Nell’ambito del progetto “Gela: Le Radici del Futuro”, il docufilm Lo Sbarco che ha vinto a Parigi il “Bridge of peace film festival” nella categoria “Best debut documentary”
Riappropriarsi del proprio territorio vuol dire assumere consapevolezza della propria identità, quella di una comunità che viene da lontano e che guarda al proprio futuro, quello di un territorio che ha 2.700 anni di storia, reperti archeologici e beni storici di grandissima bellezza che pochi conoscono. Come spesso accade serviva uno stimolo, quel “quid” che permettesse a una comunità di guardarsi allo specchio e riconoscersi. Ed è questo che è successo a Gela grazie a “Gela: Le Radici del Futuro”, un progetto turistico firmato dallo scrittore e regista Jacopo Fo e del project manager Bruno Patierno, realizzato con il sostegno di Eni e patrocinato dal Comune di Gela.
L’obiettivo primario è la riqualificazione urbana a partire da quanto la città offre di tanto grandioso quanto inesplorato. I protagonisti del progetto sono Gela e i suoi abitanti, studenti, giovani, anziani, professionisti ma anche enti, scuole e associazioni, che si mettono in gioco in prima persona per promuovere l’immagine della città, raccontandola e raccontandosi.
Il “modulo zero” del progetto è stata la realizzazione di un web serie, dal titolo “Italia Sicilia Gela”, che aveva l’obiettivo di realizzare una narrazione di Gela proprio dalla voce di chi, in quel luogo, ci è nato, ci vive o ci lavora. Una storia che parla di una città in particolare, ma che rappresenta simbolicamente la Sicilia nel suo insieme e la stessa Italia, costantemente combattuta tra difficoltà ed enormi opportunità.
Di particolare rilievo è la notizia che riguarda un ulteriore tassello del progetto “Gela: Le Radici del Futuro”: nei giorni scorsi, dopo essere stato selezionato, il docufilm “Lo Sbarco” diretto da Iacopo Patierno ha vinto a Parigi la categoria ”Best Debut Documentary” del “Bridge Of Peace Film Festival”, un festival cinematografico che si pone l’obbiettivo di riflettere e cercare risposte e possibili soluzioni alle problematiche che pervadono il mondo, invaso dalle guerre e dalla violazione dei diritti umani.
Giunto alla sua quarta edizione, il festival è diventato rapidamente uno dei punti di riferimento della cinematografia indipendente, quella che privilegia nelle sue produzioni le tematiche di attualità della società contemporanea. Il docufilm vincitore è stato realizzato in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’operazione Husky, nome in codice dato allo sbarco degli alleati in Sicilia, e attraverso le testimonianze di esperti, cittadini, testimoni dell’epoca e l’attiva partecipazione di studentesse e studenti dell’Istituto Morselli di Gela ha permesso di far conoscere una parte della storia del territorio e, contemporaneamente, ha unito Gela e la sua comunità all’appello internazionale di richiesta incondizionata di pace, anche grazie alla riflessione sui temi di pace e guerra che emerge dal lavoro.
Una storia semplice, ma proprio per questo efficace, che si snoda attraverso il lavoro di ricerca di un gruppo di studentesse e studenti che vestono i panni di “esploratori della memoria” e ricercatori di messaggi di pace che si immergono nella città di Gela, in Sicilia, alla ricerca della memoria che conserva il tessuto sociale gelese di quel 10 luglio 1943, data che, oltre ad essere quella dello sbarco, rappresenta un passaggio decisivo per la caduta del fascismo prima e del nazismo poi.
Attraverso le interviste effettuate a cittadine e cittadini gelesi, a testimoni dell’epoca e a storici qualificati, il film indaga sul rapporto di quell’evento con i temi di pace e guerra e approfondisce l’impatto che la guerra ha avuto sulla città e sulle persone, sia a livello individuale sia collettivo, riprendendo e registrando ricordi e memorie individuali preziose con l’obiettivo di trasformarle in memoria collettiva.
Nel visitare i luoghi simbolo dei combattimenti nella piana di Gela e sul lungomare, gli “esploratori della memoria” cercano di capire quello che si provava vivendo in quel contesto di guerra e, impersonificando gli abitanti dell’epoca, provando ad esprimere quello che potevano aver provato al momento dello sbarco.
“Lo Sbarco” propone un viaggio tra memoria storica e vita contemporanea là dove le strade e i molti luoghi del perimetro adiacente alla città portano ancora i segni dei combattimenti del 1943 e, al contempo, cerca di capire come i cittadini di Gela vivano un evento lontano e ormai superato, quali insegnamenti sia possibile trarre da quell’evento oggi e se sia possibile trasmettere l’emozione e il senso di urgenza riguardo alla necessità di preservare la memoria storica e di lavorare per la pace. è possibile conoscere nel dettaglio le diverse iniziative del Progetto “Gela: le radici del futuro” visitando il sito www.gelaleradicidelfuturo.com.