Eni Rewind impegnata per il risanamento ambientale: in corso i lavori sul 25% delle aree dell’ex petrolchimico. Camino Snox, vecchia Torcia, trivelle e caldaie G100, G200 e G300 sono stati già disassemblati
A Gela, Eni Rewind, società ambientale di Eni, sta portando avanti, con uno stringente cronoprogramma, le attività per la bonifica di suoli e falda, decommissioning e riqualificazione del territorio nelle aree di proprietà , in quelle gestite per conto di ISAF (Industria Siciliana Acido Fosforico, società partecipata oggi in liquidazione della Regione Siciliana che ne detiene il 48% della proprietà tramite l’Ente Minerario Siciliano mentre il rimanente 52% è di proprietà di Eni Rewind, ndr) e delle altre società di Eni.
L’opera di bonifica fa parte del più ampio programma di risanamento ambientale nel rispetto degli impegni assunti con i protocolli d’intesa del 2014 e del 2019, per la conversione della raffineria di Gela in bioraffineria. Le parole d’ordine dell’operazione sono transizione energetica, decarbonizzazione, risanamento ambientale e sviluppo locale, come dimostra la realizzazione dell’impianto di bioraffinazione tra i più innovativi d’Europa in grado di produrre biocarburanti attraverso la trasformazione di scarti e residui di oli vegetali in HVO (hydrotreated vegetable oil, olio vegetale idrogenato)
A tutt’oggi, sul 18% delle aree complessivamente oggetto di recupero sono già stati ultimati i lavori di bonifica e messa in sicurezza permanente mentre sul 25% di esse le bonifiche sono in corso. Nella parte restante delle aree, per circa il 40% non sono previsti interventi di bonifica mentre si è in attesa di completamento dell’iter istruttorio di autorizzazione per avviare gli interventi sul restante delle aree. Gli interventi, nel complesso riguardano la bonifica della falda, dei suoli e una serie di demolizioni dei vecchi impianti della raffineria.
Il progetto di bonifica della falda è stato autorizzato nel 2005, con Decreto Interministeriale e successiva variante nel 2014 per interventi specifici e, da allora, Eni Rewind ne gestisce l’esecuzione, anche per conto di Raffineria di Gela, Versalis, ISAF ed Enimed. Nella complessa operazione di bonifica Eni Rewind ha messo in campo tecnologie innovative al fine di ottenere un risultato più efficace e sostenibile.
Nello specifico, sono stati installati 32 dispositivi e-hyrec, un dispositivo automatico che viene posizionato all’interno dei pozzi di emungimento per la rimozione selettiva di prodotto idrocarburico dalle acque sotterranee. Il cuore della tecnologia consiste in un filtro idrofobo, brevettato da Eni, in grado di separare ed estrarre dalla falda solo la quota di contaminante, con una forte riduzione dei quantitativi di acqua e rifiuti inviati a smaltimento. Al fine di accelerare la rimozione di arsenico presente nella falda, dal 2022, sono in corso di esecuzione, anche nell’area Texaco, i test per utilizzare la tecnologia GCW (Ground Circulation Wells, ndr), un’efficace opzione di bonifica che consente il recupero di massa elevata di contaminanti proprio nei casi in cui i punti caldi della contaminazione si trovino in terreni saturi con bassa conduttività idraulica.
Sono invece datati 2018 i decreti definitivi emessi dal Ministero dell’Ambiente riguardanti la bonifica dei suoli su cui insiste lo stabilimento di Eni Rewind e di ISAF. Gli interventi realizzati tra il 2021 e il 2022 hanno permesso di completare la messa in sicurezza permanente e il “capping” dell’area denominata Isola 1 e sono stati installati i primi moduli MPE, (Multi Phase Extraction, ndr) per il recupero degli idrocarburi, da sottosuolo e da falda, nelle Isole 2, 6, 9 e 17.
Per quello che riguarda l’area Texaco, nell’Isola 5 nel 2022, successivamente alla demolizione degli impianti, sono stati avviati i necessari lavori di bonifica anche con la rimozione dei terreni contaminati da arsenico, stralciando tale intervento dal progetto di MISO in istruttoria, al fine di accelerare l’attività di risanamento ambientale. A tal proposito, dopo l’approvazione, avvenuta nel novembre 2021 dell’analisi di rischio, nel mese di maggio del 2022 è stato presentato al MASE il progetto di Messa in Sicurezza Operativa. Il progetto, attualmente in fase istruttoria ha visto lo svolgimento di diverse conferenze di servizi.
Nell’isola 29 per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da parte di Plenitude, l’area sarà oggetto di un intervento di “capping” per il quale è stata chiesta la Valutazione di Incidenza Ambientale a seguito del parere motivato dell’Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela. L’avvio dell’istruttoria permetterà l’apertura di un tavolo di coordinamento, richiesto dalla stessa Eni Rewind, presso il Comune di Gela.
La demolizione degli impianti di Raffineria di Gela
Procede senza intoppi anche l’intenso cronoprogramma che riguarda la demolizione degli impianti di Raffineria di Gela. Nel 2023 ha preso il via la seconda fase che si concluderà nel 2029. Camino Snox, vecchia Torcia, trivelle e la caldaia G300 sono stati disassemblati, per evitare interferenze con gli altri progetti in corso utilizzando la tecnica top-down e, soprattutto, per assicurare il futuro riutilizzo dei materiali. La demolizione di queste strutture ha prodotto circa 13.000 tonnellate di rottami metallici, motori e cavi elettrici che, grazie all’intento iniziale, sono stati oggetto di recupero per trovare una seconda vita nei settori civile e industriale. Sono state completate le demolizioni delle caldaie dell’ex centrale termoelettrica G100 e G200 e sarà avviato il cantiere per la demolizione del camino quadricanne, i cui risultati saranno visibili già dal primo semestre del 2024.
Per quanto riguarda gli impianti Eni Rewind, è già stata avviata la demolizione dei magazzini ex Agricoltura di Isola 6, mediante la definizione di una soluzione progettuale ottimizzata che consentirà di ridurre i tempi di esecuzione e, sulla base di ulteriori approfondimenti tecnici, è stata condivisa con lo Spresal di Caltanissetta una modalità operativa che prevede la demolizione dei Capannoni Fertilizzanti e la successiva bonifica in strutture metalliche di dimensioni inferiori rispetto alla quelle della precedente soluzione progettuale. Entro il mese di marzo del 2024 saranno avviati i lavori per la demolizione del Pontiletto e delle Linee Pontile.
Per quanto riguarda la demolizione dell’ex impianto acido fosforico della ISAF, Eni Rewind gestisce lo smantellamento, oltre che dell’ex impianto, anche del decantatore e del parco serbatoi nel sito di Gela. Il complesso programma di decommissioning, suddiviso in quattro fasi, prevede bonifica e demolizione dei serbatoi annessi all’impianto, dell’impianto stesso e il successivo conferimento del materiale di risulta in una nuova discarica realizzata all’interno della vecchia discarica già oggetto di un intervento di Messa in Sicurezza Permanente. A oggi è stata completata la realizzazione del primo modulo della discarica, mentre è in corso di ultimazione il secondo. È stato inoltre collaudato il bacino L1 del Lotto nord della discarica, in fase di coltivazione e esercizio dalla fine del 2022. Gli oneri di bonifica riguardanti le aree dell’Isaf sono stati interamente sostenuti da Eni Rewind.