Tra i bonus di cui si parla di più nel 2024, c’è sicuramente il reddito energetico, un incentivo destinato alle famiglie a basso reddito per l’installazione di pannelli fotovoltaici
Tra i bonus di cui si parla di più nel 2024, c’è sicuramente il reddito energetico, un incentivo destinato alle famiglie a basso reddito per l’installazione di pannelli fotovoltaici, allo scopo di produrre energia in regime di autoconsumo. Promosso dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è mirato contrastare la povertà energetica ed è regolato dal decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel 2023.
Il Fondo Nazionale reddito energetico ha una dotazione di 200 milioni di euro per il 2024 e il 2025, con una distribuzione geografica che varia a seconda delle Regioni. L’argomento, in realtà, non è nuovo: già in passato, infatti, alcune regioni o località italiane hanno scelto di adottare misure analoghe ed è molto significativo il caso di studio di Porto Torres, in Sardegna: approfondiamo insieme perché.
Porto Torres pioniera del reddito energetico
Il primo progetto di fondo rotativo fotovoltaico in Italia è stato approvato nel luglio del 2017 dal Consiglio Comunale di Porto Torres (provincia di Sassari): è stato ribattezzato “reddito energetico” ed attivato grazie a un investimento di mezzo milione di euro in due anni e alla convenzione con GSE (Gestore dei servizi energetici). Negli anni, il Comune sardo ha continuato a investire, per l’acquisto in comodato di impianti fotovoltaici domestici da installare sui tetti delle abitazioni.
Grazie a questi impianti, le famiglie hanno avuto disposizione energia pulita e quella non consumata è stata rivenduta alla rete elettrica, andando ad alimentare un fondo comunale. La risposta da parte della cittadinanza è stata molto positiva: nella prima edizione, il progetto ha dotato di un impianto fotovoltaico quarantanove famiglie a titolo gratuito, per un totale di 100 kilowatt. Sono oltre 130 i megawattora complessivi prodotti nel primo anno di attività con una riduzione delle emissioni di 65 milioni di tonnellate di CO2.
Nel 2017, gli uffici hanno ricevuto oltre 120 domande e si è deciso dunque di proseguire con la misura di sostegno anche negli anni successivi. Partendo da quelle prime, significative esperienze, la misura di sostegno ha ampliato la sua portata, allargandosi. Oggi, parliamo di un reddito energetico gestito da un Fondo Nazionale.
Quali sono i vantaggi?
Recenti dati dell’Istati hanno rivelato che l’8,9% delle famiglie italiane si trova in condizione di povertà energetica. Questo dato assume un significato molto rilevante, considerati i benefici degli impianti fotovoltaici, che permettono di risparmiare fino a un massimo del 75% in bolletta.
Le famiglie che hanno difficoltà economiche possono fare affidamento sull’energia prodotta in condizioni di autoconsumo. La misura sostiene le fasce più indigenti, fornendo un aiuto concreto a chi ha difficoltà a sostenere i costi in bolletta e, inoltre, promuove l’utilizzo di energia rinnovabile, nell’ottica della transizione energetica. Per saperne di più sul reddito energetico e sulle modalità di accesso, vi consigliamo di consultare la dettagliata guida online redatta da Plenitude. Plenitude accompagna passo dopo passo gli utenti interessati a questa misura di sostegno, dal supporto per la verifica dei requisiti per ottenere l’incentivo, fino alla progettazione, installazione e al collaudo dei pannelli.