A poco più di due mesi dall’inizio di Expo 2015 è possibile fare un primo bilancio della gestione della Regione siciliana. Scarsa visibilità dello spazio a disposizione nonostante siano stati investiti 100.000 euro per ottenerla.
MILANO – A due mesi dall’inizio di Expo l’organizzazione siciliana del Cluster BioMediterraneo dovrebbe essere in grado di fornire un primo bilancio del lavoro svolto a Milano. Entusiasmo era stato comunicato dall’ormai ex assessore all’Agricoltura, Nino Caleca: “Le attività del Cluster vanno avanti con l’impegno di tutti. Stiamo vincendo la gara del cibo con gli altri padiglioni perché riusciamo a garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo”. “C’è grande impegno da parte dei comuni, i Gal e i Gac siciliani – dichiarava invece Dario Cartabellotta, responsabile dello spazio BioMediterraneo – ogni giorno grazie a loro c’è un’attività diversa”.
Tra maggio e giugno diversi appuntamenti programmati nel cosiddetto Diario del cluster (il ricordo di Giovanni Falcone e le vittime delle mafie nel No Mafia Day; le celebrazioni della Giornata dell’Ambiente; la visita del Presidente del Senato Pietro Grasso; la visita delle commissioni Agricoltura, Commercio internazionale e Ricerca e Energia del Parlamento europeo; l’ospitalità data a diversi artisti internazionali), hanno regalato ottime opportunità, ma nel suo primo mese di attività il Cluster BioMediterraneo ha peccato di scarsa attrattività.
Testimonianze a riguardo ci vengono da alcune foto scattate per noi a Milano che ritraggono gli spazi con pochissima affluenza o spesso semi-vuoti. Nuovi risultati sono arrivati anche con una maggiore affluenza nei chioschetti siciliani e nei ristoranti di Tunisia, Libano, Algeria ed Egitto, ma voler verificare l’effettivo afflusso di visitatori tramite stime ufficiali è impossibile. Come riferitoci dalla responsabile delle pubbliche relazioni del Cluster BioMed, non si starebbero raccogliendo dati su questa specifica area. Non ci sono riscontri numerici. A differenza di quanto sta facendo con la Sicilia, Expo Spa ha già fatto le sue comunicazioni ufficiali: 2,7 milioni i visitatori e 15 milioni di biglietti venduti nel solo primo mese di attività.
Sebbene in riduzione, il gap della gestione siciliana non sembra evidentemente colmato. Ad ammetterlo, per il problema già evidenziato dell’assenza di visibilità del nostro spazio gestito ad Expo, sono stati gli stessi dirigenti regionali, l’ex assessore Nino Caleca e il responsabile Dario Cartabellotta. Per ottenere il diritto di visibilità (fisico e virtuale) la Regione Sicilia ha speso – come accordi di convenzione – 100mila euro, ma i patti non sembrano rispettati: “Non sappiamo perché Expo non si sia mosso nonostante la protesta degli Stati”, aveva dichiarato Caleca.
“E’ un problema di carattere politico” aveva riferito Cartabellotta. Nel perdurare di una situazione inverosimile sono arrivate, tuttavia, le considerazioni positive del ministro del Mipaaf Maurizio Martina: “Avanti così, mi sembra che siamo sulla strada giusta e ogni giorno che passa aumenta la potenza della rappresentazione del Cluster per tutta Expo”. Queste incoraggianti parole non sciolgono però le riserve sulla gestione siciliana.
Nessun controllo in cantiere prima della consegna dell’area
La Regione non avrebbe dovuto accettare la consegna del padiglione, per lo meno alle condizioni in cui è stato inaugurato. Secondo cronaca, il team regionale con a capo il responsabile Cartabellotta non avrebbe avuto la possibilità di vedere gli spazi prima della loro inaugurazione, ma in realtà precise disposizioni firmate dalla Regione Sicilia con Expo S.p.a ci davano l’opportunità di “regolare l’accesso al cantiere” partecipando alle riunioni di coordinamento. I meeting avevano lo scopo di “analizzare, se esistenti, i rischi interferenziali e definire le procedure e le tempistiche per la realizzazione in sicurezza delle singole realizzazioni”. Abbandonare la gestione – così come comunicato all’indomani della beffa della consegna – sarebbe costato all’amministrazione una penale giornaliera di 500 euro, cioè 92mila euro complessivi, ma un risparmio finale di 2.908.000. Rimane importante la presenza della Sicilia nella veste di regione leader di un intero stand dedicato alla biodiversità mediterranea, ma potrà suonare come una beffa per i siciliani l’obbligo contratto con Expo di corrispondere anche una royalty del 12 per cento sul fatturato della vendita di alimenti e bevande (prima scadenza ad agosto) all’interno del cluster. Per diverse settimane abbiamo cercato di raggiungere il responsabile del Cluster BioMediterraneo Dario Cartabellotta per ottenere spiegazioni su tutti questi aspetti, ma non è stato possibile avere una sua replica.