Il presidente di Ecg, Wolfgang Göbel: “Le case automobilistiche e gli operatori devono lavorare fianco a fianco e cooperare per trovare soluzioni temporanee”
ROMA – Fiducia in calo e costi in crescita esponenziale. Gli operatori della logistica dei veicoli guardano con incertezza al futuro. A pesare sono soprattutto Covid-19, carenza di microchip e la guerra in Ucraina che hanno causato interruzioni della catena di fornitura, aumenti dei costi e una volatilità imprevedibile nella produzione. Il microchip, un minuscolo componente elettronico, ha avuto la meglio sulla potenza industriale dei costruttori d’auto da oriente a occidente senza distinzioni. Ciò che ne consegue sono produzioni di nuovi veicoli bloccate, o comunque rallentate, grossi ritardi nelle consegne e rincari dei prezzi nel mercato dell’usato. La crisi delle produzioni di auto che sta causando perdite e una contrazione del mercato globale ha origine da questi microcircuiti, dal prezzo irrisorio, anche meno di un dollaro, ma indispensabili per il funzionamento dei sistemi elettrici.
La crisi dei microchip ha bloccato il mercato automobilistico
L’Ecg (associazione europea della logistica dei veicoli) è la piattaforma europea consolidata per il settore della logistica automobilistica che riunisce rappresentanti dei fornitori di servizi logistici, dei produttori di automobili e dei fornitori del settore. L’associazione ha tenuto la sua prima Assemblea generale e Congresso di primavera in presenza dopo tre anni. I partecipanti e il Consiglio direttivo di Ecg hanno avuto la possibilità di incontrarsi e discutere delle molteplici crisi che minacciano la sopravvivenza del settore.
Cooperare per trovare soluzioni temporanee
“Le case automobilistiche e gli operatori devono lavorare fianco a fianco – ha dichiarato il presidente di Ecg, Wolfgang Göbel -, e cooperare per trovare soluzioni temporanee che contribuiscano a mitigare l’impatto di queste crisi che continuano a susseguirsi”.
Göbel, ha evidenziato gli obiettivi strategici di Ecg per il 2022 e ha sottolineato l’importanza del dialogo per affrontare le enormi sfide che il settore si trova ad affrontare. “È necessario, intanto, avere garanzie sui volumi – ha continuato Göbel – e poi bisogna includere nei contratti anche altre clausole per proteggere le aziende dalla devastante inflazione e da altri fattori che cambiano rapidamente. Queste clausole non sono nuove per i produttori: esse esistono già nei contratti con i fornitori in entrata. Anche i progetti strategici richiedono un approccio collaborativo. Due sono i temi attuali sui quali l’associazione sta lavorando: la standardizzazione della rendicontazione delle emissioni, fondamentale perché il settore raggiunga gli obiettivi di sostenibilità, e l’abilitazione dei cosiddetti processi di ‘Digital Vehicle Handover’. Questi ultimi consentiranno agli operatori e alle case automobilistiche di effettuare controlli relativi a qualità e danni in modo più efficiente e di risparmiare sui costi grazie a strumenti digitali. Per raggiungere questi obiettivi c’è bisogno di creare partnership e promuovere un dialogo costruttivo”.
Il rincaro delle materie prime ha suscitato non poche difficoltà
In tutti i settori industriali il rincaro delle materie prime ha suscitato non poche difficoltà: rame, nichel, ferro e alluminio hanno subito degli aumenti di prezzo non previsti e non si sa bene quando il loro costo tornerà come prima della crisi dell’ultimo periodo. Molti materiali vengono estratti in Paesi come il Sud America e l’Africa, ma vengono trattati dalla Cina. Tensioni politiche tra questi Stati, fattori ambientali e tassi di cambio, irrimediabilmente influenzano il prezzo delle materie prime.
“Senza un approccio comune, gli operatori del settore non sopravviveranno – ha stigmatizzato il presidente – e di certo non potranno investire in un futuro senza emissioni e affrontare le sfide prefissate dalla strategia ‘Fit for 55’ della Commissione Europea”.
Con la normativa europea sul clima, nel quadro del Green Deal europeo, l’Ue si è posta l’obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Ciò richiederà, nei prossimi decenni, una considerevole riduzione degli attuali livelli di emissioni di gas a effetto serra. Come passo intermedio verso la neutralità climatica, l’Ue ha innalzato la sua ambizione in materia di clima per il 2030, impegnandosi a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. “Il nostro settore non solo deve essere in grado di sostenere la ripresa del settore automobilistico – ha concluso Wolfgang Göbel -, ma anche di investire sui nuovi sistemi, beni e infrastrutture di cui l’industria automobilistica avrà bisogno in futuro”.
Il presidente di Ecg invita i produttori a sedersi al tavolo con gli operatori per risolvere insieme i problemi. Esiste un forum intersettoriale per farlo ed Ecg ospiterà una riunione (online e a Bruxelles) il prossimo 28 giugno. Ecg rappresenta gli interessi di più di 140 aziende associate, da Pmi di famiglia alle multinazionali, ed è il principale attore del settore della logistica dei veicoli europei.
I membri possiedono o operano più di 380 navi per trasporto auto, 14.900 vagoni ferroviari costruiti appositamente, 28 chiatte fluviali e più di 27.800 bisarche. Inoltre, hanno un fatturato aggregato di circa 24,5 miliardi di euro e il loro impatto economico sulle società collegate con il settore è stimato in 64 miliardi di euro.