Il paradosso delle biblioteche in Sicilia: tante, ma poco fruibili

In Sicilia tante biblioteche, ma poco fruibili: il paradosso dell’Isola

Daniele D'Alessandro

In Sicilia tante biblioteche, ma poco fruibili: il paradosso dell’Isola

Michele Giuliano  |
sabato 24 Agosto 2024

Ci sono appena 1,4 postazioni per il pubblico ogni mille abitanti, penultimo posto in Italia: invece l'Isola è ottava per numero di strutture

Si legge poco in Sicilia, e poche sono le biblioteche in cui poter fruire di libri e strumenti di ricerca. Secondo i dati messi a disposizione dall’Istat, nel 2022 in Sicilia erano presenti 339 biblioteche, di cui 304 pubbliche e 35 private. Si tratta di appena il 5,4% del totale nazionale, che arriva a 5.861. Le biblioteche private in Sicilia rappresentano il 10,3% del totale, una percentuale ben più alta di quella nazionale, che si ferma al 6,4%. E se nella graduatoria generale delle regioni la Sicilia si pone all’ottavo posto per numero assoluto di strutture, mentre è quinta per popolazione, il tempo effettivamente disponibile per la fruizione è piuttosto ridotto. Soltanto nell’11% dei casi le strutture sono aperte da 6 a 7 giorni a settimana, contro una media nazionale del 21,2%; l’84% mettono a disposizione degli utenti da 4 a 5 giorni a settimana. In questa fascia di fruibilità la Sicilia si pone ben più in alto del resto della penisola, che si ferma al 52%.

Quante ore aperte

Parlando sempre di dati regionali, in termini di ore il 58,7% delle biblioteche siciliane sono aperte da 12 a 30 ore settimanali e soltanto il 28,8% da 30 a 40 ore settimanali. Appena il 5,3% supera le 40 ore a settimana, contro una media italiana del 9,1%. Non si tratta soltanto di ore di apertura e giorni disponibili, ma anche di quanto è reso disponile all’utenza, a partire dalle postazioni per la lettura o la consultazione fino alla presenza di connessione Internet wi fi. Quest’ultima è presente nel 59% delle biblioteche dell’Isola, circa dieci punti percentuali in meno che nel resto della penisola.

Pochissime postazioni

In termini di numero di postazioni, i risultati sono ancora più ingenerosi: sono presenti in Sicilia appena 1,4 postazioni di lettura ogni mille abitanti, il valore più basso tra le regioni. In cima alla classifica, la Valle d’Aosta, con 13,6 posti. L’indagine prende in considerazione tre tipi di strutture in base alla loro funzione: le biblioteche di pubblica lettura, che forniscono servizi generali all’intera popolazione, divulgando informazione e conoscenza nell’ambito della comunità locale; le biblioteche specializzate, ovvero le biblioteche che forniscono un supporto documentario in un ambito disciplinare ben delimitato, come ad esempio le biblioteche delle aziende o degli enti di ricerca; le biblioteche di conservazione, che assicurano l’acquisizione e la conservazione di materiale bibliografico e di documenti rilevanti per la comunità locale o nazionale, con una funzione prettamente conservativa e di trasmissione delle conoscenze.

Le localizzazioni

La maggiore quota di biblioteche di pubblica lettura è localizzata al Nord (60,2%); seguono il Mezzogiorno (27,2%) e il Centro (12,6%). Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Campania, Sicilia, Toscana e Lazio sono, nell’ordine, le prime 10 Regioni per numero di biblioteche e raccolgono quasi l’80% delle strutture complessive. In queste regioni i territori con almeno una biblioteca servono un bacino di utenza potenziale di quasi 38 milioni di persone, l’82% della popolazione totale residente. Lombardia, Marche e Veneto si caratterizzano per valori tra 1,4 e 1,2 biblioteche per 10 mila abitanti, mentre Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Campania si posizionano agli ultimi posti, evidenziando una dotazione di biblioteche non adeguata al volume complessivo di potenziali utenti che risiedono nei loro territori. Le biblioteche mettono a disposizione dell’utenza spazi dedicati a incontri e attività culturali (69,5% delle biblioteche) e spazi specificatamente attrezzati per i bambini con una età non superiore ai 6 anni (58,8%) o per i ragazzi dai 7 ai 17 anni (53,4%).

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