“Nell’ottica di un recupero del clima di fiducia tra gli Stati membri”
ROMA – “L’Unione europea ‘ripensi’ il bail-in, la cui applicazione ha sollevato non poche perplessità, e completi la riforma strutturale della Bce che deve diventare banca prestatore di ultima istanza per assicurare il debito pubblico di ogni Paese membro, convincere i mercati della loro solvibilità e difenderli dalle manovre speculative”.
È quanto scrive il Cnel in un documento di osservazioni e proposte sul ‘Processo di integrazione dell’Unione bancaria europea’, approvato dall’assemblea e condiviso dalle parti sociali e dalle forze produttive, contenente “11 proposte ben definite sulla riforma del sistema bancario europeo, il ruolo della banca centrale e il bail-in, nell’ottica di un recupero del clima di fiducia tra gli Stati membri”. Il Cnel e le 38 forze sociali rappresentate nel Parlamentino, anche alla luce dei casi italiani e delle ultime sentenze in materia, chiedono al nostro Paese di prendere una posizione definita in ambito europeo: “Occorre superare un modello basato esclusivamente sulla proposizione di riforme strutturali improntate all’austerità e che incidono principalmente sulle fasce più deboli della società. Per contribuire attivamente allo sviluppo dell’Unione e innescare stimoli adeguati all’economia, la politica monetaria dovrebbe essere coordinata con quella fiscale attraverso operazioni ‘federali’, in modo da impedire l’aumento dei tassi sui titoli sovrani dei Paesi più rischiosi”, come si legge nel punto 11 del documento.
“È necessario prevedere modalità di risarcimento del danno patrimoniale causato a risparmiatori incolpevoli mediante un più rapido accertamento giudiziario definitivo delle responsabilità. L’impianto di contenimento più efficace dei rischi di contagio e delle perdite all’interno del sistema economico non tiene sufficientemente in considerazione il dato dimensionale dell’impresa bancaria e restano carenti meccanismi specifici per le banche più piccole”.
Con specifico riguardo al caso italiano, “il Cnel ritiene inaccettabile un trasferimento degli oneri delle crisi sui contribuenti, in considerazione del discutibile livello di equità del nostro sistema fiscale e dei margini di evasione ed elusione che esso consente – è scritto ancora nel testo – Il Governo ha inserito nella propria agenda la revisione del sistema di risoluzione europeo e dei meccanismi di gestione delle crisi, con particolare riferimento al bail-in, con l’intento di contribuire alla discussione in corso sul completamento dell’unione bancaria e sul rafforzamento dell’unione monetaria e identificando una soluzione che concili l’esigenza di contrastare pratiche di azzardo morale, connesse alle aspettative di bail-out con la necessità di contenere i rischi di instabilità finanziaria e bancaria”.