Il sindaco di Taormina Bolognari, "i grandi alberghi puntano sulla sicurezza: nei primi di luglio disponibile da noi il 65% dei posti letto". Sanificazione e igienizzazione, come dimostra una ricerca di Tecné su tutto il territorio nazionale, al primo posto per oltre il novanta per cento dei viaggiatori, disposto a spendere di più se gli interventi sono certificati. L'albergatrice Isabella Bambara, "nella Perla dello Jonio prenotazioni per vacanze anni Sessanta: di tutto riposo". Il problema dei trasporti. La lentezza e bellezza, passato e memoria come volano dell'economia
Taormina, regina del turismo siciliano, punta sul covid-free come momento strategico della rinascita dopo lo tsunami del coronavirus, che ha colpito il comparto in tutt’Italia.
Infatti, secondo una ricerca di Tecnè realizzata per conto di Assosistema e Associazione Italiana Confindustria Alberghi, tra giugno e dicembre rispetto al 2019 tornerà in hotel soltanto il 63,4% dei clienti per lavoro e il 51,2% per vacanza.
Stagione a rischio per gli alberghi non covid-free
Un risultato ben lontano da quello del 2019 quando le trentatremila strutture italiane – più della metà delle quali medio piccole -, con un milione di camere e due milioni trecentomila posti letto, 179 mila dipendenti e 211 mila addetti, avevano registrato oltre cinquanta milioni di arrivi dall’Italia e quasi quarantasette milioni dall’estero con venti miliardi di fatturato.
E in quest’anno segnato dal lockdown la situazione potrebbe ancora peggiorare per gli alberghi che non adotteranno le misure “anti-covid-19” per garantire l’igiene e la sicurezza sanitaria.
Al contrario, secondo la ricerca, interventi mirati a garantire la sicurezza dei clienti permetteranno di attenuare sensibilmente il calo di fatturato, con una riduzione significativa dell’impatto negativo determinato dall’emergenza (da -60% a -41%) e un ritorno ai livelli di fatturato precedenti già nel 2022 (e non nel 2025).
Viaggiatori disposti a spendere di più per la sicurezza
“Più del novanta per cento dei clienti – ha dichiarato Marco Marchetti, presidente di Assosistema Confindustra, commentando i dati del sondaggio di Tecnè – dichiara che si sentirebbe più tranquillo se sanificazioni e igienizzazioni avvenissero attraverso processi certificati, effettuati da soggetti autorevoli. Inoltre il 54,7% sceglierà l’hotel dove soggiornare in base alle misure adottate e solo il 20,8% in base al prezzo. E sarebbero disposti a spendere anche l’otto per cento in più per avere procedure igieniche garantite”.
Il 94,5% delle indicazioni si concentra su tre aspetti: ambienti comuni igienizzati spesso e spazi adeguati al distanziamento, igienizzazione di lenzuola, federe e biancheria da bagno e di camere e arredi.
Il sindaco Bolognari parla della situazione a Taormina
E Taormina, come ci ha confermato il sindaco Mauro Bolognari, sta già da tempo lavorando sul fronte della sicurezza.
“Si sono susseguiti – ha sottolineato – incontri con direttori d’alberto e proprietari, considerando che gli hotel a cinque stelle appartengono a società internazionali già orientate a osservare un rigido protocollo riguardo alle sanificazioni e alle igienizzazioni. I grandi riapriranno tutti, pronti a dare senso di sicurezza al turista: a livello internazionale c’è una consapevolezza diffusa su questa necessità”.
“Dalle riunioni – ha aggiunto Bolognari – è emerso che, tra la fine del mese di giugno e i primi di luglio, oltre il 65% dei posti letto di Taormina tornerà a essere fruibile. Dagli incontri è risultato evidente che è la media struttura alberghiera a incontrare le maggiori difficoltà. Le piccole soffrono meno, però, con il mercato attuale, siciliano o al massimo italiano, sembrerebbero avere meno appeal”.
Confindustria, “Albergatori capitani coraggiosi”
Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, ha sottolineato come in questi giorni soltanto il venti per cento delle strutture alberghiere italiane sia aperto.
“Imprenditori come capitani coraggiosi – ha detto – che stanno affrontando davvero grandi difficoltà. Un impegno testimoniato dai complessi investimenti che, pur con i gravi problemi di liquidità, dimostrano il senso di responsabilità e la voglia di ripartire offrendo un soggiorno sicuro e sereno a chiunque sia in procinto di voler tornare a viaggiare”.
“Gli albergatori di Taormina – ha sottolineato Isabella Bambara, che con la famiglia gestisce tre alberghi nella Perla dello Jonio: lo storico Diodoro, l’Isabella e, sul mare, il Caparena – sono tra questi coraggiosi. Con forza e allegria ci siamo rimboccati le maniche: Excelsior, Sant’Andrea, Timeo e gli alberghi di più alta categoria o hanno già aperto o stanno per farlo. Devo dire che, a giudicare dalle prenotazioni, che riguadano anche stranieri e italiani, ma soprattutto siciliani, ci sono segnali incoraggianti”.
Non ci saranno aumenti per la sicurezza
Isabella Bambara ha confermato quanto dichiarato da Barbara Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi, secondo la quale “l’igienizzazione e la sanificazione dei tessili, in particolare, sono pratiche da sempre in essere: oggi vanno solo comunicate per rassicurare il cliente”.
“Da sempre – ha sottolineato l’albergatrice taorminese – certifichiamo la sanificazione dei tessili, quindi non ci saranno aumenti di prezzo per la sicurezza. Noi poi abbiamo la possibilità di attuare il distanziamento senza problemi: abbiamo sale enormi, grandi spazi in piscina e nei giardini, un’intera spiaggia al Caparena. Certo, abbiamo investito sui tecnici che hanno prima preparato un piano specifico per i nostri alberghi e poi formato il nostro personale”.
“Oltre a quella straordinaria – ha spiegato Isabella Bambara – la sanificazione viene effettuata costantemente più volte al giorno, dal giardino alla piscina, all’ingresso della merce, alla reception, i bagni comuni, fino al corrimano delle scale”.
“La nostra filosofia – ha concluso – è che se arrivano ospiti, devono essere assolutamente sicuri”.
Dalle prenotazioni, vacanze come negli anni Sessanta
Tra le considerazioni dell’albergatrice taorminese emerge quella che, a giudicare dalle prenotazioni, i visitatori “sono tornati a fare dieci o quindici giorni di vacanza come negli anni Sessanta”.
“Hanno chiamato in prevalenza siciliani – ha spiegato – e, a giudicare da quel che affermano, la loro intenzione è quella di fare una vacanza lenta, senza muoversi o quasi dall’albergo, rimanendo sull’arenile o in piscina, oppure godendosi Taormina e le sue meraviglie: qui il Parco archeologico sta facendo uno straordinario lavoro. Così la bellezza, il passato, la memoria, diventano motori dell’economia”.
Bolognari conferma, soggiorni più lunghi
Il sindaco Bolognari ha confermato: “una cosa che, analizzando le prenotazioni, ho potuto verificare è stato l’allungamento del soggiorno”.
“Chi sta prenotando pernottamenti a Taormina – ha spiegato – non lo fa per meno di tre giorni, come avveniva fino allo scorso anno, ma per una settimana e più. Per azzardare un’ipotesi sul motivi si potrebbe partire da un’indagine nazionale secondo il quale la quantità di italiani che ha intenzione di andare in vacanza è scesa dal settantacinque al cinquanta per cento. Se questo è vero, i turisti rimasti hanno probabilmente una maggiore capacità economica. O forse il lockdown ha ingenerato il desiderio di una vacanza più lunga e più lenta”.
“Ma in realtà – ha concluso – non possiamo sapere come si comporteranno i turisti, tra voglia di normalità e desiderio di sicurezza”.
Taormina riparte, senza movida
Intanto Taormina riprende.
Lungo il corso sono tornate le passeggiate nel week end e ristoranti e bar sono pieni.
“Ma finché non riapriranno gli alberghi – ha rimarcato Bolognari -, sarà poca cosa”.
Il problema potrebbe venire, semmai da un prossimo affollamento che faccia scattare l’allarme distanziamento.
“Non ci sono particolari problemi da ‘movida’, fino a questo momento” ha dichiarato però il Sindaco.
“Semmai – ha aggiunto – mi preoccupa di più il nodo dei trasporti interni, se pensiamo che la funivia ha dovuto ridurre il numero di passeggeri da quaranta a sedici per viaggio, e che i pullman circolari possono essere utilizzati soltanto a un terzo della capienza”.
Stiamo riagganciandoci alla speranza
“Qui a Taormina – ha ricordato infine Isabella Bambara – morti non ce ne sono stati, né contagi, né allarme. Siamo stati fortunati e dobbiamo avere coraggio. Stanno già funzionando alcuni ristoranti, riaprono gli alberghi e i negozi, c’è gente in giro. Dobbiamo essere fiduciosi: stiamo riagganciandoci alla speranza”.
Spero questi criminali di albergatori non riaprano mai