Il mix dei tre fattori negativi è ancora più grave nel Mezzogiorno e ancor di più in Sicilia. Non si capisce come mai l’Agenzia delle Entrate, che ha accesso a tutti i conti bancari, a tutti i dossier di titoli di imprese, società, professionisti e privati cittadini, non riesca efficacemente ad incrociare i dati per fare emergere l’evasione.
L’evasione è basata su due pilastri: quello in cui si raccolgono milioni di piccoli contribuenti che agiscono nel nero e l’altro dei grandi evasori, formato da soggetti come quello citato e da società che operano anche a livello multinazionale.
Queste ultime sono assistite da studi professionali agguerriti che puntano a demolire gli accertamenti di Guardia di Finanza e della stessa Agenzia delle Entrate, contestando più la violazione delle procedure che non l’evasione stessa. Ecco perché Guardia di Finanza ed Agenzia migliorano continuamente la formazione dei propri dirigenti ed impiegati, affinché non commettano errori procedurali che finiscono col vanificare le contestazioni sostanziali.
E veniamo ai dati relativi all’evasione fiscale e ai consumi pubblicati regione per regione. La comparazione avviene in modo semplice, e per ciò stesso sommario. I due enti (Istat e Agenzia Entrate) mettono a confronto i redditi dichiarati da tutti i cittadini di ogni regione con i consumi della stessa regione di appartenenza.
Risulta che in Sicilia vi sono redditi dichiarati pro capite pari a circa novemila euro, che ragguagliati a cinque milioni di cittadini fanno circa 45 miliardi. Dall’altra parte i consumi stimati da Istat sono 12.678 euro pro capite che moltiplicati per 5 milioni sono all’incirca 63 miliardi. La differenza fra i due dati produce quei 18 miliardi di evasione cui prima si accennava.
In Lombardia, il reddito medio dichiarato è di circa 17 mila euro che per 10 milioni di cittadini fa 170 miliardi. I consumi stimati sono circa 19 mila euro per cittadino per complessivi 190 miliardi. L’evasione in quella regione è la differenza, pari a 20 miliardi.
Paragonando l’evasione lombarda (20 miliardi), con quella siciliana (18 miliardi), tenuto conto che in quella regione vi è il doppio di cittadini, significa che in Sicilia l’evasione è molto più alta.
In questo quadro gioca lo scarso tessuto imprenditoriale ed un maggior numero di famiglie in stato di povertà. L’evasione non giustifica chi è in stato di bisogno, ma anche i tribunali hanno detto che un piccolo imprenditore, che non abbia pagato l’Iva per pagare i propri dipendenti, ha fatto bene.
Tutto questo accade per l’enorme pressione fiscale, conseguenza dell’enorme spesa pubblica clientelare che va tagliata. Ora, non domani a parole!