L’Organizzazione mondiale della sanità ha presentato l’ultimo studio epidemiologico: dati preoccupanti. Tra i residenti di Augusta e Priolo in aumento le patologie alle vie respiratorie
PALERMO – Tra Augusta e Priolo il numero dei decessi per tumori è superiore rispetto alle altre zone dell’Isola. è quanto emerso a Siracusa, dove si è svolto un incontro pubblico organizzato dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall’Asp (Azienda sanitaria provinciale aretusea), durante il quale sono stati presentati i risultati degli studi relativi nell’area a rischio tra Augusta e Siracusa. Tali studi sono il frutto della collaborazione tra Oms e Regione Siciliana.
Il programma regionale riguarda i piani di risanamento delle aree che sono state dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale: Gela, Niscemi e Butera, Augusta Priolo e Siracusa e la Valle del Mela.
L’incontro è stato presieduto da Benedetto Terracini del Comitato scientifico Oms e coordinato da Anselmo Madeddu responsabile del Registro Territoriale delle Patologie e direttore del Distretto di Siracusa dell’Asp aretusea. Lo studio prende in esame la mortalità nel periodo 1995-2002 e i ricoveri ospedalieri nel periodo 2001-2007 e traccia un profilo dello stato di salute della popolazione residente nei comuni di Augusta e Priolo, confrontata con i comuni di una fascia circostante di 40 km, e con l’intera regione Sicilia.
I dati ottenuti destano una certa preoccupazione in quanto si evince che la mortalità per tumori nell’area a rischio Augusta-Priolo presenta un numero di decessi significativamente superiore rispetto alla popolazione del resto della Sicilia. Lo studio dimostra, dati alla mano, che la mortalità presenta, per gli uomini, un numero di decessi, per tutti i tumori, significativamente superiore a quello atteso. Inoltre, tra le tutte le cause di morte indagate per ciascun sesso, le patologie, le cui frequenze si discostano significativamente, con incrementi rispetto ai numeri che riguardano le altre popolazioni che arrivano complessivamente a tredici (6 negli uomini e 7 nelle donne).
In particolare tra gli uomini per il tumore maligno della trachea, bronchi e polmoni (+24%), della pleura (+428%), per le malattie psichiatriche (+58%) per le malattie cerebrovascolari (+14%), e per le malattie respiratorie acute (+132%). Mentre per le donne vanno segnalati il mieloma multiplo (+120%), per le malattie del sistema nervoso (+52%), per le malattie respiratorie acute (+86%), per le malattie dell’apparato digerente (+21%) per la cirrosi epatica (+32%) e per gli avvelenamenti (+24%).
Al lavoro di aggiornamento dei dati epidemiologici si sono affiancate anche indagini di tipo sociologico sulla percezione del rischio. Achille Cernigliaro dell’Osservatorio Epidemiologico regionale ha presentato i risultati delle indagini epidemiologiche sull’area di Augusta-Priolo, effettuate utilizzando un campione di circa 700 persone adulte residenti nell’area a rischio tra Augusta e Siracusa.
Daniela Stuto dell’Università di Padova ha affermato che “lo studio è stato realizzato tramite interviste a testimoni residenti, interviste qualitative che hanno permesso di indagare i punti di forza e di debolezza del sistema territoriale locale nel suo complesso, e di analizzare questioni strategiche quali potenzialità del sistema economico, criticità ambientali ed opportunità di sviluppo locale anche nei settori produttivi e dei servizi attualmente meno sviluppati.
Gli investimenti industriali rappresentano un elemento di forte conflitto, di debolezza/minaccia per l’ambiente e punto di forza per l’economia”.
Per Stuto, poi, “l’inceneritore è un caso di conflitto ambientale in quanto vissuto come elemento di minaccia, mentre il rigassificatore è rappresentato come opportunità, ma anche come minaccia per la sicurezza”. Inoltre quaranta persone, per la maggior parte amministratori e portatori di interesse locali, sono state intervistate sulle criticità e opportunità per il sistema territoriale, produttivo, sociale, per la salute e sui possibili scenari futuri.
Dal quadro emerso, gli esperti hanno suggerito, per l’area interessata dallo studio, disposizioni di sorveglianza epidemiologica e di monitoraggio ambientale, che equivalgono ad un invito a non abbassare la guardia sulla salute dei cittadini e sul territorio. Mario Carere dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nella sua relazione “evidenzia nell’area Augusta-Priolo una contaminazione di tipo chimico in tutte le matrici ambientali; affermando che si può ipotizzare uno scenario di esposizione multipla, nel corso dei decenni, delle popolazioni residenti sia attraverso la via respiratoria che attraverso la via orale, tramite ingestione di acqua potabile, prodotti ittici, agricoli e zootecnici”.
Pierpaolo Mudu, dell’Oms, ha affermato nel suo intervento che “il Piano di Risanamento può rappresentare un’ulteriore occasione per approfondire, attraverso l’attivazione di piani di sorveglianza ambientale nelle diverse matrici ambientali come latte, uova, carne e pesce, in che modo può aver luogo la diffusione degli inquinanti. La disponibilità di dati, continua Mudu, in particolare dei microinquinanti organici ed inorganici, rappresenta infatti un importante elemento per valutare l’evolversi nel tempo di contaminazione ambientale”.