Decreto paga-debiti articolo 37 e sanzioni - QdS

Decreto paga-debiti articolo 37 e sanzioni

Decreto paga-debiti articolo 37 e sanzioni

sabato 13 Aprile 2013

Per la Sicilia, partita di giro

Il decreto legge 35/13 è entrato in vigore il 9 aprile e riguarda, come è a  tutti noto, il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, maturati al 31 dicembre 2012.
è un corposo provvedimento di 13 articoli e decine di commi, per complessive 46 pagine. Bisogna leggerlo tutto per uscire dal superficiale riporto che ne fanno le agenzie di stampa, i cui giornalisti spesso non si avventurano nei meandri di normative di difficile comprensione se nel background di ognuno di essi non vi è la solida preparazione giuridica e la capacità di capire il linguaggio tecnocratico.
Bisogna fare un grosso sforzo, anche per chi è competente, per decriptare decreti e leggi che vengono emanati dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento, norme in conflitto con la Costituzione italiana che prescrive un linguaggio chiaro e comprensibile da tutti i cittadini e non solo dai tecnici.
A prescindere da questa banale osservazione, qualcuno sostiene che le leggi sono scritte volutamente in modo oscuro, per non farsi comprendere.

Esaminiamo rapidamente il decreto 35/13. I criteri più importanti includono termini perentori: Comuni e Province devono accreditarsi alla piattaforma informatica del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria generale) entro il 29 aprile, mentre entro il 30 devono elencare le fatture dei fornitori per procedere ai pagamenti in caso di liquidità propria e alla richiesta di prestiti alla Cassa depositi e prestiti, se non in possesso di liquidità.
Entro il 15 maggio, il Mef autorizza gli importi ed entro il 30 giugno gli enti territoriali devono comunicare il piano di pagamenti. Entro il 15 settembre le amministrazioni verificano i crediti scaduti al 31 dicembre 2012 e le banche i crediti che hanno comprato (pro soluto) dalle imprese.
Sono poi affidate alla legge di stabilità 2014, che dovrebbe essere proposta dal nuovo Governo e approvata dal Parlamento entro il 15 ottobre, le modalità di pagamento riguardanti l’anno prossimo.
Il decreto prevede di rendere disponibili 2,3 mld € immediatamente e 26 nel corso dell’anno. Altri 20 mld sarebbero previsti nel 2014.

 
Un criterio importante inserito nel decreto riguarda la responsabilità individuale dei dirigenti (ai sensi del Dlgs 165/01) se non rispettano le scadenze prima indicate. A essi verrà, altresì, addebitata una sanzione pecuniaria pari a 100 € per ogni giorno di ritardo della registrazione sulla piattaforma elettronica del Mef (art. 7, c. 2).
Nel decreto si sostanzia una situazione di fatto fra enti locali virtuosi ed enti locali viziosi. Per i primi vi è l’allentamento del Patto di stabilità, secondo cui chi ha già disponibilità liquide può procedere autonomamente ai pagamenti delle fatture scadute.
Per i secondi, invece, proprio per i loro vizi basati sulla cattiva amministrazione e sul sistema clientelare che ha fatto gonfiare indebitamente gli organici, la questione è più problematica. Infatti, essi possono chiedere il finanziamento alla Cassa depositi e prestiti solo se rispettano i parametri di virtuosità.

E veniamo allo sbandierato accordo con la Regione siciliana. L’art. 11 prevede che è attribuito all’ente il gettito delle imposte sui redditi prodotti dalle imprese industriali e commerciali, aventi sede legale fuori dal territorio regionale, in misura corrispondente alla quota riferibile agli impianti e agli stabilimenti ubicati all’interno dello stesso.
Una macroscopica omissione riguarda non aver riferito tale accordo anche alle banche e alle assicurazioni. Entrambe le categorie continueranno a versare l’Ires allo Stato e non alla Regione siciliana.
Il Mef dovrà emettere un decreto, da emanarsi entro 30 giorni (9 maggio) d’intesa con l’assessorato regionale all’Economia della Regione siciliana, per stabilire le modalità. Intanto, vengono stanziati 49 mln € per il 2013, 50,2 per il 2014 e 52,8 per il 2015.
Ma, c’è un ma, grosso come una casa. A questi impegni di spesa corrispondono, mediante partite di giro, risorse che già erano destinate alla Sicilia. Più precisamente sottratte all’edilizia agevolata (c. 3 lettera b), riduzione dell’autorizzazione di spesa (c. 3, lettera c) e ulteriore riduzione di spesa (c. 3, lettera d). Una bella scoperta quest’accordo. Suvvia, siamo seri!

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