Il sito scelto per la realizzazione dell’opera è ubicato su un tratto di costa che vede la presenza di: – centrali termoelettriche ENEL di Priolo e Augusta per la produzione di energia elettrica;
– stabilimento SASOL ltaly di Augusta per la produzione di prodotti chimici organici di base (ex ENICHEM nel 1995);
– stabilimento ISAB Nuove Centrali Impianti Nord e Sud di Priolo Gargallo per la produzione di energia elettrica;
– stabilimento ISAB Raffinerie Impianti Nord e Sud di Priolo Gargallo per la raffinazione di petrolio grezzo (ex rispettivamente raffineria PRAOIL e raffineria ISAB nel 1995);
– ISAB Energy di Priolo Gargallo con l’impianto IGCC per la produzione di energia;
– stabilimento POLIMERI EUROPA di Priolo Gargallo per la produzione di prodotti chimici organici di base (insieme alla SYNDIAL ex ENICHEM Priolo nel 1995);
– Stabilimento ESSO di Augusta per la raffinazione del petrolio greggio;
– Stabilimento BUZZI UNICEM di Augusta per la produzione di cementi (ex cementeria di Augusta nel 1995).
Ambiente marino costiero
Con la costruzione delle industrie si rese necessaria anche la protezione della rada con estese dighe foranee. L’attuale struttura portuale si estende per circa 9 km in direzione N-S e 4 in direzione E-O e comunica con il mare aperto tramite due imboccature larghe ognuna circa 300 m. All’interno delle rada sono presenti più di 15 pontili, alcuni di lunghezza superiore a 1100 m, per il trasferimento da e sulle navi dei prodotti lavorati e delle materie prime. Attualmente l’attività del polo petrolchimico sono considerate ad alto rischio ambientale come riportato nei DPR 17/1/95. “Le attività produttive del Polo petrolchimico (. .. ) ed i relativi stoccaggi di sostanze pericolose per caratteristiche di tossicità e/o infiammabilità risultano concentrati in una ristretta fascia di territorio dislocata lungo la costa. Tali insediamenti sono classificabili industrie a rischio ai sensi del DPR 175/88, in quanto fonti di rischio di eventi incidentali significativi in termini di estensioni areali e gravità delle conseguenze per la popolazione e le strutture esterne agli stabilimenti, quali rilasci tossici (soprattutto ammoniaca, acidofluoridrico, cloro e idrogeno solforato) e BLEVE – Fireball di GPL. Le sostanze in ingresso ed in uscita sono inoltre movimentate attraverso decine di migliaia di auto botti e ferrocisterne (nel 1991 circa 65000 automezzi e 2000 ferrocisterne) e migliaia di navi (nel 1991 circa 4300 unità. Per quanto riguarda gli eventi principali di incendio ed esplosione esaminati (pool Fire, UVCE, BLEVE – Fireball) possono determinare effetti assai gravi soprattutto sulle aree urbanizzate circostanti agli insediamenti industriali ed in particolare appaiono interessate in modo rilevante le principali infrastrutture di comunicazione”.
L’ingente quantitativo di acqua di mare in transito attraverso l’impianto verrebbe sterilizzato e raffreddato, incidendo (per via diretta ed indiretta) sulle popolazioni batteri che. Si va ad alterare, in tal modo, il regolatore di uno dei cicli biogeochimici più delicati, ancora poco noto e che – proprio nella rada di Augusta – ha già dato più volte indicazione di stato di stress.
Nell’Inventario Nazionale degli Stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, predisposto dal Ministero dell’ Ambiente, ai sensi del D. Lgs. 334/1999 e successive modifiche e integrazioni, sono incluse alcuna delle attività produttive del polo petrolchimico. In particolare, gli Stabilimenti soggetti all’art. 8 del citato decreto sono la Raffineria Esso Italiana S.r.I.(raffinazione petrolio) di Augusta, la Sasol Italy S.p.A. (stabilimento chimico e petrolchimico) di Augusta, la Polimeri Europa S.p.A. (stabilimento chimico e petrolchimico e etilenodotto) di Priolo Gargallo, la ISAB Raffinerie, Impianti Nord e Sud (raffinazione petrolio) di Priolo Gargallo, la Isab Energy S.r.l. (centrale termoelettrica) di Priolo Gargallo, la Ionica Gas (deposito gas liquefatti) di Augusta, la Pravisani S.p.A. (produzione/deposito esplosivi) di Augusta, la Maxcom Petroli S.r.l. (deposito oli minerali) di Augusta. Gli stabilimenti soggetti all’art. 6 sono la Esso Italiana S.r.l. (stoccaggio prodotti petroliferi) di Siracusa, la Air Liquide S.r.l. (produzioneldeposito di gas tecnici) di Priolo Gargallo, la I.S.P.E. S.r.l. (produzione poliuretano espanso) di Siracusa. Ciascuna di queste attività ha presentato a suo tempo la dichiarazione ai sensi dell’art 8 e/o dell’art. 6 del citato D. Lgs., e adotta un Sistema di Gestione della Sicurezza che comprende tra l’altro un Piano di Emergenza interna. In aggiunta, il 26 giugno 2008 il Prefetto di Siracusa, una volta elaborato e concluso il Piano Integrato di Area, ha approvato il Piano di Emergenza Esterna d’Area del Polo Petrolchimico, redatto ai sensi dell’art 20 del citato D. Lgs. 334/99. Nella pianificazione dell’emergenza sono stati presi in considerazione anche le seguenti attività tutte soggette a notifica ai sensi dell’art. 6 e successe modificazioni:
– stabilimento ESSO ITALIANA (Deposito oli minerali);
– stabilimento Ionica Gas S.r.l. (deposito gas liquefatti) di Augusta;
– deposito Esplosivi Pravisani S.p.A. (produzione e deposito esplosivi) di Augusta;
– stabilimento GM Gas S.r.l.;
– deposito Maxcom Petroli di Augusta (stoccaggio e movimentazione prodotti petroliferi);
– stabilimento ISPE (produzione Poliuretano Espanso Flessibile) di Siracusa;
– stabilimento AIR LIQUIDE di Priolo dove si effettua la distillazione frazionata dell’aria per la produzione di Ossigeno, Azoto e Argon, con rischio di incendio e/o esplosione;
– stabilimento AIR LIQUIDE di Priolo dove vengono prodotti e/o stoccati ossigeno, acetilene e altri gas, con rischio essenzialmente di incendio e/o esplosione;
– stabilimento EniMed (deposito oli minerali) di Priolo Gargallo;
– etilenodotto da Priolo a Ragusa e a Gela.
Una condizione di rischio per il territorio è legata oltre che agli impianti presenti e agli stoccaggi di sostanze infiammabili e/o tossiche anche al trasporto di sostanze pericolose, in particolare di quello da o verso gli stabilimenti ubicati nell’area, soprattutto lungo la ex SS-114 che costeggia le zone industriali, la nuova SS-114, la rete ferrovia nella tratta Augusta-Targia, i pontili nel porto di Augusta e nella baia di Santa Panagia, la rete di condotte che attraversano l’area e collegano fra loro alcuni stabilimenti.
Nel sito in questione, quindi, i problemi sono soprattutto la prossimità dell’impianto proposto ai centri abitati e ad altre industrie a rischio, l’assenza di ricambio idrico nella rada con i conseguenti effetti dello scarico delle acque di processo nell’ambiente marino. La zona vede contemporaneamente presenti vari rischi:
industriale; sismico e conseguente rischio maremoto; bellico; attentati; traffico navale; linea ferrata all’interno di aree destinate a deposito gas.
Dalla documentazione in possesso si ricava un incremento notevole del traffico di navi, circa 150 all’anno, ma non si rileva quali attività di prevenzione ,riduzione e mitigazione del rischio di incidente dell’impianto e della circolazione delle navi nella rada siano state messe in atto. Sebbene l’impianto in se è sicuramente un impianto che con le dovute cautele è relativamente sicuro, non è tale se immesso in una situazione di rischio preesistente e sottoposto ad effetto domino. Dato il sito prescelto, anche un incidente non immediatamente catastrofico, avrebbe grandi probabilità di innescare un effetto “domino” che concretizzerebbe un rischio imprevedibile per gli insediamenti umani limitrofi.
Il sito prescelto ha un grado di pericolosità tale da rendere necessario un approfondimento e una riduzione del rischio prima della realizzazione di un analogo impianto quale è il rigassificatore. L’opera in argomento non risulta coerente con i principi di risanamento ambientale di cui al predetto Piano, considerando che lo stesso pone tra detti principi il contenimento e la riduzione dei rischi.
In conclusione poco spazio è stato dato alle alternative al progetto e alla loro analisi, quali ad esempio impianti off-shore , navi gassificatrici, impianti interrati e loro conseguente analisi critica.
avv. Rossana Interlandi
dirigente generale
Dipartimento Territorio e Ambiente
dirigente generale
Dipartimento Territorio e Ambiente, ex Ufficio Speciale Aerca