Le partecipate pubbliche, regionali e comunali, sotto forma di società per azioni, hanno avuto il grande vantaggio di consentire l’assunzione di personale senza i vincoli dell’art. 97 della Costituzione, cioè l’obbligo di passare attraverso la selezione concorsuale.
Inoltre, sono stati piazzati nei Cda i politici trombati e tanti altri raccomandati cui dare un’indennità o un compenso (nel caso dei presidenti auto di servizio, segretarie e altro). Tutto ciò senza recare alcun vantaggio ai cittadini.
Io ho votato ancora una volta per Renzi (l’avevo già fatto anche quando era dato per perdente contro Bersani) e mi aspetto che il Pd da lui guidato dia una forte accelerazione all’azione di governo senza più cincischiamenti.
Il sindaco di Firenze troverà forti resistenze nell’ala sinistra-sinistra del suo partito, cioè i vecchi comunisti rappresentati da Cuperlo, che però è stato sonoramente sconfitto con quel piccolo 17%.
Renzi troverà resistenze nei gruppi parlamentari quando vorrà potare i privilegi. Cosicché la sua vita politica non sarà né semplice né facile. Eppure non ha scelta. Se vuole vincere le elezioni europee, in questi cinque mesi dovrà dimostrare che la musica è cambiata, che il Paese può ribaltare il tran-tran e avviare la sua profonda modernizzazione per essere competitivo a livello internazionale.
Ma il rigore deve rimanere per intero se si vuole che il Pil italiano cresca in linea con la media europea. Nelle attuali condizioni, invece, esso sarà dimezzato.
Va da sé che Renzi incontrerà difficoltà con il gruppuscolo di Alfano, perché tagliare le unghie ai privilegi significa anche colpire il suo elettorato. Ma se vuole tappare la bocca a Grillo deve obbligare il governo a trovare immediate soluzioni alle giuste istanze dei cittadini, mentre deve dir loro con grande chiarezza quello che non si può fare.
Fra i privilegi ricordiamo quello dei pensionati avvantaggiati a danno dei pensionati veri, argomento su cui scriveremo un prossimo editoriale.
La questione da affrontare domattina è la riforma della legge elettorale in senso maggioritario, possibilmente a due turni, per assicurare governabilità lungo tutta la legislatura quinquennale.
Alfano si è espresso a favore dell’ipotesi del sindaco d’Italia, ma essa comporterebbe una riforma costituzionale troppo lunga. Non resta che il matteum, cioè il mattarellum che mette in palio il proporzionale del 25% in un secondo turno come premio di maggioranza.
è chiaro che la Costituzione necessita di un restyling, ma questo si può fare solo con un governo di legislatura e non con uno raffazzonato che tiene insieme i propri pezzi con la colla.
Non sappiamo se Renzi ce la farà a mettere in atto le sue intenzioni, ma questo ceto politico non dovrà sbarrargli la strada se non vuole suicidarsi. In questo quadro, anche il giovane Angelino può svolgere il suo ruolo.
Qui ci sono due Italie: quella della proposta e quella della protesta (Grillo e Berlusconi). con quest’ultimi si va nel baratro.