Migranti, Ocean Viking, "Ue ci assegni un porto sicuro" - QdS

Migranti, Ocean Viking, “Ue ci assegni un porto sicuro”

redazione

Migranti, Ocean Viking, “Ue ci assegni un porto sicuro”

lunedì 14 Ottobre 2019

Per sbarcare le 176 persone salvate ieri in due distinte operazioni dalla nave. Rifiutata Tripoli. Bel tempo e quadro politico instabile moltiplicano i viaggi nel Mediterraneo. Altri tre barconi, con duecento persone a bordo, giunti all'alba a Lampedusa

L’Ocean Viking, la nave di soccorso noleggiata da Sos Mediterranee e gestita con Msf (Medici Senza Frontiere) che ieri, in due distinte operazioni, ha messo in salvo 176 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà, rende noto di aver chiesto, secondo il diritto marittimo, alle autorità libiche un porto sicuro per sbarcare le 176 persone salvate.

La nave si è diretta verso Nord ed ora si trova in acque internazionali tra Lampedusa e Malta.

“Con le autorità libiche che non offrono alternative a Tripoli come ‘place of safety’ (porto sicuro), contrariamente alle leggi internazionali – scrive Msf in un tweet – noi chiediamo a Malta e Italia di consentire una dignitoso sbarco per tutte le 176 persone a bordo”.

“Poiché ci è stato indicato quello di Tripoli come porto di sbarco – spiegano – abbiamo rifiutato in quanto, secondo il diritto e le convenzioni internazionali, nessun luogo in Libia può essere considerato attualmente un luogo sicuro”.
“Mentre la Ocean Viking – ha detto Frederic Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranee – si sta dirigendo a nord esortiamo gli Stati membri dell’Ue e le autorità competenti ad assegnarci prontamente un porto in cui le 176 persone salvate possano essere sbarcate in sicurezza. Questi, uomini, donne, bambini hanno attraversato un viaggio terribile e spaventoso in mare. Il salvataggio potrà considerarsi concluso solo una volta che queste persone raggiungeranno una costa in cui potranno ricevere cure”.

“Istituire un meccanismo prevedibile di sbarco”

“Finora – hanno sottolineato le organizzazioni umanitarie Sos Mediterranee e Medici senza frontiere – i governi della Ue non sono riusciti a istituire un meccanismo prevedibile di sbarco in conformità con il diritto marittimo. Gli accordi ad hoc non possono essere la soluzione. Invitiamo i governi a porre fine a questa situazione inaccettabile”.

Ocean Viking ha infine reso noto di aver ricevuto nelle scorse ore una comunicazione dalle autorità marittime libiche con informazioni riguardanti una imbarcazione in difficoltà e la sua posizione approssimativa: alla nave è stato chiesto di procedere alla ricerca e al soccorso. La Ocean Viking ha seguito le istruzioni ma, dopo più di 9 ore di ricerca, non ha trovato l’imbarcazione in difficoltà.

“A una richiesta del nostro coordinatore per la ricerca e il soccorso a bordo – hanno spiegato i rappresentanti delle Ong -, le autorità libiche non hanno fornito ulteriori informazioni. E’ stata la prima volta che la Ocean Viking ha ricevuto dalle autorità libiche una richiesta scritta di impegnarsi in un’operazione di ricerca e soccorso”.

Bel tempo e quadro politico fanno aumentare i viaggi

Intanto, le condizioni del mare favorevoli e l’instabilità del quadro politico internazionale spingono nel Mediterraneo sempre più barconi carichi di donne, uomini e bambini in fuga da guerre, fame e disperazione.

“L’intensificazione dei flussi migratori che stanno mettendo in crisi i Paesi della frontiera orientale – ha sottolineato ieri la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – richiede un approccio europeo solidale: non possono essere lasciati soli gli stati più esposti”.

A Lampedusa all’alba altri duecento migranti

Dopo i 76 di ieri, stamattina all’alba altri duecento migranti sono giunti all’alba a Lampedusa a bordo di tre barconi.

Tutti sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola, che potrebbe ospitare una novantina di persone e dove invece ce ne sono attualmente circa quattrocento.

Il sindaco di Lampedusa Totò Martello è tornato a rivolgersi alle autorità perché la situazione venga risolta.

“Chiedo alla classe politica italiana – ha detto – , di fare subito qualcosa nelle politiche sui migranti: non si può pensare che nascondendo la testa sotto la sabbia, la situazione cambierà da sola”.

“Ci sono stati altri morti appena pochi giorni fa – ha aggiunto – ma a Lampedusa non si è visto nessuno, eravamo solo noi lampedusani a piangere quella gente. Adesso altri sbarchi, che in realtà non si sono mai fermati, eppure continuiamo a non avere segnali di sostegno dalle istituzioni”.

“Ho espresso la mia preoccupazione – ha concluso il Sindaco – per la situazione ai confini della Siria, sulla guerra della Turchia contro il popolo Curdo. Quello che qualcuno non capisce, o fa finta di non capire, è che i flussi migratori sono direttamente collegati a certi eventi, bisogna farsi trovare preparati, non si può inseguire l’emergenza. E soprattutto continuo a ripetere che i territori di frontiera come Lampedusa non possono essere abbandonati”.

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