Coronavirus, in Sicilia piccoli ventilatori a bassissimo costo - QdS

Coronavirus, in Sicilia piccoli ventilatori a bassissimo costo

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Coronavirus, in Sicilia piccoli ventilatori a bassissimo costo

martedì 24 Marzo 2020

Testata l'apparecchiatura realizzata dalla Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Messina modificando una maschera da snorkeling. L'idea di un medico bresciano. Il dott. Pintaudi, "Può servire nella metà dei casi di insufficienza respiratoria"

Anche in Sicilia ci si sta attrezzando per realizzare dispositivi respiratori d’emergenza adattando maschere da snorkeling full face già in commercio.

L’Università di Messina, come reso noto dal rettore Salvatore Cuzzocrea, ha già realizzato e soprattutto testato una di queste maschere, che, secondo Sergio Pintaudi, per anni primario del servizio di rianimazione dell’Ospedale Garibaldi di Catania e referente regionale per il Biocontenimento “collegato a un circuito di ossigeno, potrebbe essere utilizzato su un numero di persone considerevole: circa la metà di chi, contagiato, ha problemi respiratori, ovviamente non di elevata entità”.

“Parliamo insomma – ha chiarito il medico – di chi ancora possiede un’adeguata capacità respiratoria propria e per i quali si stanno testando terapie per limitare l’attività del virus”.

L’idea di modificare la maschera da snorkeling è venuta all’ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia (Brescia), Renato Favero, ed è stata sviluppata da Cristian Fracassi, un’ingegnere della ditta bresciana Isinnova che l’ha brevettata mettendo però subito a disposizione di tutti gratuitamente anche i disegni.

Così, spiega il rettore Cuzzocrea, Giacomo Risitano, ricercatore di “Costruzioni di macchine” dell’ateneo peloritano, Filippo Cucinotta, docente di Disegno Tecnico Industriale e il dottorando Fabio Salmeri del Dipartimento di Ingegneria, coordinati dalla direttrice del Dipartimento, Candida Milone, hanno messo a punto la stampa del componente, prototipo per il raccordo della maschera al respiratore.

Il dispositivo, informa UniMe, è stato dunque realizzato grazie “a una rete formata dalle competenze nella stampa 3D, presenti nel Dipartimento di Ingegneria e nell’azienda Irritec di Capo d’Orlando (con la collaborazione di Sveva Arcovito di Sicindustria)” ed è stato testato ieri “nell’AOU G. Martino”.

Un costo estremamente ridotto

“Per i contagiati – ha sottolineato il dott. Pintaudi – affetti da polmonite interstiziale conclamata, la maschera non può essere sufficiente. I malati più gravi hanno bisogno non soltanto dell’ossigeno ma di un supporto ventilatorio. Si deve lavorare, come si dice tecnicamente, a pressione positiva. Occorre cioè che l’ossigeno venga immesso nei polmoni con una pressione adeguata a superare il blocco dell’ingorgo di liquidi che si accumula all’interno dell’alveolo. E per farlo servono i ventilatori polmonari normalmente utilizzati nei reparti di terapia intensiva o di pneumologIa e che hanno un costo medio di ventimila euro ciascuno“.

La maschera invece costa appena venti euro più tre.

L’importanza dei filtri in uscita

Ma Pintaudi sottolinea soprattutto la necessità di montare sulle maschere “degli adeguati filtri sulla via espiratoria, altrimenti verrebbe disperso nell’ambiente il virus e quindi il sistema diventerebbe moltiplicatore dell’infezione“.

Dell’argomento si sta dibattendo in una chat nazionale di esperti di cui fa parte il medico catanese: “Stiamo cercando di capire quali filtri si possano adottare su questi dispositivi di protezione individuale”.

“Provare a dare con le maschere supporto respiratorio”

Il dott. Pintaudi ha inoltre spiegato che se si riuscisse “con qualche altro meccanismo che stiamo cercando di capire, a dare con queste maschere anche un supporto respiratorio, lavorando con alti flussi di ossigeno, avremo fatto un grosso passo in avanti”.

Il nodo dell’approvigionamento dell’ossigeno

Comunque sia, il nodo rimane quello dell’approvigionamento dell’ossigeno negli ospedali siciliani.

Secondo i medici, dunque, chi si occupa della gestione dell’emergenza, a qualunque livello, dovrebbe cominciare a pensarci seriamente.

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