Pensioni e retribuzioni confermano gap: cresce ipotesi buco INPS
(Teleborsa) - Cresce la probabilità di un maxi buco nella casse dell'INPS, tanto che il governo ha già commissariato l'Istituto di previdenza, che si avvia verso un rinnovo dei vertici. Un provvedimento che il Presidente dell'INPS Pasquale Tridico giudica "assolutamente immotivato", in quanto le performance dell'Istituto sono sempre state "ampiamente positive".
La crescita dello sbilancio dei conti è da attribuire al diverso trattamento di pensioni e retribuzioni rispetto alla crescita dell'inflazione, che si è tradotto in una rivalutazione dei trattamenti pensionistici e in un mancato adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, con conseguente perdita del potere d'acquisto degli stipendi.
Nel primo trimestre 2023, la differenza tra l'inflazione e la crescita delle retribuzioni contrattuali si è confermata superiore ai sette punti percentuali, secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istat, e questya differenza è soggetta ad allargarsi.
L'allarme è stato lanciato dal presidente dell'INPS nel corso di un convegno sulle disuguaglianze salariali. Differenze di trattamento che continuano a crescere, a scapito dei lavoratori a basso reddito e dei giovani, come dimostrato dai dati presentati al convegno. Basti pensare che, fra le paghe di giovani e anziani, il gap è aumentato del 19% tra il 1985 e il 2019, nonostante l'età media si sia alzata da 35,8 a 42,7 anni e sia più difficile reperire lavoratori giovani. Peggiora anche la situazione per i lavoratori a reddito più basso, con gli occupati al decimo percentile di reddito che, nel 2018, in termini reali, prendevano in media di meno rispetto al 1985, mentre per gli occupati al 90esimo percentile si registrano retribuzioni crescenti.
Il Presidente dell'INPS ha quindi parlato di salario minimo, una misura utile a salvaguardare almeno le fasce di reddito più basse, che verrebbero così anche allineate all'inflazione. Per Tridico, in questi ultimi anni, sono state fatte politiche sbagliate, spendendo soldi a sostegno dell'occupazione e della flessibilità. Ad esempio, l'anno scorso sono stati spesi 22 miliardi in incentivi, ma l'occupazione è salita solo di uno 0,07%. Per contro, è cresciuta molto l'occupazione nei servizi, in particolare in quelli con i salari più bassi, come ristorazione e turismo.