Chi dovrebbe essere il progettista ed il responsabile dell’esecuzione del piano per una Sicilia risorta? Sicuramente il presidente della Regione, eletto dai siciliani a suffragio universale. Perfino l’attuale presidente, Rosario Crocetta, pur eletto con solo il 15 per cento degli aventi diritto al voto, ha la responsabilità oggettiva di guidare la nostra Isola fuori dalla melma della recessione e della disoccupazione, che ha raggiunto le 379 mila unità.
Vi è anche una responsabilità oggettiva dei consiglieri-deputati regionali, che hanno il dovere di approvare le riforme mediante norme semplici e di immediata attuazione.
Ma i 90 consiglieri-deputati sono accartocciati su beghe interne, su rendite di posizione, su interessi privati da cui non riescono a uscire, rendendo sempre più melmosa e opaca la situazione dentro l’Assemblea regionale.
La quale mantiene 226 dipendenti, dopo l’uscita per pensionamento di una decina. Ma l’uscita dal libro paga di dirigenti e dipendenti non significa che il bilancio dell’Ars venga scaricato perché sia il trattamento di fine rapporto che il successivo assegno pensionistico continuano ad essere erogati dal bilancio della stessa.
Cosicchè vi è un costo annuale di 42 milioni per assegni pensionistici che durerà sempre in quanto a pensionati che passano all’altro mondo subentreranno nuovi pensionati.
Un’Assemblea che lavorasse strategicamente, dovrebbe fare un accordo con l’Inps impegnandosi a pagare in dieci anni la riserva matematica delle pensioni già in atto e versando i contributi per i dipendenti attivi.
Quelle indicate sono questioni di buon senso, ma crediamo che nè il presidente con assessori, nè i consiglieri-deputati abbiano voglia di seguirne le indicazioni, presi come sono dal loro egoistico interesse.
Non possiamo continuare ad assistere impotenti a questo stato di cose ed è per questo che l’opinione pubblica siciliana, anche mediante il QdS e gli altri quotidiani regionali, chiede a gran voce che Crocetta compia un dignitoso atto di ritiro, dimettendosi, con ciò mandando a casa anche i consiglieri-deputati. Ovvero, i 46 consiglieri-deputati si dimettano in blocco mandando a casa Crocetta.
Qui, in Sicilia, non è arrivata ancora la ventata di novità renziana, anche perché i seguaci del giovane primo ministro in Sicilia sono in minoranza e non si sono adeguatamente organizzati per prendere in mano la situazione.
Davide Faraone, a quel che si sa prossimo sottosegretario e quindi leader siciliano, dovrebbe prendere in mano la situazione e con determinazione condurre un’azione che ribalti quella attuale.
Per fare ciò occorre andare a nuove elezioni,mandando a casa consiglieri-deputati e Presidente. Questo atto di responsabilità farebbe risparmiare venti consiglieri-deputati che passerebbero da novanta a settanta, ma ancor di più la scelta di un nuovo presidente, onesto come Crocetta, però capace di fare quello che lui non ha saputo o potuto fare.
La classe dirigente siciliana deve fare sentire il proprio peso per azzerare l’insostenibile e grave situazione dei due massimi organi regionali: Presidenza e Ars.Tanti parrucconi vadano a fare quello che facevano prima di fare politica, se ne sono capaci. I senza-mestiere vadano ad asfaltare le strade. I burocrati incapaci vengano revocati dai loro incarichi e si cerchino sul mercato un’occupazione se riusciranno a trovarla.
Basta nullità che fanno qualcosità (M. Marchesi).