EY, investimenti in calo in Italia
(Teleborsa) - L'attività di investimento in Italia è in calo, rispetto al picco registrato nel biennio passato, complice la situazione geopolitica e la stretta monetaria che pesa sui finanziamenti, ma più vivace rispetto al periodo pre-pandemico. E' la fotografia scattata da EY nel suo barometro delle operazioni di fusione e acquisizione.
Nel corso del primo semestre del 2023 sono stati registrati 531 deal con target in Italia (-14% rispetto allo stesso periodo del 2022) con un volume complessivamente investito pari a circa 25 miliardi di euro (-25%).
L'Italia accelera sugli investimenti all'estero: nel primo semestre 2023 sono state registrate 111 operazioni, con un aumento del valore medio di acquisizione rispetto al 2022.
"Il numero di operazioni mappate nel corso dell'intero 2020 e ammonta a quasi il doppio della media storica delle operazioni nel primo semestre in periodo pre-Covid (tra il 2016 e il 2019). Il confronto con il 2022 è da leggersi tenendo presente che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un'attività M&A a livelli record, per effetto della consistente ripresa di investimenti e consumi e per la necessità di ripartire velocemente dopo i lockdown", commenta Marco Daviddi, Strategy & Transactions Managing Partner di EY in Italia.
"All'incertezza generata dall'attuale scenario geopolitico si è aggiunta una politica monetaria restrittiva con conseguente incremento dei tassi di interesse e del costo dei finanziamenti. Tutti questi fattori stanno determinando un allungamento dei tempi dei processi M&A e una focalizzazione su operazioni di dimensione più contenuta, al fine di limitare i rischi finanziari e operativi. Tuttavia, diversi elementi suggeriscono che il mercato M&A in Italia possa comunque registrare un livello d'attività sostenuto, seppur inferiore rispetto ai numeri record registrati nel 2021 e nel 2022. Rimane abbondante la liquidità già raccolta da investire e le imprese hanno molto chiaro che l'utilizzo della leva transazionale può essere un rilevante acceleratore dei processi di trasformazione necessari a mantenere competitività, anche tenendo conto delle tensioni commerciali sempre più accentuate tra Ovest ed Est del Globo, che richiedono veloci revisioni dei mercati in cui operare". Il PNRR - conclude Daviddi - rimane una straordinaria opportunità di supportare il processo di modernizzazione del nostro Paese, in particolare su tematiche specifiche, quali la trasformazione digitale, l'innovazione e la transizione energetica, specie se saprà sfruttare un effetto leva attraverso progetti in grado di coinvolgere aziende e fondi, favorendo la dinamica di investimento privato".