La rinnovata alleanza con Berlusconi spacca Grande Sud - QdS

La rinnovata alleanza con Berlusconi spacca Grande Sud

Andrea Carlino

La rinnovata alleanza con Berlusconi spacca Grande Sud

mercoledì 20 Febbraio 2013

L’accordo con il Pdl e la Lega Nord divide gli esponenti politici del movimento arancione: transumanza fulminea verso altri partiti politici. Fleres: “Non mi riconosco più nella linea del partito”. Cimino: “È solo un grande bluff, mai più con la Lega Nord”

CATANIA – “Far valere la propria forza in Parlamento per poter ottenere quello che fino ad oggi ottiene solo la Lega Nord".
Così Gianfranco Miccichè, deus ex machina dell’iniziativa, commentava la fondazione di Grande Sud, creatura politica nata nel luglio 2011.
Grandi speranze per un partito nato come contraltare della Lega Nord, ma che ha dovuto fare i conti con gli strascichi della rinnovata alleanza con Silvio Berlusconi che ha portato alla transumanza fulminea di molti esponenti politici, da deputati nazionali ad amministratori locali, verso altri lidi politici.
Al momento della sua nascita la formazione politica poteva contare su 13 deputati e 4 senatori, molti dei quali fuoriusciti dal Popolo della Libertà.
Nell’ottobre 2012, Miccichè si candidava alle elezioni come governatore della Regione siciliana, sostenuto dal Partito dei Siciliani e da Futuro e Libertà. La sua candidatura, nata in contrasto con il Pdl, dopo una precedente ipotesi di accordo nell’area del centrodestra legata alla candidatura dell’ex presidente della Provincia di Catania Nello Musumeci, catalizzò più di 300 mila voti pari al 15% dei suffragi e alla prova dei fatti determinanti per la sconfitta del candidato del Pdl e la vittoria del candidato del centrosinistra, Rosario Crocetta.
La politica nostrana, però, è fatta di clamorosi ritorni e in vista delle imminenti elezioni politiche, Miccichè torna indietro e ricompone la frattura con Berlusconi e rientra nella coalizione di centrodestra capeggiata dal Popolo della Libertà.
Nelle intenzioni del Cavaliere, Grande Sud e il Partito dei Siciliani dovrebbero essere il corrispettivo della Lega Nord per il Meridione. Questo passo indietro di Miccichè, dopo i dissapori della scorsa estate, ha lasciato pesanti strascichi all’interno della formazione sicilianista. Un terremoto che ha coinvolto diversi esponenti di spicco: gli esponenti nazionali Salvo Fleres, Ugo Grimaldi e Francesco Stagno D’Alcontres si sono dimessi dal loro incarico di coordinatori provinciali di Catania, Enna e Messina ed hanno deciso di dare vita ad una rete civica del Sud.
Contattato dal Qds, il senatore Fleres ha confermato la scelta di abbandonare Grande Sud in decisa contrapposizione con la rinnovata alleanza con il Pdl: “Non mi riconosco più nelle linee del partito. Ho deciso di fondare con gli onorevoli Grimaldi e D’Alcontres una rete civica che per definizione non è al momento collocabile in nessuna area politica anche se non escludo nessuna possibilità di apparentamento in futuro”.
Sul futuro di Grande Sud, Fleres si limita ad un laconico: “Essendo ormai fuori dal partito, questi sono problemi di Miccichè”. Anche tra i deputati regionali all’Ars non sono mancati i malumori e diversi sono fuoriusciti dal gruppo consiliare che all’indomani delle elezioni poteva contare su 4 deputati.
Hanno abbandonato il gruppo i deputati Cimino e Savona, ora composto solo dai consiglieri Lantieri e Grasso. Il deputato Michele Cimino al Qds parla di “grande bluff” e accusa Miccichè di avere tradito le aspettative dei siciliani e di aver stretto un nuovo accordo con il Pdl, senza confrontarsi con i dirigenti e con la base. 
“Non accetto di essere alleato della Lega e del Pdl perché questi partiti hanno danneggiato gravemente la Sicilia. Bisogna dare maggiore attenzione alle istanze meridionaliste e non si può farlo continuando ad allearsi con chi è lontano dalle esigenze del Sud. Non c’è futuro se non si hanno a cuore i problemi dei siciliani”.
L’ex assessore regionale è appena entrato nell’orbita del movimento del governatore Crocetta, “il Megafono” e ha lanciato con un altro esponente fuoriuscito, il siracusano Titti Bufardeci, il movimento Voce Siciliana.

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