Piano urbanistico generale, Regione siciliana “in soccorso” dei Comuni - QdS

Piano urbanistico generale, Regione siciliana “in soccorso” dei Comuni

Piano urbanistico generale, Regione siciliana “in soccorso” dei Comuni

Simone Olivelli  |
giovedì 10 Ottobre 2024

Pubblicata la graduatoria degli Enti ammessi al contributo per la redazione del Piano urbanistico. In alcuni casi gli strumenti regolatori risalgono addirittura agli anni Settanta

Oltre un milione di euro. Con questa cifra ripartita all’interno di una graduatoria pubblicata dal dipartimento Urbanistica, la Regione siciliana assisterà quasi una trentina di Comuni dell’isola nella redazione del Piano urbanistico generale (Pug), lo strumento di pianificazione che da qualche anno ha preso il posto del piano regolatore generale

Le somme sono prese dal fondo di rotazione per l’urbanistica, istituito dall’Ars nel 2021 con la legge finanziaria regionale. Da allora, ogni anno, gli enti locali possono chiedere di ricevere il contributo per accelerare iter che da una parte all’altra dell’isola, tanto nelle grandi città che nei piccoli centri, spesso si caratterizzano per lentezza legata anche alla penuria di risorse da investire. E ciò nonostante il Pug – e prima di esso il Prg – sia uno degli strumenti fondamentali per una corretta gestione dei territori, dando l’opportunità di pianificare con criterio le modalità tramite cui le singole aree possono essere utilizzate e, al contempo, imponendo dei limiti ai possibili tentativi speculativi.

Non di rado, infatti, capita di scoprire che qualche opera che si presumerebbe impossibile da realizzare finisce per essere legittimata dall’assenza o dall’eccessiva vetustà dello strumento regolatore. In tal senso, proprio il fattore temporale legato all’ultimo aggiornamento del piano urbanistico è stato inserito tra i criteri di priorità con cui il dipartimento regionale ha stilato la graduatoria. Agli enti locali che presentavano istanza per mettere mano a piani eccessivamente vecchi è stato attribuito un punteggio maggiore. Altri fattori tenuti in considerazione per la ripartizione delle risorse sono stati la dimensione demografica dei centri e lo stato di avanzamento dei Pug.

I Comuni che accederanno ai fondi

Scorrendo la graduatoria si scopre che ad accedere ai fondi saranno Comuni ricadenti in otto delle nove province in cui è ripartita la Sicilia, e tutti di piccole e medie dimensioni. Focalizzando l’attenzione sulle date relative alle ultime approvazioni dei piani, emerge che in tre casi si tratta di strumenti che risalgono addirittura agli anni Settanta mentre in alcuni casi si tratterà di rimaneggiare piani approvati poco più di un lustro fa. Per quanto riguarda le cifre, i contributi variano da 35mila a 45mila euro.

La provincia con più Comuni che avranno accesso al fondo di rotazione è quella di Messina. Qui a ricevere le somme saranno i centri di Tusa (45mila euro) e Santa Teresa di Riva (35mila euro), dove il piano regolatore manca dal 1979, Librizzi (35mila euro, 1981), Novara di Sicilia (45mila euro, 1982), San Salvatore di Fitalia (35mila euro, 1983), Sant’Agata di Militello (45mila euro, 1988), San Marco d’Alunzio (35mila euro, 1993), Oliveri (35mila euro, 2022), Monforte San Giorgio (45mila euro, 2006) e Capri Leone, dove con 35mila euro si andrà ad aggiornare l’ultimo piano approvato nel 2017.

Nel Palermitano, i Comuni beneficiari delle risorse saranno: Marineo (45mila euro, 1989), Terrasini (35mila euro, 1999), Santa Flavia (35mila euro, 2000), Camporeale (45mila euro, 2005) e Bagheria (45mila euro, 2017). Cinque invece gli enti locali dell’area etnea che si sono piazzati in graduatoria: Belpasso (45mila euro, 1993), Viagrande (35mila euro, 1999), San Pietro Clarenza (35mila euro, 2004), Gravina di Catania (35mila euro, 2008) e Castel di Judica, a cui andranno 45mila euro per l’aggiornamento del piano approvato nel 2011. Nel Trapanese i Comuni interessati dall’avviso sono tre e nello specifico Gibellina (45mila euro), dove il piano regolatore risale addirittura al 1973, Erice (45mila euro, 2001) e Buseto Palizzolo (45mila euro, 2006). Due invece i centri che ricadono nelle province di Caltanissetta ed Enna: si tratta nel primo caso di Villalba (45mila euro, 1999) e Milena (35mila euro, 2011), e nel secondo di Regalbuto (35mila euro, 2005) e Piazza Armerina (45mila euro, 2010). Un Comune soltanto, invece, per le province di Agrigento – Montevago, dove andranno 45mila euro per aggiornare il piano del 2003 – e Ragusa, con le risorse destinate ad Acate (45mila euro, 2000). Nessuna domanda, invece, dalla provincia di Siracusa.

Tra chi invece ha fatto richiesta dei fondi ma si è visto rigettare l’istanza, per motivi che comprendono anche la mancanza delle delibere dei consigli comunali relative alla revoca dell’adozione dello schema di massima dei Pug, ci sono i centri catanesi di Aci Sant’Antonio, Ragalna, Camporotondo Etneo e Valverde, il Comune di Montallegro, in provincia di Agrigento, e nel Trapanese il Comune di Castelvetrano.

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