Crescono gli annunci digitali, ma il Sud resta indietro. Mezzanzanica (Unimib): “Aumentata la domanda tramite job boards”
PALERMO – Dai manager del terziario all’industria manifatturiera, la diffusione degli annunci di lavoro sul web per la ricerca di figure professionali ha conosciuto un notevole incremento nel corso degli ultimi anni. Un trend ormai particolarmente diffuso nel nostro Paese e che riguarda anche la Sicilia, la regione più dinamica del Meridione per quanto riguarda il recruiting attraverso i canali online. Anche se il Sud resta indietro.
Nel 2023 1,4 milioni di inserzioni di lavoro pubblicate sul web
Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio online Job Vacancy del Centro di formazione management del Terziario (Cfmt), in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e il Centro di ricerca interuniversitario sui servizi pubblici dell’Ateneo (Crisp), le inserzioni di lavoro pubblicate sul web nel corso del 2023 sono state complessivamente 1,4 milioni, contro i 1,3 milioni del 2022: 100mila in più nel giro di 12 mesi. Per comprendere meglio questi dati, in particolare a livello regionale, il QdS ha interpellato il professor Mario Mezzanzanica, direttore del Dipartimento di Statistica e metodi quantitativi dell’Università Milano Bicocca e direttore scientifico del Centro Crisp.
Professor Mezzanzanica, come si è sviluppata la ricerca dell’Osservatorio e quali sono stati i criteri osservati?
“La ricerca si è sviluppata attraverso l’analisi degli annunci di lavoro che vengono pubblicati sul web all’interno del nostro Paese da diversi portali. I dati vengono raccolti da Eurostat e Cedefop, che è un’agenzia europea, e questi dati vengono da noi elaborati per cercare di cogliere quali sono le dinamiche in atto nel mercato del lavoro dal punto di vista della domanda, quindi dell’esigenza delle imprese. Gli annunci pubblicati sul web a oggi sono estremamente significativi per rappresentare questa informazione e questo ci consente, sostanzialmente, di analizzare sia l’andamento della domanda sia quali sono le caratteristiche della domanda, soprattutto in termini di conoscenze e competenze richieste. In questo caso, abbiamo analizzato la domanda degli annunci dei manager del terziario, una ricerca che abbiamo attivato da diversi anni con Csmt, la Fondazione che si occupa dello sviluppo della formazione per i manager del terziario. Abbiamo osservato milioni di annunci di lavoro come abbiamo riportato nella ricerca e, in particolare, abbiamo confrontato la differenza delle dinamiche tra il 2022 e il 2023”.
E come sono cambiate queste dinamiche?
“Beh, in questi mesi, nel 2023, in termini complessivi, assistiamo da una parte a un aumento del 9% degli annunci di lavoro in Italia. Per quanto riguarda i manager del terziario di un +6%, mentre per i manager del manifatturiero abbiamo un -3%”.
A livello regionale cosa si riscontra?
“A livello regionale ciò che abbiamo osservato sono state le dinamiche del Centro, nel Nord-Est, nel Nord-Ovest, nel Sud e nelle Isole. Abbiamo visto chiaramente che il Nord-Ovest e il Nord-Est assumono la grande quantità di annunci di lavoro: stiamo parlando di valori superiori al 70% sommando le due aree. Mentre, nel Sud e nelle Isole, complessivamente, si va tra il 5% e il 14% in base alle figure professionali richieste. Per essere più puntuale, nel Sud alcune delle figure più ricercate sono i dirigenti dei servizi alberghieri e dirigenti nella ristorazione che pesano sul complessivo nazionale il 14% e il 13% rispettivamente. Poi, abbiamo le altre figure professionali come i dirigenti nei servizi delle vendite e commercializzazione, piuttosto che il commercio all’ingrosso e al dettaglio che sono il 10% rispetto ai valori nazionali. Complessivamente, il Sud e le Isole pesano il 9% rispetto al totale. Il Centro Italia è al 16%, poi abbiamo il Nord-Est con il 29% e il 46% per il Nord-Ovest”.
Quindi si nota una sproporzione a livello macroregionale. E in questo caso, la Sicilia dove si posiziona tra le regioni in un’ipotetica classifica?
“Sicuramente la Sicilia ha un ruolo significativo all’interno del Sud, più delle altre regioni. Per capirci, in particolare, sulle professioni del turismo e della ristorazione per quanto riguarda i dirigenti”.
Come si muovono le aziende nel campo del recruiting? Quali sono i canali privilegiati?
“Ciò che sta crescendo di più è la domanda sul web. Vuol dire tramite job boards, portali specializzati o i social network. Diciamo, però, che questo doppio canale del web ripropone sempre le stesse figure professionali. Il concetto di fondo è che nel web è possibile trovare oggi la grande esigenza di domanda. Poi esistono ancora i passaparola piuttosto che, in certi contesti, la ricerca e selezione. I canali tradizionali ci sono, però allo stesso tempo emerge che chi sviluppa servizi utilizzando canali tradizionali comunque pubblica ugualmente sul web per avere possibilità di maggiore selezione”.
La pandemia ha agevolato lo sviluppo del processo di ricerca online di figure professionali? E quali sono le fasce di età più ricercate?
“Assolutamente sì. La pandemia ha enfatizzato questo aspetto, infatti la crescita dell’utilizzo del web per la ricerca di lavoro e dell’emissione della domanda di lavoro è sempre più elevata. Le più ricercate sono sicuramente le fasce giovani e le fasce intermedie, meno quelle ‘senior’. Le fasce giovani le consideriamo fino ai 34 anni, quella intermedia dai 35 ai 50, quella senior superiore ai 50 anni”.
Un sistema, dunque, che continua a evolversi utilizzando le nuove tecnologie a disposizione. Al Mezzogiorno, però, resta ancora un sostanzioso divario da colmare rispetto alla parte più produttiva del Paese, che si traduce inevitabilmente in una grande difficoltà a trattenere le migliori professionalità.
Un gap che si può colmare esclusivamente con investimenti sugli strumenti digitali e sulla formazione di professionalità sempre più aderenti alle richieste del mercato.
Luigi Rizzolo (Sicindustria): “Occhio a sicurezza, verificare affidabilità di aziende e portali”
PALERMO – Una delle principali raccomandazioni per gli utenti che ricercano un impiego attraverso gli annunci online è certamente quella di prestare massima cura all’attendibilità delle inserzioni e delle aziende che pubblicano tali annunci, al fine di evitare brutte sorprese.
“In un’epoca in cui il digitale ha trasformato radicalmente il modo in cui si cerca e si trova il lavoro – afferma al Quotidiano di Sicilia il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo – è fondamentale mantenere alta l’attenzione sui potenziali rischi associati alla ricerca. Purtroppo, infatti, le truffe sono sempre più comuni”.
“È essenziale, quindi – aggiunge il presidente Rizzolo – dotarsi degli strumenti giusti per evitare di incappare in queste situazioni. Primo fra tutti, è indispensabile verificare l’autenticità delle offerte di lavoro e l’affidabilità delle aziende che le propongono, diffidando delle offerte che promettono guadagni troppo elevati in tempi brevissimi o che richiedono pagamenti anticipati per accedere a determinate opportunità lavorative”.
“Le aziende serie non chiedono mai denaro ai candidati. Un altro aspetto cruciale per verificare la qualità di un’impresa è quello legato alle misure di sicurezza garantite al lavoratore e su questo bisogna essere sempre molto attenti. Ma non solo. Occhio sempre alla sicurezza informatica, non condividendo informazioni personali o finanziarie in modo incauto e assicurarsi che le piattaforme di ricerca lavoro che utilizzano siano sicure e protette”, sottolinea ancora Rizzolo.
“Sicindustria, dal canto proprio, sta rilanciando uno strumento di fondamentale importanza, quale è Unimpiego, la società di intermediazione di Confindustria, che, con oltre 30 sedi in tutta Italia, offre un servizio di ricerca e selezione del personale. Chi vuole può registrarsi alla piattaforma www.unimpiego.it e seguire le offerte di lavoro che vengono prima vagliate dai nostri funzionari. Un esempio virtuoso di connessione tra mondo del lavoro e sistema produttivo”, conclude il presidente di Sicindustria.