 7 cartucce.
Nello stesso fabbricato il
personale sequestrava circa kg 3 di inflorescenze essiccate, kg. 3,750 di
fogliame essiccato e gr.700 di arbusti privi di foglie.
Inoltre venivano sequestrati un
sacchetto contenente n. 36 cartucce dello stesso calibro della pistola e un
bilancino di precisione, nonché un furgone Iveco con cassone munito di sponda
idraulica, parcheggiato nell’appezzamento di terreno, verosimilmente utilizzato
per il trasporto della sostanza stupefacente.
Gli operatori a seguito
dell’arresto attendevano le luci dell’alba per iniziare l’estirpazione delle
piante.
Considerati l’estensione del
terreno, l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente reperita, la
temperatura torrida e la disposizione logistica della piantagione, l’attività
di raccolta della sostanza stupefacente si protraeva ininterrottamente per
circa 12 ore, richiedendo l’enorme sforzo fisico di circa 20 operatori di
polizia.
Al fine di velocizzare le
operazioni di estirpazione e trasporto della sostanza stupefacente, ci si
avvaleva della fattiva collaborazione del sindaco di Canicattì e del dirigente
del settore tutela e ambiente del comune, che hanno messo a disposizione uomini
e mezzi.
Dopo gli adempimenti di rito
l’arrestato veniva sottoposto agli arresti domiciliari e è attualmente a
disposizione dell’autorità giudiziaria.