Reddito di cittadinanza 2023, nuovi requisiti: ecco la Did

Reddito di cittadinanza 2023, nuovi requisiti: ecco la Did, il documento per non perderlo

Reddito di cittadinanza 2023, nuovi requisiti: ecco la Did, il documento per non perderlo

Redazione  |
domenica 05 Febbraio 2023

Tra le novità previste dall'ultima legge di bilancio c'è la presentazione di un certificato con cui si comunica l'immediata disponibilità al lavoro. Le offerte non possono essere rifiutate

Il reddito di cittadinanza nel 2023 è cambiato e tra le principali novità per non perderlo c’è la presentazione della Did, un documento indispensabile per ottenere il riconoscimento del sussidio.

Con l’ultima finanziaria, infatti, alcuni cambiamenti per chi vuole ottenere il beneficio (che sarà erogato per un altro anno) riguardano i requisiti, ancor più stringenti.

Reddito di cittadinanza, cosa è la Did

Condizione indispensabile per avere il reddito di cittadinanza è la presentazione della Did, ovvero la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Mentre in passato occorreva presentarla entro trenta giorni dal riconoscimento del beneficio (o al momento del primo incontro presso i Centri per l’Impiego), adesso è necessario consegnarlo nella stessa domanda. La lista dei beneficiari viene dunque trasmessa dall’Inps all’Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Ai percettori del reddito di cittadinanza vengono poi mostrate varie offerte di lavoro e se saranno rifiutate scatterà prima il taglio e poi la sospensione sussidio.

Reddito di cittadinanza, quante volte si può rifiutare un’offerta di lavoro

Il beneficiario, che ha quindi dato la sua immediata disponibilità al lavoro, deve accettare almeno una di due offerte congrue, mentre fino allo scorso anno erano tre. in caso di rinnovo del beneficio, pena decadenza, deve invece accettare la prima offerta di lavoro congrua e in caso di rifiuto scatta una diminuzione mensile di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui è stato dichiarato il rifiuto. Al secondo no scatta la revoca del sussidio.

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