Crisi gas, c'è il decreto: un'ora e un grado di riscaldamento in meno - QdS

Piano gas, pronto il decreto: un’ora e un grado di riscaldamento in meno

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Piano gas, pronto il decreto: un’ora e un grado di riscaldamento in meno

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giovedì 01 Settembre 2022

Un piano di risparmio, quello del Mite, predisposto dopo i tagli conseguenti alla guerra in Ucraina ma soprattutto per renderci indipendenti e modulato sulla disponibilità che avrà il nostro Paese

Sono ancora in fase di discussione a Roma le potenziali misure da adottare per far fronte alla crisi energetica in vista dell’autunno e dell’inverno.

Con l’approvazione di un prossimo decreto ministeriale che potrebbe essere firmato a giorni diventerà operativo il piano per risparmiare gas.

Piano gas, cosa prevede il decreto

La misura vedrà lo spegnimento dei termosifoni un’ora prima nelle abitazioni private e negli uffici pubblici, con l’abbassamento di un grado per portarli da 20 a 19.

Si tratta dell’indiscrezione proveniente direttamente da Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica. Il piano sarebbe stato presentato in occasione del Consiglio dei Ministri che si è tenuto stamattina a Palazzo Chigi.

Nessun accenno, invece, all’ipotesi di mandare i dipendenti pubblici in smart working, a differenza di quanto circolato nei giorni precedenti. Nessun intervento previsto, inoltre, sul presunto spegnimento anticipato delle vetrine dei negozi.

“Il Meridione non può reggere l’onda d’urto dei rincari energetici, qui rischia di saltare l’intero sistema sociale”

Gli imprenditori del Sud rilanciano l’eco dell’urlo di dolore partito ieri dalle imprese del Nord”. Lo afferma Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, che parla a nome di tutte le 8 Confindustrie regionali del Mezzogiorno d’Italia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

“Le imprese del Mezzogiorno finora hanno resistito, eroiche, erodendo i propri margini. Ma i rincari incontrollabili dei costi dell’energia, del gas, del carburante, l’ennesima tempesta insomma sarà il colpo di grazia – aggiunge – Andiamo incontro a tempi drammatici e le imprese non possono restare sole. Urge un intervento netto, convinto e drastico del governo, altrimenti salterà un intero sistema sociale nazionale, che già comincia a sgretolarsi. Ogni giorno che passa sempre più imprenditori sono costretti a interrompere la produzione perché schiacciati dagli extracosti energetici. E per ogni impresa che si ferma, una filiera si indebolisce. È raddoppiato il ricorso alla Cassa Integrazione. E se finora i rincari hanno colpito le imprese, adesso la spinta inflattiva piegherà violentemente i prezzi al consumo”.

“Non c’è più spazio per studiare alternative, non c’è più tempo da aspettare. Subito i provvedimenti necessari: urge fermare la corsa dei prezzi di gas ed energia elettrica. Urge il price cap, il tetto al prezzo del gas”, sostiene Albanese che, in linea con le proposte del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, sollecita “il tema della necessità di mettere in sicurezza il nostro Paese e mantenere l’industria competitiva”.

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