Cominciamo dalla base. Il quadro completo e ufficiale dei consumi finali di energia in Italia nel settore dei Trasporti, basato sui bilanci Eurostat aggiornati al 2015, certifica un consumo energetico complessivo pari a 39,5 Mtep (-550 ktep, -1,4%), che vale circa un terzo (34%) del totale dei consumi energetici nazionali. Andando più in dettaglio, tra il 2005 e il 2015 si registra un trend di diminuzione dei consumi di prodotti petroliferi (diesel/gasolio del -7%, benzine -42%), mentre crescono altre fonti fossili come il Gpl (+61%) e il gas naturale (quasi triplicato). “Ancora più evidente risulta la crescita dei biocarburanti – si legge nel rapporto –, trainati da meccanismi pubblici di sostegno che obbligano i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio a rispettare una percentuale minima di miscelazione con biocarburanti”. Rispetto al 2005, la variazione è del +560% Nel 2015, l’incidenza dei biocarburanti (biodiesel e benzine bio) è stata pari al 3,9%.
Numeri che, in prospettiva, non garantiscono il rispetto della direttiva Ue. Premettendo che i valori relativi al target trasporti (10% dei consumi energetici nel settore da fonte rinnovabili) sono stati parzialmente modificati (Direttiva 2015/1513, la cosiddetta Iluc, Indirect land use change) con una nuova classificazione dei biocarburanti, si osserva “come nel 2015 il dato relativo ai consumi di Fer nel settore Trasporti (circa 2,1 Mtep) risulti inferiore al dato di 2,4 Mtep previsto dal Pan (che non tiene conto dei criteri di calcolo introdotti dalla Direttiva Iluc), ma in netta ripresa rispetto ai due anni precedenti”. In particolare la fetta coperta da Fer risulta pari al 6,4%, in crescita di 1,4 punti percentuali rispetto al 2014, eppure in ritardo di 0,2% rispetto alla tabella di marcia. Adesso ci sono ancora 3,6 punti da coprire nel quinquennio 2016-2020.
In questo quadro può essere determinante anche l’apporto siciliano. Dai rifiuti urbani, dagli scarti agricoli, forestali e ittici, e dalla deiezioni si può estrarre un vero e proprio patrimonio energetico. Negli obiettivi del governo nazionale – se ne è discusso a Catania verso la fine di giugno – la Sicilia dovrebbe diventare un hub energetico per il trasporto marittimo sostenibile proprio attraverso la creazione di poli di stoccaggio per la produzione di gas naturale liquefatto. Ma le potenzialità della filiera del biogas nell’Isola – il biometano si ottiene con un processo di upgrading del biogas, ottenuto a sua volta dalla digestione anaerobica di biomasse agro-industriali – sono enormi: fino a 500 milioni di m3 all’anno, utilizzando 28 mila ettari di terreno, secondo uno studio dell’Università degli Studi di Catania.