Il programma, di cui l’Università di Palermo è partner, è risultato vincitore di un bando Ue. “Prevista la costruzione di un impianto di trattamento e la realizzazione di un tratto stradale”
PALERMO – L’Università di Palermo con il Dipartimento di Ingegneria è partner del progetto di ricerca Re-Med, risultato vincitore di un bando nell’ambito del “Programma Bacino del Mediterraneo” Eni Cbc Med 2014-20. ReMed (Innovazione per lo sviluppo dell’economia circolare ai fini di processi costruttivi sostenibili nel Mediterraneo/Apply innovation for the development of circular economy for sustainable construction in the Mediterranean) sviluppa metodologie avanzate e sperimenta tecnologie innovative in grado di trasformare i “rifiuti da costruzione e demolizione” (Rcd/Cdw) in risorse per la costruzione e la manutenzione delle strade, con lo scopo di ridurre gli impatti sull’Ambiente e sulla salute.
“Il progetto, di cui l’Università di Palermo è partner beneficiario per una somma che ammonta a 431.000 euro – spiegano i professori Gaetano Di Mino e Laura Inzerillo del Dipartimento di Ingegneria e referenti UniPa di Re-Med – prevede la costruzione di un impianto di trattamento e riciclaggio dello Rcd, facendo leva sulla transizione sociale, ambientale e digitale dei territori del Mediterraneo. Inoltre – proseguono -, è anche prevista la realizzazione di un tratto stradale, che sarà costruito utilizzando la più alta percentuale possibile dello Rcd integrante i materiali vergine convenzionali. Il programma di implementazione del progetto sarà disponibile e condiviso e via via aggiornato sulla piattaforma digitale comunitaria Re-Med creata ad hoc”.
“Il progetto – aggiungono – contempla, in termini di disseminazione e sviluppo culturale, diverse azioni quali la formazione strutturata, la divulgazione dei risultati in ambienti scientifici e la diffusione in contesti pubblici, la redazione di guide metodologiche e tecniche che preluderanno alla definizione di nuove linee guida nel campo delle costruzioni delle infrastrutture viarie, così come di modelli di economia circolare tesi all’integrazione dello sviluppo sostenibile nel settore stradale”.
“Il progetto intende coadiuvare i ministeri dei paesi partner, in particolare quelli africani, nel modificare le normative per facilitare l’impiego di almeno il 20%, nell’arco temporale del progetto, e del 40%, nel lungo periodo, di inerti riciclati attraverso il trattamento dello Rcd, nella costruzione di strade, attribuendo ad essi valore economico ed aprendo così un nuovo mercato per questa risorsa. La cooperazione tra i partner – concludono – oltre a produrre strumenti mai sviluppati nelle nazioni africane coinvolte, intende attivare una formazione transfrontaliera affinchè i futuri professionisti del settore possano applicare queste tecniche”.
Il Programma Bacino del Mediterraneo Eni Cbc Med, si legge in una nota, è una iniziativa di cooperazione transfrontaliera (Cross Border Cooperation), implementata dalla Unione europea (Ue) nell’ambito dello strumento europeo di vicinato (European Neighbourhood Instrument), quale snodo per la cooperazione tra i Paesi del Bacino del Mediterraneo, area geografica, politica, culturale impegnata ad affrontare una moltitudine di sfide globali, tra cui il cambiamento climatico, l’inquinamento, la disoccupazione giovanile e la disuguaglianza sociale.
Il programma riunisce i territori costieri di 14 paesi della Ue e partner al fine di promuovere uno sviluppo giusto, equo e sostenibile su entrambi i lati delle frontiere esterne della Ue per migliorare la vita di uomini e donne in tutta la regione. Attraverso bandi competitivi per la valutazione di proposte innovative, Eni Cbc Med finanzia progetti di cooperazione per un’area mediterranea più competitiva, inclusiva e sostenibile.
La strategia per il conseguimento degli obiettivi segue due direttrici primarie: promuovere lo sviluppo economico e sociale e affrontare le sfide comuni nell’ambiente. Il contributo complessivo della Ue al programma, per il periodo 2014-2020, è di 209 milioni di euro, di cui 188 per il finanziamento di progetti.
Quasi 20 milioni di euro sono dedicati all’assistenza tecnica al fine di garantire un’attuazione tempestiva, agevole ed efficiente del programma. Il programma contribuisce fino a un massimo del 90% dei costi di bilancio ammissibili totali dei progetti, mentre un cofinanziamento minimo del 10% deve essere fornito a livello di progetto. Il programma non prevede alcuna pre-assegnazione di fondi per Paese, il che significa che i progetti vengono selezionati solo in base alla loro qualità. Al fine di incoraggiare una reale comproprietà del Programma, almeno il 50% del budget del progetto è dedicato ad attività realizzate nei Paesi partner mediterranei.