Eleggere candidati colti e capaci - QdS

Eleggere candidati colti e capaci

Eleggere candidati colti e capaci

giovedì 23 Maggio 2024

Devono aver presentato il 730

Si continua a dibattere fra Democrazia e Autocrazia. Non c’è dubbio che le persone colte ed anche quelle umili si indirizzano verso la Democrazia.
Ma a monte di questa scelta vi è la valutazione della bontà di questo metodo di gestione del Popolo e coloro che hanno buonsenso affermano in primis che la Democrazia funziona solo se vi sono rappresentanti di qualità, perché occorre capacità nella programmazione degli interventi, velocità di esecuzione e rispetto dei tempi.

Una Democrazia lenta è inefficiente, è ammalata mentre il suo funzionamento viene calcolato dal “conto democratico”, il quale indica vantaggi e svantaggi.
In altri termini, chi gestisce un Popolo, cioè i rappresentanti delle istituzioni, deve farlo in base al suo Dovere-Potere e non a un potere cieco e ottuso.
Per cui, bisogna scegliere candidati colti e capaci, che abbiano presentato il 730 nel 2023. Insomma che non siano disoccupati e/o evasori.

La Democrazia non è statica, ma in continuo divenire, in quanto deve essere armonizzata con tanti fattori e ammodernata, in base all’evoluzione della vita sociale dei/delle propri/e cittadini/e.
Sulla definizione di Democrazia si sono esercitati in tanti; ne vogliamo citare uno, Aristotele, secondo il quale: “La Democrazia è un’Oligarchia corretta da periodiche elezioni”. Ed è proprio questo il punto debole della stessa: le elezioni.

Qui non si tratta di riunire in una ipotetica agorà i/le cittadini/e che eleggono, ma di stabilire una legge che preveda meccanismi atti a portare in Parlamento, nel nostro Paese, duecento senatori e quattrocento deputati, oltre che consiglieri regionali e comunali.
Dunque, i partiti – che in Italia sono delle semplici associazioni private, in quanto non è mai stata approvata la legge di cui all’articolo 49 della Costituzione – compongono le liste inserendovi candidati/e che non sono i/le migliori cittadini/e, bensì quelli/e più fedeli.

I dirigenti dei partiti confondono la fedeltà con la lealtà. È infatti a tutti noto che i parlamentari, una volta eletti, non hanno l’obbligo di rimanere nei partiti nelle cui liste hanno ricevuto il mandato, perché l’articolo 67 della Costituzione non impone loro nessun obbligo di mandato.
Anche quando i/le cittadini/e volessero scegliere i/le migliori, non potrebbero farlo perché sono obbligati/e a tener conto solo dei/delle candidati/e proposti/e, non di altri.

Nel nostro Paese, per il momento, vige la legge elettorale promossa dal deputato democratico Rosato, da cui prende il nome “Rosatellum”, che prevede un sistema misto proporzionale e collegi uninominali.
La conseguenza di questa legge elettorale è, udite udite, che gli attuali seicento parlamentari non sono espressi dalla maggioranza del Popolo, bensì da un/a cittadino/a su tre e vi spieghiamo perché.
Nelle ultime elezioni del 25 settembre 2022 ha votato solo circa il sessanta per cento degli/delle aventi diritto al voto. Il risultato ha portato ad una maggioranza di circa il sessanta per cento al Senato e di circa il cinquantasei per cento alla Camera, però con il quarantaquattro per cento dei/delle votanti. Quindi, una parte minoritaria di chi ha votato è a sua volta una parte minoritaria dell’intero corpo elettorale.
Se questa è Democrazia, lasciamo a voi ogni valutazione.

Nelle prossime elezioni europee, che eleggeranno settecentocinque eurodeputati, di cui settantasei italiani, vige la legge proporzionale pura, con uno sbarramento del quattro per cento. In questo caso, l’espressione democratica è più corretta. Ma se andrà a votare, come viene stimato, solo un/a cittadino/a europeo/a su due e se la maggioranza conseguente è della metà più uno degli eletti, significa che il Parlamento europeo sarà eletto da un quarto dei circa quattrocento milioni di europei.
Non basta, perché ricordiamo che il Parlamento costituisce una delle due Camere che approvano regolamenti e direttive europei. L’altra Camera è costituta dai Capi di Stato e di Governo, riuniti nel “Consiglio dell’Unione Europea”.
Come si deduce da queste poche righe, la Democrazia non è il governo del Popolo, ma è il governo dei gruppi che sono capaci di illudere e di condurre quella parte minoritaria del Popolo, che poi diventerà maggioranza, e quindi sarà decisiva nei programmi e nelle attuazioni degli stessi.

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