Modello sperimentale per migliorare la prevedibilità delle sentenze: esperti a confronto. Offrire ai cittadina una prospettiva sul probabile esito di una lite col Fisco
ROMA – La sinergia fra l’Ordine dei Commercialisti di Ragusa e l’Associazione Nazionale dei Giudici Tributari (Angit) ha consentito di organizzare un evento formativo su “Attuazione della giustizia tributaria”. Dopo l’apertura dei lavori affidata a Maurizio Attinelli, presidente Ordine dei commercialisti e giudice tributario, e a Francesco Lucifora, presidente dell’Angit, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef), Maurizio Leo, ha illustrato la riforma del processo tributario.
Vi è uno stato di confusione normativa
Attinelli ha precisato che la Legge 130/2022 per prima dopo circa 30 anni dal D.Lgs. 546/92 ha messo le mani nella disciplina del processo tributario.
“È rimasta insoluta l’indipendenza della magistratura tributaria dal Mef – ha precisato -. Il Consiglio di presidenza aveva proposto una riforma che prevedeva un primo ineludibile punto: l’autonomia dal Mef. Purtroppo, l’autonomia dal Mef non c’è stata e, anzi, la sua presenza è sempre più in crescita, minando l’indipendenza dei giudici quantomeno sotto il profilo dell’apparenza. Il Governo potrebbe ora considerare la questione. Indubbiamente vi è uno stato di confusione normativa causata sia dalla fretta del Legislatore, sia dalla non adeguata ponderazione di alcune scelte che via via si stanno facendo e un disinteresse che si traduce in assenza di investimenti in mezzi e personale. Nonostante questo sono stati garantiti rapidi tempi di definizione delle cause, in linea con i parametri europei di ragionevole durata del processo. Così come affermato dal presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, Antonio Leone, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario”.
Creare un modello sperimentale di miglioramento della prevedibilità delle decisioni
Il presidente Attinelli si è soffermato sulle potenzialità del progetto Prodigit sulla giustizia predittiva, che ha l’obiettivo di aumentare il livello di digitalizzazione delle attività interne del Consiglio di Presidenza, di implementare la banca dati nazionale di giurisprudenza di merito nell’ambito del sistema informativo del Mef, e di creare un modello sperimentale di miglioramento della prevedibilità delle decisioni (la cosiddetta “giustizia predittiva”).
“La banca dati di giurisprudenza costituirà un unicum nel panorama delle giurisdizioni italiane – ha aggiunto Attinelli – e consentirà di divulgare i contenuti delle sentenze, far conoscere al pubblico gli orientamenti delle Corti, far conoscere alla Cassazione i dettagli e le dimensioni del contenzioso di merito, migliorare la qualità delle sentenze. La banca dati verrà realizzata in partnership tra Cpgt (Consiglio di presidenza della giustizia tributaria) e Mef. La prima frontiera dell’applicazione della giustizia predittiva in Italia potrebbe essere rappresentata dal processo tributario. Non si tratta di uno scenario fantalegale, ma della prospettiva che apre l’avvio del progetto Prodigit. In questo modo, la giustizia tributaria diventerà frontiera di un nuovo approccio all’amministrazione delle controversie, affidando, in prospettiva, ai cittadini e agli enti economici la responsabilità di decidere se e quando agire in giudizio conoscendo, in anticipo, quello che potrebbe essere il probabile esito di un contenzioso. Si tratta di una svolta epocale per la quale, tuttavia, siamo solo all’avvio dei primi cantieri”.
“Il sistema, prima di diventare pienamente operativo, dovrà essere alimentato da sentenze che, a loro volta, dovranno essere vagliate dai massimatori (per questo verranno messi in campo circa 90 giudici tributari) che ne verificheranno coerenza e affidabilità – ha sottolineato Attinelli -. Si parla di un milione di sentenze da organizzare al fine di istruire l’intelligenza artificiale che dovrà elaborare le previsioni sugli esiti delle cause. È chiaro che l’obiettivo ultimo è quello di produrre un effetto deflattivo sul contenzioso tributario. Ma è altrettanto immaginabile che la sperimentazione sarà solo il primo banco di prova per l’utilizzo di strumenti che, una volta dimostrata la loro efficacia, potranno essere utilizzati anche in altre aree del sistema Giustizia”.