Potranno essere richiesti mutui chirografari tra 10 e 100 mila euro. Il fondo è destinato a imprese, consorzi e cooperative. Nel corso del 14° happening della Solidarietà illustrate le modalità per accedere al credito
PALERMO – Dodici milioni di euro, di cui sette messi a disposizione dal Fondo europeo per gli investimenti e cinque da Banca popolare etica, è il plafond di Jeremie Sicilia, strumento promosso dalla Regione siciliana e dal Fei per favorire l’accesso al credito delle Pmi siciliane.
Del progetto Jeremie, incluso nel Por 2007-2013, se n’è parlato in apertura dei lavori del 14° Happening della solidarietà, tenutosi ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, e promosso dal consorzio di imprese siciliane Sol.Co. “L’iniziativa di Jeremie – ha detto Francesco Passantino, presidente Sol.Co – è assolutamente vitale, specie in un periodo come questo, dove la liquidità di cassa delle imprese è sempre più ridotta e gli investimenti di conseguenza sono al minimo”.
La tipologia del finanziamento prevista dispone di un mutuo chirografario composto per il 58 per cento da fondi Jeremie a tasso zero e per il restante 42 per cento da fondi di Banca popolare etica, e questi non può superare i 100 mila euro ed essere inferiore ai 10 mila.
“Il vantaggio – ha spiegato Gianluca Palermo di Fei – è quello di poter agevolare l’accesso al credito, grazie alla vicinanza degli utenti che garantisce Banca etica. L’altro vantaggio è quello di poter abbattere il costo di un finanziamento che in Italia è assai elevato”.
Fra i beneficiari di Jeremie sono comprese le micro, piccole e medie imprese che operano nel territorio regionale, comprendendo anche le cooperative (eccetto quelle agricole) e i consorzi di imprese, e fra i settori di attività ammessi sono incluse l’industria, l’artigianato, il commercio, con particolare attenzione verso le piccole aziende che operano nel settore sociale.
La promozione del lavoro autonomo e l’inserimento sostenibile nel mercato per disoccupati e inattivi sono infatti fra gli obiettivi principali contenuti nel protocollo del Fondo, unitamente a quello di raggiungere un miglioramento economico delle stesse, con la finalità ultima di un miglioramento sociale.
Nello specifico i progetti presi in carico da Jeremie sono indirizzati al potenziamento dell’inclusione sociale delle persone svantaggiate che sia fatto attraverso la promozione e il supporto di iniziative imprenditoriali, abbattendo ogni forma di discriminazione e promuovendo l’integrazione nel mercato del lavoro e il reinserimento per le persone svantaggiate, supportando altresì talune categorie di imprenditori che partono in posizione di svantaggio come immigrati, diversamente abili ed ex detenuti.
“In Sicilia – ha osservato Steni Di Piazza, referente per Banca etica del progetto Jeremie – Banca etica nasce anche per utilizzare al meglio le risorse del Terzo settore. Le risorse oggi nel Meridione risiedono essenzialmente nel risparmio e nei fondi strutturali di provenienza europea, che dovrebbero, almeno in parte utilizzate per il Terzo settore. E qui – ha proseguito – si arriva a Jeremie che si preoccupa, con queste risorse di finanziare, con tassi bassissimi, le piccole imprese, alle quali viene così data l’opportunità di creare sviluppo e lavoro. Banca Etica in questo senso si preoccupa di veicolare al meglio le risorse per queste imprese e Jeremie – ha concluso – è lo strumento che viene utilizzato per garantire e finanziare queste imprese”.
Giuseppe Lupo, Pd: “Riformare Irfis e Ircac per sbloccare le risorse”
PALERMO – A margine del convegno di apertura del 14° Happening della solidarietà è intervenuto il segretario e deputato regionale del Pd Giuseppe Lupo che ha spiegato cosa può fare la Regione per foraggiare lo sviluppo delle Pmi dell’Isola, al di là di quanto fatto con Jeremie. “Si potrebbe per esempio pensare a una riforma dell’Irfis – ha detto Lupo – in modo tale che consenta di erogare il credito anche alle imprese agricole, che sono in grandissima difficoltà, e a quelle del Terzo settore. Anche l’Ircac potrebbe essere riformato, considerando quanti fondi sono bloccati all’interno del fondo di rotazione”. In precedenza, sul tema delle risorse per il Terzo settore era intervenuta anche l’assessore alle Politiche sociali al Comune di Palermo, Agnese Ciulla. “La politica – ha spiegato l’assessore – non ha tutte le risposte ma costruisce le domande insieme ai cittadini. È necessario incontrare i cittadini per capire dove e come destinare le risorse, che non sono poche ma sono mal gestite".