Palazzo dei Normanni è un’istituzione che ci costa, quest’anno 164 milioni di euro. L’analoga istituzione lombarda ne costa appena 55: lo spreco è di centoundici milioni.
Nonostante il presidente del Consesso, Giovanni Ardizzone, ci avesse assicurato, nel forum pubblicato il 19 febbraio 2013, che il 6 marzo successivo sarebbe stato portato in discussione il recepimento della legge Monti per tagliare le indennità dei consiglieri regionali, a distanza di oltre cinque mesi non se ne parla ancora.
Ogni volta che si riunisce l’Assemblea ne pubblichiamo il costo giornaliero. Un dato sintetico che si può riassumere così: dall’inizio della XVI legislatura a oggi l’Assemblea si è riunita 56 volte ed è costata 15 milioni di euro.
Per i 300 mila disoccupati e passa è incomprensibile questo comportamento. Cittadini siciliani che hanno sgomitato per essere eletti, non per servire il popolo, bensì per assicurarsi una ricca prebenda, in modo da mettere a posto se stessi, le proprie famiglie e i propri amici a danno dell’intera collettività siciliana.
Qualcuno pensa che lo facciano apposta, furbescamente, in modo da allontanare i cittadini dal voto e, per conseguenza far votare i loro accoliti che così consentono di mantenere questi privilegi. Ma questa è la strada della morte politica di questa classe dirigente, perché i soldi sono finiti e, senza di essi, è difficile alimentare clientelismo e favoritismo.
Sembra incredibile com’è che ancora non l’abbiano capito, eppure si tratta di persone mediamente intelligenti. Forse da questo punto di vista non vogliono sentirci.
L’Ars ha anche una funzione importante: quella ispettiva. Deve controllare l’azione di governo sul piano della legittimità. E ha una terza funzione: approvare leggi con cui può trasferire da un capitolo di bilancio a un altro risorse finanziarie non utilizzate, in modo da renderle produttive.
Come si evince da queste brevi considerazioni, il ruolo della più alta istituzione siciliana è fondamentale. Dispiace che esso non sia interpretato al meglio perché al suo interno prevalgono interessi di parte anziché l’interesse dei siciliani.
Mentre i consiglieri regionali sono al mare o in montagna a godersi le meritate ferie, la Sicilia percorre la strada inclinata della recessione. Il suo Pil diminuisce, la disoccupazione aumenta, il sistema Regione, nel suo complesso, perde terreno.
In questo quadro, i migliori siciliani vengono tenuti appositamente in disparte per non disturbare le losche manovre che tanti indegni rappresentanti istituzionali compiono nel proprio esclusivo interesse. Non siamo noi a dire questa verità, ma è la verità stessa. Quella dei fatti e dei risultati che non arrivano, pubblicati sistematicamente dal QdS e mai smentiti.
Noi siamo ottimisti, nonostante tutto, e pensiamo che l’indecenza abbia un suo limite e che tutte le persone hanno una coscienza. Non è vero che fra i novanta consiglieri regionali non ve ne siano molti onesti e capaci. Non è vero che fra i tanti dirigenti e dipendenti dell’Ars non ve ne siano tanti onesti e capaci. Non bisogna sparare nel mucchio. Però, la questione è che consiglieri, dirigenti e dipendenti onesti e capaci debbono mettere gli altri in condizione di non nuocere. Oppure ne sono conniventi.