Processo Open Arms, nuova udienza a Palermo e minacce ai pm

Open Arms, dalle minacce ai pm alle accuse a Salvini: nuova udienza a Palermo

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Open Arms, dalle minacce ai pm alle accuse a Salvini: nuova udienza a Palermo

Redazione  |
venerdì 20 Settembre 2024

Momenti di tensione a Palermo, dove prosegue il processo che vede il ministro dei Trasporti accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio.

Questa mattina, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, è partita la nuova udienza del processo Open Arms, che vede imputato il ministro Matteo Salvini. Il clima è tutt’altro che sereno, considerando le recenti minacce ai pm che si occupano del caso.

L’accusa contro del ministro è quella di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il divieto di sbarco alla nave della Ong spagnola Open Arms con a bordo 147 migranti nell’agosto 2019.

Processo Open Arms, nuova udienza a Palermo

Questa mattina parleranno le parti civili, dopo la richiesta di 6 anni di reclusione per il vicepremier avanzata nella scorsa udienza dalla procura di Palermo. Il ministro Salvini non sarà presente perché impegnato a Budapest per il consiglio informale dei ministri dei Trasporti.

Per la prima volta, al processo Open Arms, ha portato la sua testimonianza Musa, uno dei naufraghi soccorsi dalla nave Ong, assistito dall’avvocato Serena Romano. All’epoca dei fatti era ancora minorenne. Al termine della discussione, l’avvocato ha chiesto un risarcimento da 50mila euro: “La condotta dell’imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni, per le sofferenze fisiche ed emotive e per l’ingiustificato prolungamento della permanenza in mare, per il timore di essere riportato in Libia, per la violazione di tutti i diritti riconosciuti dalla nostra carta costituzionale che tutelano l’infanzia, che andava tutelata”, il suo commento.

Ad aprire il dibattito l’avvocato Michele Calantropo, legale di parte civile per l’Arci: “Il pugno duro di Matteo Salvini contro 147 disgraziati, e uso questo termine perché parliamo di persone cadute in disgrazia, era lo strumento elettorale per potersi differenziare perché in quella fase c’era uno scontro politico all’interno del governo, come hanno dichiarato alcuni ex ministri sentiti nel processo”.

“Non vi era alcuno motivo per negare il Pos, cioè il porto sicuro, non vi erano problemi di terroristi a bordo, non c’erano problemi di ordine pubblico. Quello dell’imputato era un atteggiamento marcatamente politico ed elettorale, e prima ancora mediatico, fino a sacrificare la dignità dei naufraghi, è stato un tradimento delle norme”, ha aggiunto Gaetano Pasqualino, parte civile di alcuni migranti a bordo dell’Osservatorio Noureddine nel processo Open Arms.

Le minacce ai pm

Durante la nuova udienza del processo Open Arms ha trovato spazio anche il dibattito sulle minacce ai pm Marzia Sabella, Gery Ferrara e Giorgia Righi. L’avvocato Giorgio Bisagna, legale di Cooperazione internazionale Sud Sud, parte civile nel processo, ha commentato: “C’è un clima poco sereno al processo. Si è parlato di azione politica, mentre nel dibattimento si è accertato che non è accaduto nulla di tutto ciò. Non c’è stata un’azione politica perché non è stata condivisa dal Governo, anzi è stato smentita persino dall’ex premier Conte. Quello che dispiace è il clima che si è creato. Ha prodotto aggressioni e minacce che si sono susseguite nei confronti dei pm della Procura, che sicuramente sono sintomatiche di un clima sociale che ci rende tutti poco sereni”.

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L’avvocato difensore di Matteo Salvini nel processo Open Arms, Giulia Bongiorno, ha aggiunto: “Bisogna condannare con fermezza qualsiasi tipo di invettiva, minaccia e aggressione. Da parte mia c’è la solidarietà nei confronti dei magistrati che ricevono minacce”.

Immagine di repertorio

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