La situazione è lievemente migliorata; nel mese di febbraio sono entrati in servizio due colleghi magistrati: uno per trasferimento ed il secondo per nuova nomina. Avevamo nel 2011 una pendenza di 63 mila ricorsi, ma a fine anno confido sulla possibilità di arrivare ad una pendenza di 56 mila ricorsi. Nel mio discorso d’apertura dell’Anno Giudiziario avevo espresso che sarebbe stato necessario il subentro di un maggior numero di unità. Abbiamo le segreterie composte da un direttore e due funzionari che si occupano rispettivamente dei ricorsi in camera di consiglio e del merito, ma per il carico di lavoro da gestire occorrerebbero più unità; il personale ausiliario oltre ad occuparsi della movimentazione in sezione, deve anche provvedere alla sistemazione dell’archivio. Come si può comprendere, purtroppo il personale è al di sotto dell’organico previsto per soddisfare le esigenze delle Sezioni. Il lavoro è enorme e il carico poggia sull’organico limitato che attualmente compone le nostre sezioni”.
“Certamente. Abbiamo da gestire 4 sezioni di cui due sezioni ciascuna composta da 5 magistrati e le altre due sezioni ognuna formata da 4 magistrati compreso il presidente. Per venire incontro alle esigenze, dettate dalla mole del contenzioso di questo T.A.R., avremmo bisogno almeno di altri 7 magistrati al fine di istituire un’altra Sezione. Dall’ultima pianta organica si rileva che del personale amministrativo mancano ben 8 unità, anche il dirigente della struttura è con incarico ad interim. Devo aggiungere che l’organico del personale amministrativo è stato ridotto, infatti erano molti di più. Negli anni 90 c’erano circa 50 unità, ma il personale andato in pensione non è stato rimpiazzato.
I nostri magistrati hanno un sovraccarico di sentenze, la nostra segreteria si trova a volte in difficoltà nell’espletare le sue funzioni. Rincuorante, però, è il fatto che tre unità di personale comandato avranno la possibilità di passare di ruolo, questa per noi è una buona notizia e con questo supporto anche lo svolgimento del lavoro di segreteria sarebbe più velocizzato. Con il passaggio di ruolo avremmo così un direttore di Sezione e due operatori amministrativi stabilmente in organico”.
E’ molto importante, ci da una mano a velocizzare alcuni passaggi, ma ancora utilizziamo in parte il vecchio sistema, anche se ci stiamo pian piano allineando. Sarebbe importante per noi ottenere la firma digitale, così si eviterebbero doppi passaggi fra il cartaceo e l’informatizzato. Il volume del cartaceo è ancora notevole e con la digitalizzazione si eviterebbe lo spreco di tempo ottenendo risparmio di denaro. C’è da dire che con la digitalizzazione si acquisiscono i documenti inviati dagli avvocati e se ne può prendere visione immediatamente senza bisogno di spostarsi. Comunque, già da tempo stiamo operando un’attività di sensibilizzazione nei confronti del foro affinché, col deposito degli atti in formato digitale, si vada verso una completa informatizzazione del fascicolo di causa.
Il personale potrebbe essere ben coadiuvato da questo sistema, considerato che le esigenze di un Tribunale sono tantissime. Cerchiamo anche di sollecitare per ottenere la digitalizzazione a tutto campo, ma dipende dal potere legislativo ed esecutivo, gli adempimenti non sono semplici. Ci sono stati consegnati anni fa degli strumenti, ma ancora oggi non sono stati a pieno utilizzati, nonostante le nostre sollecitazioni, non sono stati compiuti passi in avanti”.
“E’ il settore degli appalti, ma bisogna distinguere che gli appalti sono di tre tipi: lavoro, forniture e servizi. La prima sezione e la quarta sezione si occupano di appalti di lavori, oltre che di altre materie. L’edilizia dovrebbe avere invece una sezione a sè per l’enorme mole di ricorsi in questa materia. Moltissime sono le esecuzioni di giudicato causate dal fatto che la Pubblica Amministrazione non paga. Sono tanti i Comuni che non hanno fondi e data l’attuale situazione sono in default. Ad esempio i comuni di Comiso, Modica, Augusta sono in una situazione critica. Spreco di tempo dunque perché dopo avere studiato ed esaminato i ricorsi non possiamo procedere. Ciò che mi rende perplesso è il fatto che nonostante ci sia crisi nel settore dell’edilizia il numero di contenzioso in questa materia è sempre elevato”.
Quando si tratta di corruzione, di mazzette negli appalti, fenomeno grave, interveniamo inviando gli atti alla Procura competente in materia penale”.
“Probabilmente verso marzo 2013. Mi auguro che la relazione possa confermare una diminuzione del 12% del contenzioso pendente nell’anno 2012. Di fatto subiamo delle oscillazioni. Da tre anni a questa parte c’è stato prima una diminuzione del 2%, siamo poi passati al 5% dell’abbattimento del carico pendente. Il fatto è che siamo partiti da numeri troppo alti, ciò non ci consente di auspicare l’azzeramento a breve”.
“L’abbattimento dell’arretrato, come già detto, tramite lo strumento del decreto di perenzione è una valida soluzione prevista dal Codice del Processo Amministrativo.
Vi era anche la previsione della creazione di “Sezioni Stralcio” funzionali allo smaltimento dell’arretrato di ricorsi pendenti. Previsione normativa mai realizzata per mancanza di fondi, che però a fronte della creazione di nuove sezioni, non avrebbe previsto ulteriore personale, ma solo un incremento lavorativo per l’organico già esistente”.
“Il lavoro delle perenzioni coinvolge tutto il personale amministrativo che, in aggiunta al proprio carico ordinario di lavoro, invia gli avvisi necessari per la decorrenza dei termini al fine di dichiarare la perenzione e prepara i relativi decreti. Inoltre, nell’anno 2011, è stato istituito un apposito ufficio, al quale purtroppo abbiamo potuto destinare una sola unità di personale, che in prevalenza si occupa della preparazione dei decreti di perenzione. E’ grazie all’eccezionale impegno del personale amministrativo che nell’anno 2012 abbiamo potuto pubblicare ad oggi circa 8.200 decreti di perenzione”.
“La giacenza è determinata in funzione del differenziale fra i ricorsi in entrata e le decisioni per ciascun anno, che negli anni precedenti, soprattutto intorno agli anni 90, ha determinato un carico pendente incrementato sui 5.000 ricorsi l’anno.
I provvedimenti di sospensione, pur sempre numerosi, non possono essere considerati statisticamente in quanto non determinano la chiusura dei provvedimenti.
Posso dire che, per quanto riguarda i ricorsi introitati, abbiamo calcolato circa 400 ricorsi in meno rispetto all’anno precedente. Infatti alla data del 4 dicembre 2011 erano stati depositati 3.473 ricorsi, attualmente siamo a 3.037.
Probabilmente la riduzione dei ricorsi è dovuta anche all’inasprimento degli importi richiesti a titolo di contributo unificato, secondo una tendenza comune anche ad altri uffici giudiziari analoghi”.