Palermo, partecipate comunali: inizio di 2024 da incubo - QdS

Palermo, partecipate comunali: inizio di 2024 da incubo

Palermo, partecipate comunali: inizio di 2024 da incubo

martedì 16 Gennaio 2024

Comune alle prese con l’ennesima emergenza rifiuti, lo sciopero degli autobus e le strade al buio, mentre le tensioni all’interno della maggioranza complicano ancora di più la situazione

PALERMO – L’inizio del 2024 per le aziende partecipate è stato decisamente da dimenticare, tra l’ennesima emergenza rifiuti (ma si può continuare a parlare di “emergenza”?), lo sciopero degli autobus e le strade al buio per i continui guasti agli impianti di illuminazione.

Oggi la maggioranza sembra sfilacciata

Sembrano già lontani i tempi in cui venivano scelti i nuovi amministratori soppesando le nomine col bilancino per preservare gli equilibri di coalizione. Oggi la maggioranza sembra sfilacciata, pronta a litigare su tutto, perfino, com’è accaduto la scorsa settimana, su un ordine del giorno presentato in Consiglio comunale dal Pd per condannare i saluti romani durante la commemorazione della strage di Acca Larentia. L’ordine del giorno è stato votato da quasi tutta l’Aula con la sola eccezione di FdI, che ha presentato a sua volta un secondo ordine del giorno, approvato dalla sola maggioranza, con l’obiettivo di condannare “ogni strumentalizzazione politica”.

Sono mancati i numeri sulla delibera più importante: tariffe Irpef

I meloniani sono rimasti isolati e alla fine sono mancati i numeri sulla delibera più importante, quella sull’aumento (previsto dal Piano di riequilibrio) delle tariffe Irpef 2024 e 2025. Il provvedimento è stato rinviato: si tratta dell’ennesimo segnale di un centrodestra palermitano che sembra essersi impantanato, come hanno dimostrato, di recente, il tribolato passaggio di consegne in Giunta tra Andrea Mineo e Pietro Alongi e lo scontro sul nuovo regolamento sulla movida.

Bisognerà studiare una svolta per le aziende comunali

In questo clima bisognerà studiare una svolta per le aziende comunali, con i nuovi contratti di servizio e i Piani industriali, con lo spettro della privatizzazione, evocato a più riprese dal sindaco Roberto Lagalla, sullo sfondo. La Rap è reduce dall’ennesima corsa contro il tempo per smaltire gli arretrati, ovvero le cataste di spazzatura che si sono accumulate sulle strade e sui marciapiedi durante le festività, dopo che i sindacati hanno ritirato la firma sull’accordo sui doppi turni e gli straordinari domenicali. L’Amministrazione ha teso la mano alla società di igiene ambientale promettendo l’assunzione a tempo determinato di 150 fra autisti e operatori ma la Rap avrebbe bisogno di ben altro: l’iter per l’assunzione di 46 autisti e 306 operatori ecologici procede a rilento. Gli autisti dovrebbero entrare in servizio entro il 2024 mentre per i 306 spazzini bisognerà attendere il piano industriale e il budget 2024. Ed è stato proprio lo slittamento delle assunzioni a far saltare il banco con una parte dei sindacati, costringendo la Rap a ricorrere alle ruspe dei privati per togliere l’immondizia dalle strade.

Problemi per le retribuzioni dei lavoratori Amat

Contemporaneamente anche le parti sociali dell’Amat non facevano dormire sonni tranquilli all’Amministrazione con la decisione di scioperare per quattro ore lo scorso 8 gennaio. Filt-Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Ugl Trasporti, Cobas Trasporti e Orsa Trasporti hanno incrociato le braccia per chiedere il rinnovo del contratto di servizio e l’aumento delle retribuzioni dei lavoratori e sono pronti a rincarare la dose con una seconda giornata di sciopero, stavolta di otto ore: “È necessario – hanno scritto in una nota – che ai lavoratori venga riconosciuto l’adeguamento delle retribuzioni divenute assolutamente insufficienti per affrontare il caro-vita, sia per l’attuale momento d’inflazione sia perché da oltre un decennio le loro paghe non hanno ricevuto alcun aumento dall’azienda che, al contrario, ha continuamente richiesto sacrifici ai lavoratori al fine di fronteggiare un contenzioso fiscale con il Comune per la Tosap. Tale situazione ricade negativamente non solo sui lavoratori dell’Amat, che ne stanno subendo le relative conseguenze, ma anche verso i cittadini che ne pagano il costo più alto, vista la progressiva riduzione del servizio loro giornalmente erogato con una media attuale di 150 bus contro i 300 di una volta”.

Non vanno meglio le cose in Amg

Nel 2023 l’azienda che gestisce l’illuminazione pubblica e la distribuzione del gas è dovuta intervenire per riparare 7.668 guasti su un totale di 47mila punti luce, la maggior parte dei quali risalenti agli anni Settanta. Filctem Cgil Palermo, Femca Cisl Palermo Trapani e Uiltec Uil Sicilia Palermo hanno consegnato un report alla III Commissione, dal quale si evince che “nell’arco del 2023, su 47mila punti luce in totale, ci sono state 7.668 segnalazioni di guasti, corrispondenti a 20.570 punti luce al buio nelle strade. Di questi punti luce, 16.400 sono stati riparati e attualmente da riparare ne mancano 4.250. Di questi 4.250 punti luce spenti, 2.360 sono guasti dovuti alle interferenze di lavori fatti da aziende esterne che stanno ammodernando la rete elettrica, per cui la responsabilità della riparazione non è di Amg. Restano quindi 1.890 guasti di competenza Amg da riparare, purtroppo non tutti riparabili. Una quota fisiologica che denota il virtuosismo dell’azienda, se consideriamo che il personale che deve intervenire è assolutamente sotto organico. Nel ramo della pubblica illuminazione ci sono 59 dipendenti, di cui solo 30 operativi. Che, ovviamente, oltre ai punti luce, si occupano anche di impianti semaforici e della manutenzione della maggior parte degli edifici comunali. L’altro punto che abbiamo sottolineato è che non tutti i guasti possono essere riparati perché riguardano componenti o lampade non più in produzione”.

Anche in sindacati di Amg hanno minacciato il ricorso a forme di protesta più dure: “Se non avremo risposte sui temi posti, siamo pronti a riprendere la mobilitazione che è stata interrotta a fine dicembre. Il Comune, invece di parlare di privatizzazione, perché non pensa di accendere un mutuo per rifare ex novo la rete di illuminazione di Amg?”.

Anche in questo caso, inutile precisarlo, manca un piano industriale e servirebbe pure un nuovo direttore generale.

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