La Relazione della Ragioneria Generale dello Stato - QdS

La Relazione della Ragioneria Generale dello Stato

Paola Giordano

La Relazione della Ragioneria Generale dello Stato

venerdì 13 Gennaio 2023

“Tagli senza alcun criterio, serve una riorganizzazione amministrativa”

A certificare l’incapacità della pubblica amministrazione di tagliare la spesa sono le 200 pagine di cui si compone la Relazione dal titolo “La revisione della spesa del bilancio dello Stato”, redatta dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, afferente al ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nella Relazione viene infatti sottolineato che “le principali cause di difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi di risparmio evidenziate in sede di monitoraggio sono legate al ritardo nello stato di avanzamento dell’intervento, alla non efficacia dell’intervento, a eventi straordinari o imprevedibili che incidono sul fabbisogno di spesa. Relativamente ai motivi per i quali tali eventi si sono verificati, si può affermare che essi attengono a criticità relative ai processi e all’insufficiente conoscenza per svolgere il difficile esercizio richiesto dalla procedura del 22-bis”.

Il monito lanciato dalla Ragioneria è chiaro: “L’esperienza 2018-2020 segnala chiaramente la necessità di rafforzare le competenze, le capacità e la cultura amministrativa per migliorare l’efficacia della procedura”.

Il punto, in sostanza, è che “il contributo delle Amministrazioni ha riguardato una componente solo parziale della manovra annuale richiesta, eccessivamente legata ad una logica contabile, con il rischio sia di indebolire la parte più innovativa della riforma, sia di non incentivare i ministeri stessi a valutare compiutamente l’adeguatezza degli stanziamenti, in base ai fabbisogni effettivi e alle politiche da portare avanti”.

Quella che nella Relazione è definita come “formulazione di proposte di mere riduzioni ‘contabili’ delle dotazioni di bilancio” e insieme ad essa “l’assenza di misure di riorganizzazione amministrativa o revisione di specifiche politiche e interventi di settore, avrebbero determinato un indebolimento del processo previsto dell’articolo 22-bis (della legge n. 196/2009, nda), il cui scopo è quello di favorire la riallocazione di risorse tra gli interventi, in relazione alla loro efficacia e massimizzando l’efficienza delle modalità di attuazione, riorganizzando i fattori di produzione e/o innovando i processi nell’amministrazione pubblica”.

“Non è stata dunque riscontrata – mette nero su bianco la Ragioneria Generale – una sostanziale capacità, da parte delle Amministrazioni, di revisione e controllo economico-finanziario delle politiche pubbliche, in un contesto procedurale di bottom-up che, secondo l’Ufficio parlamentare del Bilancio, si è focalizzato su voci di spesa minori, con riferimento a capitoli specifici o singoli piani di gestione”.

La Ragioneria Generale analizza nel dettaglio le esperienze di revisione della spesa portata avanti dal ministero della Giustizia e dal ministero della Salute, mettendo a fuoco le criticità nel conseguimento degli obiettivi di riduzione della spesa dei due Dicasteri.

I due ministeri “sono apparsi focalizzati perlopiù sulle spese di funzionamento delle proprie strutture amministrative, privi di una vera consapevolezza e misurazione delle ricadute in termini di servizi erogati, e senza una approfondita considerazione degli interventi settoriali di loro competenza in termini di contributo alle priorità politiche. Tale limitazione sembra legata sia ad una visione centrata sulla struttura amministrativa invece che sugli effetti nella società, sia alla maggiore esperienza acquisita dai ministeri in termini di razionalizzazione della spesa, tradottasi, nella maggior parte dei casi, in tagli di alcune categorie di spese di funzionamento”.

La spesa è stata quindi tagliata quasi a caso, senza adottare alcun criterio ma per “mere ragioni contabili di raggiungimento dell’obiettivo complessivo di risparmio da parte del Ministero”, a testimonianza della “scarsa pratica di valutazione delle politiche pubbliche”. Proprio questa incapacità ha comportato la necessità di reintrodurre le somme tagliate: alcuni dei capitoli oggetto di azzeramento sono stati infatti rifinanziati nel corso degli anni successivi al 2018. Gli stanziamenti che supportano la lotta al randagismo e il sostegno alla procreazione medicalmente assistita ne sono esempio. “Al contrario di quanto asserito in fase di formulazione delle proposte di risparmio avvenuta nel 2017, si trattava – segnala la Ragioneria Generale – di politiche che non potevano essere integralmente annullate, tanto da richiedere nei periodi successivi nuovi stanziamenti necessari al perseguimento degli obiettivi istituzionali fissati da leggi precedenti ed ancora in vigore”.
Dalla Relazione della Ragioneria Generale emerge che snellire la spesa pubblica è, allo stato attuale, una mission impossible.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017