Truffe on line, fenomeno in crescita: mai condividere dati personali

Truffe on line, fenomeno in crescita: mai condividere dati personali

Truffe on line, fenomeno in crescita: mai condividere dati personali

Redazione  |
martedì 11 Ottobre 2022

"Non bisogna mai condividere dati personali e informazioni di carattere finanziario con chi non conosciamo", ammonisce subito Andrea Unger, trader internazionale

Siamo tutti a rischio, nessuno escluso. Le truffe finanziarie sono un fenomeno dilagante che prende di mira chiunque, senza fare distinzione di sesso, età, livello culturale, economico ed estrazione sociale. L’iper connessione che caratterizza le nostre vite ci ha reso tutti sempre più vulnerabili. Siamo costantemente bersagliati da messaggi di sedicenti guru della finanza che promettono soldi facili con un semplice clic. Li troviamo ovunque. Sfruttano le nuove tecnologie, da Telegram a WhatsApp, passando per il Metaverso. Impazzano sui social network, fanno capolino mentre navighiamo su Internet attraverso improvvise finestre pop-up. Inviano SMS ed e-mail con link da cliccare o allegati da scaricare, chiamano più e più volte al telefono, celandosi anche dietro falsi profili.

“Non bisogna mai condividere dati personali e informazioni di carattere finanziario con chi non conosciamo”, ammonisce subito Andrea Unger, trader internazionale, unico ad aver vinto per 4 volte il campionato del mondo di Trading nella categoria Futures. “Diffidiamo da richieste di trasferimento di soldi, specie se avvengono tramite carte di debito precaricate, regalo o moneta virtuale. Non apriamo finestre pop-up che pubblicizzano investimenti economici, messaggi di testo, allegati o collegamenti nelle e-mail che provengono da indirizzi di posta elettronica sospetti o a noi sconosciuti. Prestiamo attenzione alle richieste di modifica di dati finanziari e utilizziamo password diverse per accedere ai servizi online. Quando viene fatta una proposta di investimento, verifichiamo sempre la fonte, inoltre, diffidiamo da chi promette guadagni facili e in poco tempo”.

A rendere il fenomeno ancora più preoccupante è il fatto che i tentativi di frode si fanno sempre più sofisticati e pericolosi. È notorio il caso della New Financial Technology (Nft), società di Silea che prometteva ai propri clienti rendimenti mensili del 10% grazie a un complesso algoritmo per le criptovalute. Due dei tre soci che gestivano la società sono svaniti nel nulla, così come i 100 milioni di euro, sottratti ai 6.000 investitori per lo più del Nord Italia. “Le frodi possono riguardare investimenti in azioni, moneta virtuale, Nft, scommesse sportive e promozioni di applicazioni mangiasoldi – spiega Unger – e avvengono principalmente online, tipologia che in gergo viene definita ‘scam’, tramite invio di e-mail (phishing), Sms (smishing), WhatsApp e al telefono (vishing)”.

Quello delle truffe è un fenomeno in costante crescita che segna numeri spaventosi. Attualmente parliamo di 260 milioni di casi al mondo, con un aumento del 15% rispetto al 2020 e perdite di 41,3 miliardi di Euro (Investingoal). A livello nazionale le cose non vanno meglio. L’Italia è la nazione dove le truffe online sono cresciute maggiormente rispetto al resto d’Europa, con danni stimati intorno ai 2mila euro pro capite. Sono numerosissime,

infatti, le segnalazioni che ogni giorno arrivano al Centro Europeo Consumatori (Cec) Italia, e i recenti casi di attualità dimostrano come chiunque possa essere raggirato. Giusto per citarne un paio: la frode ai danni di un pensionato aretino che in poco più di due mesi ha visto volatilizzarsi un milione di euro; oppure i 170 casi di truffe legate al trading online registrate in Emilia Romagna. Solo nei primi otto mesi del 2022 in questa regione si sono generate delle perdite del valore di 5 milioni. Ma non finisce qui, purtroppo. Attenzione, ad esempio, a quello che viene definito “Schema Ponzi”. “Si tratta di uno dei modi più sofisticati e più subdoli di truffare le persone”, chiarisce Unger.

“I sedicenti guru, per rendersi ancora più credibili agli occhi della vittima, in una prima fase tendono ad accontentare il malcapitato. Accolgono le sue richieste di riscattare una parte dell’investimento, utilizzando un po’ delle somme versate dai nuovi investitori. Dopodiché, quando le richieste di riscatto si accumulano, il sistema si arresta e i truffatori spariscono con i soldi”. E c’è di più, da vittime ci si può trasformare a inconsapevoli promotori di truffe. “La possibilità di guadagni iniziali, che scaturiscono proprio dallo schema Ponzi, rendono le persone inconsapevoli promotori della truffa stessa. In che modo? Consigliando a loro volta, ad amici e parenti, lo stesso investimento”. L’unica difesa è l’alfabetizzazione finanziaria. “Una buona formazione finanziaria permette di investire in maniera consapevole. Anzi, dovrebbe essere insegnata a scuola, soprattutto perché i ragazzi italiani, a livello europeo, sono tra quelli che hanno maggiori lacune”. In ultimo, è bene ricordare che non si deve mai mettere subito mano al portafoglio. “Molte persone con grande facilità effettuano bonifici, anche per grandi importi, dando del denaro a persone che si presentano solo al telefono. Solo per fare un esempio, so di una persona che è stata truffata di ben 800mila euro. I risparmi di una vita di sacrifici”, conclude Unger. “Mai fare cose del genere”.

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