“Posso parlare dello stato in cui lavorano le soprintendenze. Le risorse mancano e facciamo i salti mortali. Nel 2011 il bilancio ordinario del dipartimento beni culturali era di 126 milioni; nel 2012 la legge di bilancio, come quest’anno conclusa il 2 maggio, effettuò un taglio del 50%. Gli impegni già assunti sulla quota ordinaria portarono repentinamente ad uno sforamento di 18 milioni, motivo per il quale già all’inizio di giugno ogni spesa, ordinaria o meno, venne congelata. Poi abbiamo chiuso l’anno a 105 milioni, con tutte le difficoltà facilmente immaginabili. Quest’anno il bilancio assegnato è di soli 29 milioni”.
“Io sono soprintendente da aprile 2012. Sono subentrato nella programmazione di alcuni fondi europei completando il recupero di 10,8 mln di euro destinati alla riqualificazione della Tonnara di Santa Panagia dove realizzeremo il Museo del Mare, per il quale abbiamo già firmato il contratto di appalto e stiamo studiando le modalità di allestimento a quattro mani con la Soprintendenza del Mare. In questa prima parte del 2013 abbiamo avviato quattro progetti. Il primo propone la costituzione dell’M3, il Museo del Mediterraneo moderno, da realizzare all’interno del castello Svevo di Augusta. Altro progetto è il Cam, Centro archivistico multimediale, che vale 13,1 mln di euro. Un progetto che intende portare a fruizione oltre 1,4 milioni di documenti di proprietà dell’archivio storico della Soprintendenza di Siracusa. Il terzo è una mostra internazionale intitolata La fortificazione del Mediterraneo – da Carlo V a Lepanto. L’ultimo riguarda la riqualificazione agro-botanica della Latomia del Paradiso all’interno del Parco archeologico di Siracusa.
“Spero che a settembre la commissione mista possa concludere i lavori con l’obiettivo di pubblicare i bandi di gara entro la fine dell’anno”.
“Tra i progetti già inoltrati nell’ambito della programmazione europea in corso vi sono il recupero dell’Anfiteatro Romano della Neapolis, per 1,8 mln di euro, e il nuovo impianto di illuminazione del Castello Maniace (0,5 mln di €). Il progetto sull’Anfiteatro (grande quanto quello di Verona!) è il primo lotto di un progetto generale che punta al recupero completo; il progetto sul Maniace ci consentirà di aprire e concedere il monumento anche nelle ore serali e notturne, con evidenti vantaggi culturali, turistici ed economici per l’intero comprensorio siracusano”.
“È difficile ma non impossibile. La soprintendenza che dirigo ha 82 dipendenti di ruolo, con tre unità operative prive del dirigente preposto sin dalla loro istituzione. Siamo senza risorse aggiuntive. Per poter aprire al pubblico i siti Castello Maniace e Ipogei di piazza Duomo abbiamo fatto ricorso alle turnazioni, anche davanti all’opposizione di taluni sindacati. La loro collaborazione avrebbe permesso di aprire sette giorni a settimana. Abbiamo dovuto limitare l’apertura 9-19 a soli quattro giorni. Gli ipogei sono chiusi perché l’impianto elettrico di sicurezza è out, e non ci sono risorse per ripararlo. L’anno scorso quando sono arrivato ho notato che il sito non incassava gran che, circa 9 mila euro l’anno. Così abbiamo deciso di provare ad effettuare aperture differenziate dalle 19 alle 24, dalla settimana antecedente il Ferragosto fino alla prima settimana di settembre. Abbiamo avuto un boom di visitatori, incassando 11 mila euro in quattro settimane, più dell’intero 2011”.
“Ho indirizzato all’assessore e al presidente Crocetta un documento che propone per la Sicilia il riconoscimento internazionale di Regione euromediterranea di cultura e di pace nel biennio 2015-2016. Quello sarà un periodo molto particolare per la Sicilia e i popoli che si affacciano sul mare nostrum: ricorreranno 500 anni dall’incoronazione di Carlo I di Sicilia, quel Carlo V sul cui Regno non tramontava mai il sole, e sarà il 444º anniversario dalla battaglia di Lepanto, lo scontro tra Lega Santa e Impero che ha deciso la storia dell’area mediterranea così come oggi la viviamo. Un programma che studio da parecchio tempo, che permetterebbe alla Sicilia di essere centro dell’interesse mondiale, ben oltre l’expo 2015, attirando risorse economiche e culturali in quantità e importanza tali da legittimare e certificare il binomio cultura-turismo e viceversa.
“Ma il progetto più grande è guardare al nostro passato tutelando testimonianze e segni; conservare valori e beni mantenendo usi e funzioni propri della vita contemporanea; fruire i beni culturali con ottiche dinamiche ma senza rinunciare ai doveri educativi, pedagogici e formativi; valorizzare tutti i beni culturali, guardandoli e pensandoli come risorse dinamiche di un continuo oggi, lasciandoci alla spalle visioni nostalgiche e piccine. Ecco il nostro progetto”.