“Le elezioni amministrative, storicamente, non hanno mai riservato al centrodestra grandi soddisfazioni. Noi abbiamo sempre registrato dei dati decrescenti dalle politiche fino alle regionali e alle comunali. Il discorso catanese, però, merita una riflessione diversa rispetto ai numeri usciti fuori dalle urne del resto del Paese. Anzitutto, finalmente ci presentiamo compatti: ricordo che nel 2008 il centrodestra si presentò spaccato, con Nello Musumeci contrapposto a Raffaele Stancanelli, e per poco non si andò al ballottaggio. A questo giro, invece, siamo assolutamente uniti e compatti. Poi, ritengo che il sindaco uscente, in una condizione di oggettiva difficoltà ereditata, abbia lavorato bene. Esempio ne è il bilancio consuntivo: il sindaco ha ereditato un buco di bilancio superiore a un miliardo e 200 milioni di euro, ma attuando una linea di risanamento molto rigida è riuscito a tagliare gran parte di questa voragine. Riuscire a rientrare di 500 milioni di euro in cinque anni è un risultato straordinario. E non va dimenticato l’impegno rivolto allo sviluppo urbanistico: si pensi all’approvazione del Pua”.
“Il Consiglio comunale, su questa tematica, si è comportato in maniera irresponsabile. Ha fatto prevalere logiche di appartenenza partitica, piuttosto che l’interesse generale. L’assise cittadina è stata per otto mesi in condizione di poter analizzare il Piano regolatore. Detto questo, ritengo che la nuova Giunta potrà in pochissimi mesi finalmente approvare il Prg,. Va fatto in fretta, soprattutto in un contesto di crisi dell’edilizia che ha registrato percentuali negative mai raggiunte”.
Enzo Bianco è un volto che i catanesi conoscono bene, ma si presenta come un elemento di discontinuità. Quanto c’è di vero, considerando il sostegno di uomini che con il centrodestra hanno amministrato in tempi non sospetti (da Leanza a Forzese, giusto per citarne due)?
“La rivoluzione di Rosario Crocetta si infrange contro la triste realtà catanese. Il centrosinistra, di cui lui si è intestato la guida, ha di fatto riaggregato i transfughi dell’ex Mpa di Lombardo. Enzo Bianco, poi, è tutto fuorché una novità per questa città. C’è un elemento discriminante di questa campagna elettorale, rappresentato da due date: il 3 gennaio del 2000 e il 27 dicembre del 2012. Nel 2000, l’allora primo cittadino Bianco, a poco meno di due anni dall’inizio della sua seconda esperienza amministrativa, è fuggito da Catania per più comode poltrone ministeriali. Raffaele Stancanelli si è comportato in modo opposto, rinunciando allo scranno senatoriale e rimanendo alla guida di una nave in tempesta. La differenza sta proprio qui: da una parte un sindaco che non ha abbandonato la nave e dall’altra chi come Schettino è scappato verso un approdo sicuro”.
“Io credo che Caserta sia un’ottima espressione del mondo accademico, e non soltanto, di questa città. Noi speriamo di vincere al primo turno, ma qualora si dovesse arrivare al ballottaggio credo sia una valutazione che dovrà fare lo stesso Maurizio Caserta. Mi sembra, in ogni caso, un uomo libero e indipendente rispetto agli incarichi avuti da Lombardo e Stancanelli. Da parte nostra, certamente, ci sarà la massima disponibilità a dialogare”.
“Sicuramente il Piano regolatore sarebbe stata un’assoluta priorità per le conseguenze dirette che avrebbe sulla città: mi riferisco soprattutto a uno sviluppo armonioso da un punto di vista urbanistico, nonché al rilancio dell’edilizia. In secondo luogo, credo sia necessario far rivivere il centro storico. Noi abbiamo due naturali vocazioni, una commerciale e l’altra turistica. Siamo stati fortemente penalizzati dalla costruzione, in tutta la cintura di Catania, di moltissimi centri commerciali che hanno provocato una desertificazione delle centrali vie cittadine. C’è la necessità di riportare i catanesi a vivere la propria città. Credo sia necessario, in sinergia con i privati dato che le risorse pubbliche sono sempre minori, trovare quelle attrazioni culturali, sportive, ludiche e ricreative che possano rivitalizzare il centro”.