Cnr, nanoparticelle “curano” il legno degli antichi relitti - QdS

Cnr, nanoparticelle “curano” il legno degli antichi relitti

Cnr, nanoparticelle “curano” il legno degli antichi relitti

martedì 17 Novembre 2020

Nanoparticelle di idrossido di magnesio e di calcio per la conservazione dei beni culturali e in particolare per il restauro dei relitti di barche d’epoca. Questo l’oggetto dello studio pubblicato su “Nanomaterials” e condotto dall’Istituto officina materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila.

Lo studio – informa una nota di Cnr e Università dell’Aquila – è stato condotto su campioni provenienti dal relitto di una barca antica galloromana, la Lyon Saint George 4, ritrovata nei pressi di Lione. I campioni per l’analisi sono stati forniti da ARC Nucleart, un istituto della commissione di energia atomica francese che si occupa specificatamente della prevenzione del legno.

“Queste particelle sono impiegate nel processo di deacidificazione, con il quale si cura una delle principali malattie del legno d’epoca proveniente da relitti marini e fluviali. L’acidificazione del legno, chiamata anche cancro del legno è un processo che ha origine nelle componenti metalliche di una struttura in legno, in questo caso le viti presenti nella barca. Queste, attraverso una serie di fenomeni chimici, si trasformano in sistemi molto acidi che attaccano, disgregano e distruggono le componenti legnose”, spiega Claudia Mondelli del Cnr-Iom.

“Finora la produzione di nanoparticelle di idrossido di magnesio e di calcio prevede l’impiego di processi multi-step, lunghi e costosi. L’uso di alcol come solvente in cui sospendere le nanoparticelle, ha reso proibitiva l’applicazione di questo metodo su campioni di grandi dimensioni. Immaginare infatti vasche sufficientemente grandi per l’immersione di una barca, piene di alcol, basta a capire la non sostenibilità economica ed ecologica del processo”, conclude Mondelli.
Tuttavia, il gruppo coordinato da Giuliana Taglieri dell’Università dell’Aquila ha brevettato un processo innovativo per la sintesi in grande quantità delle nanoparticelle in oggetto non in alcol, ma in acqua, rendendo l’intero processo molto più sicuro, ecologico e economico. Ecco dunque che si aprono nuove possibilità.

“Nel nostro studio ci siamo procurati dei campioni della barca galloromana. Abbiamo testato i campioni sia in presenza che in assenza di precursori acidi, e abbiamo dunque usato le nanoparticelle non solo in funzione curativa, per deacidificare la parte malata, ma anche in funzione preventiva, per conservare le parti ancora sane. Abbiamo dunque applicato le particelle ai campioni sani e li abbiamo poi sottoposti a un processo di acidificazione indotto, verificando l’effetto del trattamento: il legno è rimasto sano proprio grazie alle particelle basiche che gli avevamo fornito”, spiega Taglieri.

Ora si può passare alla fase successiva, in cui il processo verrà testato su preziosi campioni di dimensioni maggiori, che verranno trattati in vasche più grandi. A seguire la sperimentazione dovrebbe portare all’uso definitivo di queste nuove nanoparticelle per la cura degli interi relitti di navi antiche.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017