Capacità e competenza per verifiche efficaci - QdS

Capacità e competenza per verifiche efficaci

Alessio Petrocelli

Capacità e competenza per verifiche efficaci

sabato 26 Settembre 2009

Forum con Cosimo D’Arrigo, comandante generale della Guardia di Finanza

ROMA – Dopo un anno e mezzo trascorso dal nostro ultimo incontro, quali sono le novità che riguardano la GdF ed i risultati raggiunti?
“Sono giunto a due anni dall’inizio del mio mandato e, per meriti non miei, la GdF ha fatto molti passi in avanti di qualità notevole e sono state riviste molte cose. A partire da tutte le istruzioni operative nel settore delle verifiche fiscali che erano ormai datate, faremo un operazione di semplificazione di tali istruzioni perché queste hanno ricompreso tutto lo scibile conoscitivo nel settore dell’evasione fiscale. Le istruzioni devono essere molto chiare e precise per tutti gli uomini che operano sul territorio e questo vuol dire non soltanto spiegare le norme di legge ma anche tradurle in atti organizzativi dell’attività di verifica.
“Abbiamo riqualificato una parte consistente del personale riportandolo ai livelli di capacità e competenza che per un periodo erano stati trascurati mi riferisco in particolare ai corsi di aggiornamento. Questi corsi sono tesi a dare una qualifica importante, quella di verificatore fiscale ai nostri Sottoufficiali. Abbiamo investito tanto sull’informatica e sulla formazione professionale dei quadri, questo è stato il settore dove non abbiamo fatto mancare risorse nonostante gli importanti tagli al bilancio di spesa”.
Ma il governo sostiene con forza di non aver tagliato fondi alle forze dell’ordine, Le risulta?
“I tagli ci sono stati e sono stati consistenti. Nel nostro caso sono serviti a ridimensionare notevolmente i settori logistico e la struttura di comando compreso il Comando Generale. Molte di queste unità sono state spostate nel settore operativo, i reparti territoriali, compensando così i tagli di spesa al bilancio della GdF, abbiamo fatto questo tipo di manovra proprio per ridurre al minimo le difficoltà derivanti dalle minori risorse disponibili. Abbiamo compensato anche, cosa molto importante, lavorando “a progetto” in modo da definire in anticipo i bersagli poiché non ci possiamo permettere il lusso di pattugliare indiscriminatamente il territorio. Tra le scelte operative ai fini di deterrenza i reparti speciali sono stati privilegiati come qualità del personale, come numero degli stessi ed anche come qualità degli strumenti di lavoro. Ai Reparti territoriali diamo ogni anno un numero prestabilito di obiettivi da perseguire.
“Quest’anno avremmo voluto diminuire quantitativamente questi obiettivi obbligatori per lasciare più spazio ai Reparti territoriali di poter decidere le attività di pattugliamento economico del territorio piuttosto che dedicarci in maniera massiva alle verifiche fiscali. Ma non è stato possibile, perché la direttiva del 2009 elaborata alla fine del 2008, andava in senso opposto e questa scelta poteva essere interpretata come un segnale negativo e di minore incisività nel contrasto all’evasione fiscale mentre il nostro pensiero era esattamente l’opposto”.
I rapporti di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate come procedono?
“Con l’Agenzia delle Entrate, nel corso dell’anno la collaborazione è cresciuta moltissimo, siamo contenti perché si sono realizzate sinergie sia a livello locale che a livello centrale. L’Agenzia delle Entrate si occupa della parte amministrativa del contrasto all’evasione fiscale delegando così alla GdF una posizione di supporto. Questa metodologia, per la GdF, ha comportato il risultato di liberare risorse utili da destinare al pattugliamento del territorio”.
Di che tipo di organizzazione si avvale la GdF per contrastare l’evasione fiscale e la contraffazione dei marchi?
“I Reparti territoriali costituiscono l’asse portante del Corpo ed il motore della nostra attività operativa la quale si completa con quella dei Reparti Speciali, che hanno il compito di studiare l’evoluzione dei più gravi fenomeni illeciti, le aree territoriali in cui si sviluppano e i soggetti coinvolti e di curare l’elaborazione di “lavori a progetto” su larga scala, affidati per l’esecuzione ai Reparti territoriali. Per il contrasto all’evasione fiscale, opera il Nucleo Speciale Entrate, mentre sul fronte della lotta alla contraffazione, in cui l’attività del Corpo è finalizzata alla ricostruzione di tutti gli anelli della “filiera del falso”, dalla produzione e importazione di prodotti con marchi illecitamente riprodotti fino alla loro immissione sul mercato, l’analisi di rischio centralizzata è affidata al Nucleo Speciale Tutela Mercati”.
 

 
Operatività “a progetto” dei Reparti territoriali anche per individuare in anticipo il bersaglio

Qual è l’incidenza operativa della GdF nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria sul territorio nell’attuale contesto di crisi finanziaria internazionale?
“Nel quadro della nostra missione di polizia economica, con i primi segnali della crisi finanziaria internazionale è stata messa a punto una manovra di potenziamento delle attività investigative a tutela del corretto funzionamento del mercato del credito e del risparmio, intensificando le indagini dei Reparti sui fenomeni criminali più strettamente collegati all’inasprimento delle condizioni di accesso al credito legale ed alla minore disponibilità di liquidità sui mercati. Grazie a questo specifico impegno operativo, a tutto agosto 2009 sono stati eseguiti sequestri antiriciclaggio ed antiusura per 400 milioni di euro, con un incremento di oltre l’88% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.
L’operatività “a progetto” da lei accennata come è strutturata? È stata accolta bene dai reparti territoriali?
“I “lavori a progetto” sono molto importanti perché noi definiamo praticamente tutto per i Reparti territoriali: cosa vogliamo, quale migliore prassi operativa da adottare, indichiamo gli step da mettere in atto per giungere al risultato, li supportiamo anche su quali bersagli andare a colpire, perché sono quelli che abbiamo già valutato avere un livello di rischio maggiore. Poi naturalmente loro con la loro esperienza aggiustano il tiro. Questa metodologia è importante perché garantisce una maggiore rapidità delle attività. I Reparti territoriali sono giustamente gelosi delle loro prerogative e tutti i comandanti ci tengono a fare d’iniziativa le migliori attività di servizio. Comunque questa innovazione è stata accolta benissimo e si è dimostrata una prassi efficace”.

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