Le cose importanti sono difficili. Sempre - QdS

Le cose importanti sono difficili. Sempre

Raffaella Tregua

Le cose importanti sono difficili. Sempre

lunedì 24 Giugno 2024

La metà degli italiani non vota più. Un fenomeno di disillusione e disinteresse che va oltre le elezioni Europee

Importante sarebbe stato votare alle Europee, ma la metà degli aventi diritto ha scelto di non votare. Il peggior dato dal 1999 in poi. Le Isole poi, hanno fatto proprio male. Se qualcuno pensa di aver vinto o lo pensa in mala fede o non vede l’essenziale. E poiché l’essenziale è invisibile agli occhi, (Il Piccolo principe docet) di certo non vede! Impossibile crederlo visto che la maggioranza degli italiani non vota più, il popolo di questa incredibile e bellissima Repubblica non è interessato, è disilluso e sfiduciato, ma soprattutto è deluso. Delusioni cocenti date da troppe parole e pochissimi fatti che si occupino dei problemi reali della gente, della sua salute, del lavoro, del welfare, delle pochissime nascite e dunque del problema pensioni che già si prospetta all’orizzonte perché i giovani se ne sono andati via e continuano ad andarsene.

Come dare torto ad una generazione dai 20 ai 30 che davanti ha un Paese indebitato fino al midollo, con una democrazia fragile retta da una minoranza perché non si vota, con un cambiamento climatico che travolge con sbalzi, temporali, alluvioni e siccità spaccando Nord e Sud come fossero due Stati diversi? La transizione ecologica va a rilento, le soluzioni esistono ma collimano contro poteri forti che non mollano, l’autonomia differenziata spazzerà via quel poco di equità rendendo le regioni meridionali ancora più deboli. Resta la bellezza e la cultura storica di questo nostro grande Paese che amiamo, ma è troppo poco per restare e costruirci la propria vita.

Più di un milione di giovani è andato via negli ultimi vent’anni, certifica l’Istat. I migranti del Mezzogiorno appartengono alla fascia dai 25 ai 34 anni, secondo lo Svimez, Enna è la provincia che ne ha perso di più. Si prevede che entro il 2080 altri otto milioni di abitanti andranno via dal Sud. Sarà la desertificazione dei cervelli e delle energie oltre che del clima. Perché si va via è chiaro, mi chiedo allora anche perché non si torna, cosa succede quando un giovane parte allontanandosi dalla famiglia, dalla casa, dagli amici e impianta una nuova vita radicandosi in un mondo totalmente diverso e sceglie di non tornare a casa almeno non nel prossimo futuro.

Sanno che in Sicilia non potranno fare ciò che fanno, imparano ad apprezzare ciò che sconoscevano: i trasporti efficienti, la burocrazia snella e al servizio del cittadino, la capacità del singolo di fare associazionismo e volontariato, le opportunità incredibili di studio e di lavoro, le amicizie multiculturali, il pensiero critico aperto alla conoscenza e al confronto civile.

Importante, quanto è importante tutto questo nella vita di un giovane che è già adulto nel momento in cui lascia ciò che conosce per andare incontro al suo nuovo futuro? È molto importante, dunque difficile, tanto difficile. Ma sono concreti, realisti e fiduciosi nella vita, affrontano ciò devono senza paura, trovano le soluzioni ai problemi, dunque noi siamo orgogliosi di loro e della loro forza creativa, solo nostalgici del fatto che stiamo perdendo inesorabilmente pezzi di intelligenza, di entusiasmo, di passione. Pezzi di giovani cittadini del mondo che faranno bene e del bene ovunque saranno, solo non qui.

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