Ecobonus a rischio, un settore in bilico - QdS

Ecobonus a rischio, un settore in bilico

Rosario Battiato

Ecobonus a rischio, un settore in bilico

giovedì 27 Dicembre 2012

L'80% del contributo per le “autostrade del mare” arriva in Sicilia, tremano centinaia di imprese dell’autotrasporto. L’autotrasporto attende notizie dall’Unione europea, che ha bollato l'incentivo come “aiuto di Stato”

PALERMO – Potrebbe rappresentare il colpo di grazie ad un settore che, facendo parte dell’indotto produttivo siciliano, soffre di una grave crisi di sistema. L’80% dell’ecobonus (gli incentivi economici assegnati alle ditte di autotrasporti che utilizzano le cosiddette “autostrade del mare”) giunto in Italia negli anni passati è stato destinato a imprese siciliane di autotrasporto. L’Ue lo ha bollato con la consueta formula degli “aiuti di Stato” e il governo italiano pare essersi rassegnato.
Lo scorso 12 dicembre l’incontro tra rappresentanti del Governo e degli autotrasportatori ha stabilito la ripartizione dei 400 milioni di euro stanziati per il settore nel 2013. L’accordo, che dovrà essere formalizzato attraverso l’emanazione dei decreti attuativi, ha stabilito che non sarà previsto l’ecobonus. Per gli anni passati ancora in bilico l’Ue dovrebbe decidersi nei prossimi giorni. L’Europa, infatti, ha classificato questa misura al capitolo “aiuto di Stato” e quindi sottoponendola alle relative norme che ne inibiscono l’utilizzo dopo i tre anni concessi, sottoponendo l’Italia, che si accingeva ad erogare il quarto anno di contributi, a procedura formale d’indagine.
La situazione per il sistema autotrasporto è grave, ma potrebbe anche diventare peggiore visti gli investimenti che potrebbero saltare dopo che nel triennio 2007-2009 l’ecobonus e quindi l’incremento dell’utilizzo del sistema combinato strada-mare aveva indotto gli armatori ad attivare nuove rotte.?Una trappola non voluta, ma alimentata dal Governo nazionale che, dal canto suo, aveva sempre rassicurato il settore circa la continuità degli incentivi oltre il terzo anno.?Certezze che erano giunte con impegni finanziari per i traghettamenti 2010 e 2011, nonché il decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti del 31.01.2011 per i traghettamenti 2010.?Se nel triennio 2007-2009 le imprese di autotrasporto erano in crisi, in questo momento sono al collasso e il solo ammettere la possibilità di negare l’ecobonus 2010 e 2011 potrebbe lasciarne diverse sul lastrico.
Si lavora anche a livello nazionale.
È stato approvato alla Camera dei deputati l’odg presentato da Garofalo e Gibilino all’interno del Ddl Stabilità, che impegna il governo ad intervenire nei riguardi della Commissione Europea, affinché “riconsideri la disposizione secondo la quale gli incentivi a favore delle imprese di autotrasporto che utilizzano le vie marittime anziché il trasporto su strada sono considerati come aiuti di Stato” oppure, in alternativa, trovare per il triennio 2012/2014 “differenti forme di incentivi”. Per il 2010 e il 2011 bisognerà agire per la liquidazione delle domande di rimborso, ancora sospese, dopo che lo scorso 5 ottobre la Commissione europea ha ribadito la non conformità del contributo concesso agli autotrasportatori nel 2010.
In ballo ci sono circa 600 aziende siciliane dell’autotrasporto che, al di là della gestione allegra dei fondi negli passati, viaggiano sulle famose autostrade del mare risparmiando tempo, denaro e incidendo meno sull’ambiente.
Calcolando che allo stato dei fatti, in assenza di infrastrutture adeguate per trasporta le merci isolane che il 90% viaggiano su gomma, l’ecobonus permette un bel risparmio. Secondo dati del ministero, ad esempio, la tratta Palermo-Napoli per un autotreno a quattro assi a pieno carico su strada costa normalmente più di 560 euro (calcolando gasolio, pedaggi, biglietto per il traghetto, tasse e spese varie), mentre via mare si arriva a 224 euro grazie a poco meno di 100 euro di ecobonus.

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