Svizzera, modello di civiltà e progresso - QdS

Svizzera, modello di civiltà e progresso

Svizzera, modello di civiltà e progresso

sabato 12 Ottobre 2024

Studiarla e ispirarsi a essa

Nei due forum effettuati col sindaco di Lugano, Michele Foletti (pubblicato lo scorso 4 ottobre), e con il presidente del Gran Consiglio del Cantone, l’equivalente dei nostri parlamenti regionali, Michele Guerra (che potrete leggere nei prossimi giorni), sono emersi meccanismi di funzionamento delle istituzioni che fanno capire come quel Popolo di nove milioni di abitanti abbia sempre vissuto bene, fin dal 1848 (data della costituzione della Confederazione), non abbia mai voluto saperne né di guerre, né di partecipare a Consessi internazionali come l’Unione Europea.

Così facendo è diventato lo Stato in cui tutte le nazioni del mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Brasile alla Corea del Nord, dall’Egitto al Sud Africa, hanno i propri rappresentanti che si parlano e si confrontano, anche quando i rispettivi Paesi sono in guerra fra loro.

La Svizzera è un Paese dove tutto funziona bene, soprattutto le Pubbliche amministrazioni, sia confederali che cantonali e comunali. I ventisei Cantoni hanno una rappresentanza nella Confederazione con almeno due consiglieri e il presidente della stessa è a rotazione.

In quel Paese la Democrazia è vera, perché oltre al diritto di voto e di eleggibilità, i/le cittadini/e svizzeri/e hanno anche il diritto di esprimersi molto spesso su questioni materiali attraverso i referendum.
A Ginevra vi è la seconda sede dell’Onu, dove sono presenti i rappresentanti di ben centonovantatre Paesi di tutto il mondo. Ha sede in un quartiere super blindato in cui è quasi impossibile entrare ed è diretto da una cittadina russa, Tatiana Valovaya, la quale ci ha concesso un Forum, pubblicato il 23 febbraio dello scorso anno. In quell’occasione ci ha spiegato quanto prima scrivevamo e cioè che tutti i Paesi in guerra si confrontano nei palazzi dell’Onu ginevrino ed è lì che partono i barlumi di possibili accordi.

In quella sede, dieci giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, era nata la possibilità di chiudere subito la guerra con un accordo; accordo per altro riportato dalla rivista Foreign affairs. Ma gli Usa non vollero e hanno di fatto mandato al massacro metà della popolazione ucraina.
In Svizzera, la sanità funziona molto bene, tanto che vi sono centri di eccellenza nelle diverse branche che attirano malati da altre nazioni.
Inoltre, espressione di ulteriore civiltà, la legge consente l’eutanasia e il suicidio assistito, senza il bisogno di tutti gli artifizi che vi sono in Italia e che obbligano i malati terminali sofferenti a mantenere una vita piena di dolore che vorrebbero far cessare.

Le strade e le autostrade svizzere sono eccellenti e ben curate e, udite udite, non si paga il pedaggio: non esistono tutte le bardature e sovrastrutture italiane. Allora sono gratuite? No, si compra la cosiddetta vignetta, che oggi costa quarantaquattro euro, da applicare sul parabrezza della propria auto per poter circolare liberamente in tutte le autostrade. D’altro canto, i limiti di velocità sono rigorosissimi, con controlli severi, per cui chi circola in quei Cantoni spesso si vede recapitate in Italia contravvenzioni pesanti che possono comportare denunce e possibili processi.
I trasporti pubblici sono comodi, puntuali e collegano tutto il Paese, anche le zone più recondite.

La Pubblica amministrazione è fatta da persone che fanno il proprio lavoro senza lamentarsi e con professionalità, per cui il/la cittadino/a svizzero/a, ma anche quello/a straniero/a, provvisoriamente residente in quel Paese, può andare al Comune a farsi rilasciare qualunque documento senza file e senza oneri.

Il sistema della cittadinanza funziona grossomodo in questo modo: in quasi tutti i Cantoni, dopo cinque anni di residenza, si acquisisce la cittadinanza del Comune, dopo otto quella del Cantone e dopo dieci quella della Confederazione. Un titolo molto importante perché avere il passaporto rosso-crociato consente di circolare ancora più liberamente in tutto il mondo.

Molti altri aspetti che non abbiamo potuto trattare in questo editoriale fanno della Svizzera un Paese dove si vive bene sotto il profilo sociale, culturale, economico, ambientale e altro. Un modello che le nostre Amministrazioni centrale e locali dovrebbero studiare e tentare di imitare.

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