Il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania dà ragione a Oikos sul caso relativo alla discarica a Centuripe: che succede adesso
Nel giorno della nuova indagine sui vertici di Oikos, dal Tar arriva una sentenza che in un’altra occasione sarebbe stata rivendicata dagli imprenditori come un successo. Riguarda un progetto che nel recente passato aveva fatto discutere e alimentato polemiche, che sembrava definitivamente archiviato e che invece adesso potrebbe riprendere quota. Si tratta della volontà da parte di Oikos di realizzare una piattaforma di gestione dei rifiuti a Centuripe, in provincia di Enna, in un’area a ridosso dell’area d’interesse archeologico.
La sentenza
“Il giudizio di compatibilità paesaggistica e la valutazione circa l’incidenza della realizzazione sulla conservazione dei valori paesaggistici e culturali avrebbe dovuto essere espresso in sede di conferenza di servizi”.
Il pronunciamento, che porta la firma della giudice Aurora Lento, ha al centro un parere della Soprintendenza di Enna che, nel 2019, aveva portato il Comune di Centuripe a negare la variante urbanistica nei terreni – circa duecento ettari – acquistati dalla famiglia Proto, in una zona non lontana da monte Pietraperciato. Il progetto, che prevede anche la realizzazione di una grande vasca per il deposito dei rifiuti indifferenziati, aveva incontrato le proteste dei cittadini, non solo di Centuripe ma anche di Catenuova, centro dell’Ennese in linea più vicino all’area individuata.
Cosa ha stabilito il Tar sul caso Oikos e rifiuti
Per i giudici, la tesi sostenuta dai legali di Oikos è condivisibile. “La determinazione assunta dalla Soprintendenza al di fuori dell’apposita conferenza di servizi risulta quindi illegittima”, si legge nella sentenza. Per l’impresa – in questi mesi in attesa del verdetto del Cga sulla richiesta di revocazione della sentenza che l’anno scorso aveva annullato l’Aia per l’esercizio della discarica di Motta Sant’Anastasia – l’atto prodotto dalla Soprintendenza di Enna avrebbe violato le previsioni del codice dell’ambiente, del codice dei beni culturali e della legge sul procedimento amministrativo.
Dello stesso avviso è stato il tribunale che ha annullato gli effetti di quel parere e, di conseguenza, riaperto la partita per ottenere la variante urbanistica “da zona E ad aree destinate a servizi ed attrezzature d’interesse generale”.
Cosa aveva stabilito la Soprintendenza
L’ente che fa capo all’assessorato regionale ai Beni culturali con una nota nel 2019 aveva sottolineato che l’area interessata dal progetto “è immediatamente contigua” al sito d’interesse archeologico di Monte Pietraperciato, ma non solo: lo stesso territorio di contrada Muglia lo sarebbe. “Poiché conterebbe tracce di occupazione antica”, viene riportato nella sentenza in cui viene specificato che a riguardo la Soprintendenza non ne aveva indicato “la natura, l’entità e la rilevanza”. Tra gli elementi di interesse nel territorio di Centuripe c’è poi la contrada Cuba, dove, si legge nella sentenza, “sarebbero state scoperte nel decennio scorso due tombe a tumulo di età romano-imperiale” ma anche più zone in cui sono stati rinvenuti diversi frammenti ceramici di età preistorica e di epoca rinascimentale.
“Le opere previste per realizzare la piattaforma prevedrebbero scavi, sbancamenti e uno stravolgimento dell’attuale assetto pedologico; i terreni individuati per l’intervento industriale apparterebbero a uno dei comprensori paesaggistici isolani più integri e incontaminati da punto di vista naturalistico”, aveva sottolineato la Soprintendenza per giustificare la propria posizione.
“Rimaniamo contrari”
Contattato dal Quotidiano di Sicilia, il sindaco di Centuripe Salvatore La Spina dichiara di volere attendere l’evolversi della situazione, ma conferma la propria contrarietà all’idea di vedere trasformato il territorio per far spazio a un sito di gestione dei rifiuti.
“Cercheremo di capire cosa avrà intenzione di fare adesso la Regione, se farà ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa e più in generale se intraprenderà iniziative per scongiurare la realizzazione del progetto. Il nostro – commenta La Spina – è un territorio che va protetto e valorizzato sul piano culturale. Lo abbiamo detto dal primo momento e non cambiamo idea adesso, anche perché mi sembra di capire che la sentenza si soffermi soltanto su un piano procedurale. I terreni di contrada Muglia – conclude il primo cittadino – restano d’interesse archeologico”.
Rispetto a cinque anni fa, la situazione è mutata anche sul piano della pianificazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti. Sulla scorta dello stop imposto al progetto in seguito alla mancata concessione della variante urbanistica, nel nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti non si fa cenno a impianti da realizzare a Centuripe.
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