Sono i falsi bisogni che rendono schiava la persona umana, vincolata da una sorta di bulimia di cose che non danno serenità, perché la voglia di altre cose è continua. Insomma, la fame di materia è insaziabile.
Molti giochicchiano con telefonini e pc. Impiegherebbero meglio il loro tempo se si leggessero un buon libro: suggeriamo Doveri di Cicerone.
In ogni caso non si deve spendere più di quanto si guadagna, anzi, è buona norma, quando possibile, accantonare una parte del proprio introito, anche mediante il cosiddetto risparmio forzato: per esempio, contrarre il mutuo della propria casa o acquistare beni durevoli e non volubili.
Chi si comporta da formica si trova bene nelle stagioni cattive. La cicala, si sa, dopo avere sperperato quanto aveva, piange nel momento in cui si trova in difficoltà.
Quanto precede è solo normale buon senso, quel buon senso delle persone normali. Solo che, nei nostri tempi, la normalità è molto diminuita, sostituita da comportamenti che vogliono sorprendere, per cui molti fanno anche catastrofismo, pur di sorprendere.
In questa categoria vi sono coloro che usano normalmente i mezzi di comunicazione. Anziché preoccuparsi di illustrare gli eventi in modo pacato, ne parlano in modo sfrenato, come se amplificare le questioni, negative o positive, gli rendesse qualche cosa.
Costoro dimenticano il valore etico dell’equità e quello della sobrietà. Ognuno vale per quello che è e per come si esprime, non per quello che vorrebbe essere.
In un certo senso, non sembri una bestemmia, la crisi è salutare, perché fa rinsavire tante persone e fa loro comprendere come tanti desideri siano vacui, tante cose che vorrebbero comprare sono inutili, tanti servizi divengono superflui.
La fascia della popolazione con redditi medio-bassi, che si trova soprattutto nel meridione, ha obiettiva difficoltà a risparmiare. Ma è proprio in questa fascia che vi sono le persone più attente a spendere bene anche un euro. In questo senso hanno avuto un’azione benefica i mercatini.
Il dato statistico della diminuzione dei consumi assomiglia a quello del pollo di Trilussa (Carlo Alberto Salustri 1871-1950). In effetti, sembra che se il valore complessivo di beni e servizi acquistati dalla popolazione sia diminuito, il numero delle cose non lo è, perché è calato il prezzo unitario. Chi comprava prima tre magliette ha continuato a comprare tre magliette, ma anziché pagarle, per esempio, venti euro cadauna, le ha pagate dieci euro cadauna.
La parte meno abbiente della popolazione è più giudiziosa, mentre quella medio-alta, che ha maggiore disponibilità di spesa non ha motivo di esserlo perché le sue entrate sono ampiamente bastevoli per le esigenze.
A dimostrarlo è il settore economico del lusso che non solo non ha avuto contrazione, ma espansione. I marchi del lusso hanno incrementato, in questi sei anni, fatturati e utili, anche perché si sono rapidamente espansi nelle nuove economie, fra cui quelle emergenti, denominate Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa).
Spendere il necessario è un comportamento di buon senso. Bisogna apprezzare chi si comporta così.