Il sindaco Marino chiede i danni. Possibile commissariamento per l&rsquot;ente
ROMA – Il sindaco, Ignazio Marino, ha fimato l’atto con cui formalizza alla Procura la costituzione dell’amministrazione quale parte offesa nel procedimento a carico di Massimo Carminati, e in altri in corso nell’ambito dell’inchiesta "Mafia Capitale?. Un’azione finalizzata ad ottenere il risarcimento dei "danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e danneggiata?. Sul possibile commissariamento del Comune, invece, si saprà di più tra due mesi. Lo ha dichiarato il prefetto Pecoraro parlando di un possibile commissariamento degli appalti.
A sostegno della costituzione del comune parte offesa, nelle sei pagine firmate dal sindaco, Roma Capitale elenca le motivazioni di una tale scelta, a cominciare dal reato contestato, il 416 bis del Codice penale, che non soltanto reca una offesa all’ordine pubblico ma impedisce al Comune “di esprimere la sua forza culturale, di coesione, di legalità, in sintesi la sua funzione”. Per motivare la costituzione di parte offesa, l’atto elenca anche la presenza di reati commessi a danno di servizi e appalti dell’amministrazione capitolina, la presenza dei reati di usura ed estorsione che ledono profondamente la figura e la funzione dell’amministrazione comunale, oltre che altre fattispecie di reato come l’intestazione fittizia di persone e il trasferimento fraudolento di valori, con conseguenti danni patrimoniali, funzionali e d’immagine.
"Noi reputiamo che Marino debba fare un passo indietro per evitare l’onta di uno scioglimento del Comune per mafia? dichiara Alessandro Di Battista, M5S, al termine dell’incontro con il prefetto Giuseppe Pecoraro. "Se questo caso ci fosse stato a New York, a Londra o a Parigi il sindaco si sarebbe dimesso. Da noi c’è un attaccamento alla poltrona che fa spavento? ha aggiunto. Di Battista sottolinea anche che i Cinquestelle escludono assolutamente un ingresso in giunta.
E sugli appalti si è concentrato anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che durante l’audizione alla Commissione parlamentare Antimafia ha ventilato la possibilità che si arrivi al "commissariamento degli appalti se Cantone lo riterrà?. Pecoraro ha sottolineato che nell’ambito dei "Comuni i controlli non vengono fatti, né ci sono nelle Regioni. L’unico controllo è quello della Corte dei Conti. Dobbiamo rivedere l’ordinamento dello Stato – ha proseguito il prefetto – e degli enti locali. Ora faremo i controlli che andavano fatti prima?.