Classifiche delle Università, lo “strano” caso di UniMe - QdS

Classifiche delle Università, lo “strano” caso di UniMe

Liliana Rosano

Classifiche delle Università, lo “strano” caso di UniMe

mercoledì 02 Settembre 2020

Ultima tra i Grandi Atenei (Censis) ma tra le prime 900 nel mondo. Tra le migliori secondo l’Academic Ranking of World Universities

CATANIA – Un’analisi articolata del sistema universitario italiano diventa una sorta di guida ufficiale per fornire un orientamento alle scelte degli studenti.

Si tratta della “Classifica Censis delle Università italiane 2020-21”, giunta oramai alla sua ventesima edizione. Cinque i criteri di valutazione: strutture disponibili, servizi erogati, livello di internazionalizzazione, capacità di comunicazione 2.0 ed occupabilità. Complessivamente, sono 64 le classifiche stilate.

Penultima è l’Università di Catania nella classifica dei mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) dove nelle prime quattro posizioni si mantengono stabili, rispettivamente, l’Università di Bologna, prima con un punteggio complessivo pari a 91,5, inseguita come lo scorso anno dall’Università di Padova, con un punteggio pari a 88,5, poi al terzo e al quarto posto l’Università di Firenze e La Sapienza di Roma, con i punteggi complessivi di 86,2 e 85,7.

Sale di una posizione l’Università di Pisa, classificandosi quinta con un punteggio di 84,7, con un incremento di 9 punti per l’occupabilità e di 13 per la comunicazione e i servizi digitali. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta, come dicevamo dall’Università di Catania che ha ottenuto un punteggio di 75,5. L’Università di Bari si conferma in terzultima posizione.

Sono due le siciliane nella classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti): Palermo e Messina. L’ateneo del capoluogo siciliano si piazza in dodicesima posizione con un punteggio pari a 84,2 mentre Messina chiude la classifica dei grandi atenei siciliani con il punteggio di 75,5.

E’ l’università di Perugia a mantenere la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali ottenendo un punteggio complessivo di 92,7. Sale di due posizioni l’Università di Pavia (90,3), che passa dal quarto al secondo posto, incrementando di 9 punti l’indicatore relativo alle strutture, di 6 quello della comunicazione e dei servizi digitali e di 7 quello dell’occupabilità, compensando il minor punteggio per le borse di studio e gli altri servizi in favore degli studenti (-7 punti). Arretra di due posizioni l’Università della Calabria, che scende in quarta posizione, con un punteggio complessivo di 89,5 punti, preceduta dall’Università di Parma che con 90 punti si conferma in terza posizione.

Guadagna quattro posizioni l’Università di Cagliari, che passa dal nono al quinto posto, grazie soprattutto a un sensibile incremento dell’indicatore delle borse di studio e degli altri interventi a favore degli studenti. Segue al sesto posto l’Università di Milano Bicocca, che con un punteggio complessivo di 87,7 avanza di due posizioni, precedendo l’Università di Modena e Reggio Emilia (87,5 punti) e l’Università di Salerno (87,3 punti), che scivolano, rispettivamente, dal quinto al settimo e dal sesto all’ottavo posto.

Oltre alla classifica del Censis, l’Università di Messina entra per la prima volta nella classifica delle 1.000 migliori università al mondo, classificandosi nella fascia 801-900, secondo la prestigiosa classifica dell’Academic Ranking of World Universities, considerata una delle tre più importanti del panorama internazionale insieme a QS e THE.

“Sono molto soddisfatto per questo risultato – ha detto il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea – la posizione raggiunta dal nostro Ateneo in questa prestigiosa classifica che esamina migliaia di Università in tutto il mondo, è un importante punto di partenza per continuare a migliorare insieme a tutta la comunità accademica e raggiungere in un futuro prossimo traguardi ancora più importanti”.

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